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NOTIZIE CORSIVI

Orvieto città 'strana'. E il suo consiglio comunale ne è la rappresentazione

Voto della maggioranza contro se stessa
-CGIL, CISL e UILI tutti uniti contro Mocio
 -Conticelli. "Il sindaco è il maggior responsabile della pesante     situazione di bilancio"
 -Forza Italia. I cittadini scontano l'incapacità degli amministratori
-Perali. Un bilancio che si accanisce sulle famiglie

foto di copertina

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - E' durata 15 ore la maratona consiliare per l'approvazione del contestato preventivo 2007, varato dal Comune venerdì, pochi minuti dopo la mezzanotte. La manovra passata coi voti, sofferti e pieni di distinguo, della maggioranza e il "no" di Conticelli (Altracittà), Morcella e Olimpieri (An) mette le mani nelle tasche degli orvietani, portando l'Irpef dallo 0,5 allo 0,8% e l'Ici sui fabbricati e sulle seconde case sfitte da due anni dal 6 al 7%.

 

Ma fa precipitare anche il governo cittadino in un clima d'imbarazzi e contraddizioni di cui l'assise stessa di venerdì è stata una rappresentazione più che eloquente.

 

Alla fine - dopo la "gaffe" degli emendamenti bocciati dai revisori - con Frizza (coordinatore dei gruppi Ds e Dl) assente, non si è riusciti neanche ad evitare ai consiglieri di essere chiamati a votare, obtorto collo, contro gli stessi emendamenti che avevano proposto. Imbarazzo neanche troppo celato che ha suscitato l'ilarità dell'opposizione. L'unica a sottrarsi alla "figuraccia" è stata Belcapo (Ds) che non ha partecipato al voto. Bocciati anche gli emendamenti di An per mantenere invariate le aliqauote. Mentre sono passati a maggioranza gli emendamenti di Imbastoni, per estendere le agevolazioni sull'Ici destinati alle coppie sposate anche a quelle conviventi. Anche qui "curiosi" distinguo, con la contrarietà di An e Dl e l'astensione del sindaco e di Piccini, Pdci, e Federici, Ds.

 

Il bilancio è stato, invece, approvato a maggioranza. Ma lo sforzo dei consiglieri è stato vistoso e sottolineato da interventi pieni di irritazione sulla scarsa partecipazione e sulla pesantezza della manovra. Un boccone amaro, reso ancora più indigesto per i gruppi Ds e Dl dalla bocciatura degli emendamenti che tentavano di correggere la parte dell'Ici. Significative su tutte, rispetto all'atteggiamento di voto, le parole del capogruppo Dl, Roberto Meffi. "Conosciamo la posizione del sindaco - ha detto - a noi corre l'obbligo di assumerci le nostre responsabilità". Ed è proprio a questo arrivare per ultimi, ad assumersi solo e semplicemente le responsabilità, che hanno detto basta Gambetta e Belcapo (Ds), basta a tutti quegli atti che sappiano "di fretta o di furbizia". Appello ad un nuovo corso di partecipazione e di distensione della vita politica anche da Piccini (Pdci) che non ha risparmiato critiche aperte alle priorità dettate nell'elenco delle opere pubbliche. "Fa bene poi la Regione se ritira i finanziamenti" si è accalorato, riferendosi allo scivolamento indietro della bretella di Sferracavallo. Critiche anche da Imbastoni che non ha negato il sostegno a Mocio ma che vuole serie politiche ambientali. "Se serve, che si affidino le deleghe a qualcuno in grado di farle funzionare" - ha detto. Profilo alto quello di Barbabella (Sdi) che non accetterà alcuna soluzione di ripiego per la Piave e che sposa il termine tanto speso di "discontinuità", ma a patto - chiarisce - che significhi mettere in campo idee e non confondere più il livello istituzionale e quello politico.

 

Se a tutto questo si uniscono le assenze strategiche in consiglio (quella del vicesindaco e del consigliere Frizza) e la mina ancora vagante del Prc, il mix all'interno della maggioranza è esplosivo. Col sindaco che annuncia che non ha nessuna intenzione di "galleggiare", indicando la necessità di uscire fuori velocemente dalle "vicende non sempre limpide di questi giorni" per discutere il pacchetto sullo sviluppo e con la minoranza che ha gioco facile a gridare al fallimento.

 

Ma se è stato duro approvarlo questo bilancio, la fase che si apre adesso non è certo più semplice. E i sindacati non perdono tempo. Chiamati all'ultimo minuto, criticano aspramente la scelta di aumentare gli investimenti e sono scettici sulla restituzione dell'aumento nel 2008, vista "la necessità enunciata di oltre 2 anni per la stabilizzazione dei conti". Ma i sindacati denunciano anche un altro fatto grave. Per la manovra sull'Irpef il Comune non ha previsto alcuna fascia di esenzione. "Chi ne subirà le conseguenze più pesanti - dicono - saranno i pensionati al minimo e i lavoratori precari, perché per l'Irpef non ci sono aree di esenzione se non opportunamente previste, cosa che non è avvenuta".

Pubblicato il: 01/04/2007

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