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Carta canta e villan dorme

di Dante Freddi  Per risolvere i problemi di Orvieto la questione non è "di trovare idee buone per mettere in bilancio entrate che vengono da ecoidee, da parcheggi, da Piave e da benefattori: non si possono spendere più di 23milioni500mila euro. E chiaro?" 

foto di copertina

Abbiamo chiesto a Pier Luigi Leoni di scrivere per i lettori di Orvietosì un pezzo sulla stato contabile del Comune di Orvieto, con taglio tecnico, per condividere dei concetti oggettivi che possano aiutarci a immaginare soluzioni, superare l'empasse, lavorare sul futuro, per un vero Progetto Orvieto, che coinvolga tutto il territorio, tutti i comuni dell'Orvietano. Un piano che tratti di economia e assistenza sociale, lavoro e impresa, cultura e turismo, ambiente e agricoltura e così ancora, avanti, idee pensieri sogni.
Ma per sognare senza incubi è utile aver superato l'emergenza.
E allora Leoni ci racconta che è necessario ad Orvieto, nel 2010, non spendere più di 23milioni500mila euro, come definito dalla legge. Non è questione di trovare idee buone per mettere in bilancio entrate che vengono da ecoidee, da parcheggi, da Piave e da benefattori: non si possono spendere più di 23milioni500mila euro. E chiaro?
Se qualcuno dice il contrario deve avere dietro le spalle più pubblicazioni, più esperienza, più credibilità professionale di Pier Luigi Leoni, altrimenti non dobbiamo credergli.
La bozza famosa uscita da una riunione riservata della commissione che sta studiando un concordato fallimentare tra città e politica, che abbiamo pubblicato e sta qui, dice di un fabbisogno di 25milioni400mila euro, 2 milioni in più di quanto possiamo spendere. C'è un errore di fondo, grave.
Il problema quindi, partendo da quei numeri e da quell'impostazione, non è soltanto trovare i milioni che comunque mancano, ma stare dentro la massima spesa consentita. E tenere conto che già abbiamo bruciato 3 mesi nell'andazzo passato, quello che ci ha condotto qui, e forse abbiamo vissuto gli ultimi 3 mesi da cicala.

Invito i nostri lettori a leggere con attenzione l' articolo di Leoni ( è sopra e si titola Il commissario è dietro l'angolo. Sarebbe meglio lasciarlo lì), di stamparselo e di farlo girare. Di fronte alla carta che canta forse il villan dorme.

Pubblicato il: 23/03/2010

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