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Quegli ''sporchi pacifisti barbuti''

Sporchi pacifisti barbuti. L'ultimo appellativo, per i pacifisti di Emergency, è di qualche giorno fa.  Sono arrivati in più di 1500. Curano le ferite della guerra e parlano di pace. «C'è chi ci dice 'siete bravi a curare, che bisogno c'è di parlare?' È il nostro osservare le vittime che ci legittima a dire cos'è la guerra. Noi denunciamo la guerra e facciamo nome e cognome di chi la fa». E' Teresa Sarti che parla. Gino Strada, suo marito, è al suo fianco. E' lui il "cocciuto" che ha voluto Emergency che compie 10 anni e li festeggia ad Orvieto.

foto di copertina

Millecinquecento volontari di Emergency, provenienti da tutta Italia, partecipano ad Orvieto da oggi fino a domenica, al terzo incontro nazionale dell'organizzazione, fondata da Gino Strada. La manifestazione - organizzata in collaborazione con il comune in occasione del decennale dell'associazione - si tiene nella ex Caserma Piave. All'entrata un grande striscione con la scritta No war' accoglie i volontari.

E la scelta della caserma in disuso è simbolica fanno notare gli organizzatori - che riafferma il principio pacifista dell'organizzazione: una struttura militare che può diventare struttura di pace. Nel grande cortile della caserma - dove sono ben visibili quattro striscioni verticali che compongono la frase 'Fuori l'Italia dalla guerra«, e che lungo il suo perimetro sono esposte decine di bandiere della pace sono stati allestiti tendoni per gli incontri ed i confronti, mostre fotografiche sull'attività nel mondo di Emergency, spazi per la vendita di gadget finalizzata alla raccolta fondi.

Quattromila complessivamente i volontari che operano con l' associazione, presente in sette paesi (Sierra Leone, Afhganistan, Cambogia, Palestina, Angola, Algeria, Iraq) con ospedali e centri di primo soccorso (10 e 65); mentre in Italia promuove iniziative per la cultura della pace (in particolare nelle scuole) e raccolta fondi. L'associazione si mantiene con fondi privati; 17 milioni di euro il fatturato dello scorso anno. La manifestazione ha i colori tradizionali dell' associazione, il bianco e il rosso. E rosse sono le magliette firmate per l'occasione da Vauro, indossate da tutti i volontari, sulle quali ha scelto di disegnare due palmi delle mani che vicine proteggono una colomba. Il tutto contornato da rametti di ulivo.La presidente di Emergency, Teresa Sarti, ha ricordato che in dieci anni di attività, l'associazione ha assistito un milione di vittime e ha difeso l'impegno a favore della cultura della pace.

«C'è chi ci dice ha sottolineato siete bravi a curare, che bisogno c'è di parlare? È il nostro osservare le vittime che ci legittima a dire cos'è la guerra. Noi denunciamo la guerra e facciamo nome e cognome di chi la fa. C'è bisogno di parlare di questo. Sono cose che abbiamo detto con il governo del centro sinistra, per la guerra in Kosovo, lo diciamo adesso con il centro destra. Siamo contro la guerra inevitabilmente e per questo riceviamo attacchi». «In realtà - ha concluso - vorremmo essere disoccupati». Parlando dei prossimi progetti dell associazione, Gino Strada ha detto che il loro impegno, fermo restando l'attività principale che rimane la cura alle vittime della guerra (fra l'altro il prossimo anno Emergency aprirà un centro cardio chirurgico in Sudan per curare soprattutto bambini), sarà orientata ai diritti umani.

Una curiosità dalla caserma dove si sta tenendo la manifestazione dei volontari. Su un affresco di un soldato della prima guerra mondiale, situato all'entrata, ritratto mentre lancia una mina, qualcuno collocato una bandiera della pace nascondendo così l'ordigno. «Non sappiamo chi l'ha fatto ma è un simbolo importante - ha osservato la presidente Sarti - è un soldato con la bandiera della pace».

Pubblicato il: 25/09/2004

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