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Bilancio del Comune di Orvieto. Ranchino chiede l'intervento della magistratura

Le valutazioni del leader di Orvieto Libera sul bilancio 2009 e sulla fattibilità di quello 2010 sono pesanti come macigni. Tanto da poter affossare la Giunta Còncina e da far pensare che Orvieto Libera si voglia defilare. Da lunedì resa dei conti...
Pier Luigi Leoni. PD e PdL sempre più soli per evitare il commissario

foto di copertina

Angelo Ranchino, leader e fondatore di Orvieto Libera, che nell'Amministrazione comunale di Orvieto ha il sindaco e gli assessori Sciarra, Rosmini e Calcagni, quindi una voce  "pesante", ha commentato l' articolo di Leoni "Il commissario è dietro l'angolo. Sarebbe meglio se restasse lì" ed il mio, strettamente collegato, "Canta carta e villan dorme" con valutazioni sul bilancio 2009 e quello 2010 che non lasciano spazio ad interpretazioni. Sono macigni che peseranno sulle scelte della commissione politico-tecnica che sta tentando di uscire dall'empasse della quadratura del bilancio 2010 e influenzeranno profondamente la scena amministrativa.
A proposito della chiusura del bilancio 2009 Ranchino chiede l'intervento della magistratura e presume che il presidente del Consiglio Frizza non abbia verificato le "perplessità in merito alla correttezza di certe valutazioni di bilancio" come promesso in Consiglio comunale.
"Nel Consiglio comunale di settembre-scrive infatti Ranchino-, quando si è approvato il riequilibrio di bilancio, è stato chiaro a tutti che alcune attestazioni in merito ai fabbisogni del Comune di Orvieto per l'anno 2009 non erano state correttamente effettuate, in quanto i fabbisogni per l'anno erano stati sottostimati, ad esempio non inserendo spese doverose, come gli obblighi derivanti da contratti pluriennali, aventi efficacia anche nell'anno 2009. Diversamente il bilancio 2009 non avrebbe potuto chiudere in pareggio, con ovvie conseguenze. Ciò è stato portato a conoscenza di tutti i consiglieri e del Presidente del Consiglio, il quale aveva assicurato che avrebbe effettuato una verifica sulla sussistenza di fattispecie di reato, e della obbligatorietà di un esposto nelle sedi opportune. Di tale verifica, a distanza di alcuni mesi, come presumibile, non vi è ancora traccia. Ma le perplessità in merito alla correttezza di certe valutazioni di bilancio rimangono e, solo due consiglieri, tra cui il sottoscritto, le hanno doverosamente esposte (come pubblici ufficiali o incaricati di un pubblico servizio ciò è obbligatorio a meno di non commettere un altro ed addirittura più grave reato). La magistratura ha ora l'impegno di fare il resto".

A proposito della formazione del bilancio 2010, che dovrà essere sottoposto prossimamente al Consiglio comunale, Ranchino interviene sulle valutazioni di Leoni evidenziando uno scenario ancora più cupo. Divide Leoni e Ranchino soprattutto l'approccio politico, che mi sembra nel consigliere di Orvieto Libera scoraggiato e pessimista. Se poi il taglio dell'analisi sia migliore quello del vecchio segretario o del giovane avvocato, non vedo la differenza, come non la vedo tra il bicchiere mezzo vuoto e quello mezzo pieno. E' chi beve che la còglie ed è quindi soddisfatto per quanto ha bevuto o insoddisfatto per la sete che gli è rimasta. 

"Nel Maggio del 2007-scrive Ranchino- il Ministero dell'Interno ha pubblicato un documenti ufficiale intitolato "Il dissesto finanziario degli Enti Locali alla luce del nuovo assetto normativo".

In detto documento si afferma a pag. 7 che lo stato di dissesto finanziario non sussiste solo quando l'ente non può garantire "l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili", come dice Leoni, ma anche quando "esistono nei confronti dell'Ente Locale crediti di terzi cui non si possa fare validamente fronte né con il mezzo ordinario del ripristino del riequilibrio di bilancio, né con lo straordinario riconoscimento del debito fuori bilancio".

Il problema del Comune di Orvieto risiede in questo ultimo punto, ovvero la verifica se sulla base dei limiti di spesa imposti dal bilancio 2010 (ovvero correttamente 23.5 milioni di Euro, salvo eventuale correttivo sui debiti fuori bilancio degli esercizi pregressi) il Comune sia in grado di far fronte agli impegni di spesa assunti tanto in forma corrente per il funzionamento dei servizi essenziali, quanto poi per gli impegni di spesa pluriennali, dai quali non ci si può sottrarre con i mezzi ordinari.

Ad esempio, se si è sottoscritta una convenzione (come quella con il SII) per 30 anni, le spese previste per tale impegno pluriennale non potranno certo essere evitate nell'esercizio 2010, così come gli interessi ed il rimborso dei mutui e così via.

Il compito delle commissioni al lavoro sul bilancio è proprio questo. Verificare se sia possibile contenere le spese OBBLIGATORIE all'interno dei limiti previsti dal patto di stabilità (23.5 milioni di Euro) con i mezzi ordinari, sopra indicati.

Diversamente non potrà farlo che qualcuno dotato di mezzi straordinari, ovvero appunto il Commissario, il quale può ridurre il personale fino a ricondurlo ai limiti di legge, sciogliere le convenzioni, anche pluriennali, e ridurre le spese della "macchina amministrativa comunale" in termini di sostenibilità in relazione alle entrate correnti.

In più potrà anche vendere beni di proprietà del Comune per saldare debiti pregressi fino al raggiungimento della parità di bilancio.

Tali mezzi non sono però nella disponibilità ordinaria dell'amministrazione comunale.

Questo è il corretto metodo di lavoro. Diversamente le commissioni perseguiranno numeri e progetti sterili, non allineati alle corrette regole di legge e non approderanno ad un documento condivisibile e che troverà la possibilità di una approvazione politica in consiglio comunale".

San Pietro Parenzo, è ormai chiaro, guarda da altra parte.




Pubblicato il: 27/03/2010

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