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Luca Coscioni. Camera ardente nella sala del Consiglio comunale

Il programma delle esequie. Il ricordo del sindaco della sua città

Il dolore dei leader radicali

Il cordoglio della politica

foto di copertina

Alle ore 11.20 di ieri, è morto, dopo aver combattuto per anni contro la sclerosi laterale amiotrofica, Luca Coscioni. Era Presidente dei Radicali Italiani e dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica. Domani, dalle ore 10 alle 16.45 è allestita la camera ardente presso la Sala Consiliare del Comune di Orvieto (ingresso via Garibaldi). Nel pomeriggio, alle 17.30 si terranno le pubbliche esequie di Luca Coscioni in Piazza del Popolo ad Orvieto. Niente fiori ma, come opere di bene, contributi all'Associazione Luca Coscioni chiamando lo 06/6826 o versando sul conto corrente postale - bancario n. 41025677 (C.A.B. 03200 A.B.I. 07601)intestato a Associazione Luca Coscioni Via di Torre Argentina 76 001876 RomaSegreteria: Tel 06/68979286 - Fax 06/68979211info@associazionecoscioni.org

«Ci piace ricordare Luca Coscioni per il grande impegno e tenacia con i quali ha vissuto ogni esperienza della sua vita troppo breve». Il sindaco di Orvieto Stefano Mocio parla così del presidente dei radicali italiani morto oggi nella città umbra dove aveva sempre vissuto. «Personalmente ricordo quando entrambi molto giovani - afferma Mocio - condividemmo la nostra esperienza politica da consiglieri comunali nel mandato amministrativo 1995-'99, esperienza che lui dovette interrompere nel 1997 a causa della grave malattia che lo colpì. Seppure di vedute politiche diverse, avevamo però molte cose in comune oltre alla giovane età, interessi come l'esperienza del dottorato di ricerca all'Università e quella di giovani consiglieri comunali con tanta voglia di portare elementi di novità. Anche quel brevissimo impegno istituzionale, Luca Coscioni lo visse con grande entusiasmo, slancio, passione civile, impegno concreto e propositivo. Gli stessi elementi del resto che hanno caratterizzato in tutti questi anni la sua vicenda umana, costretta e trasformata dall'incalzare della malattia, ma non certo piegata o rassegnata». «Penso che il ricordo che tutti noi orvietani dovremmo avere di Luca Coscioni - sostiene ancora Mocio - dovrebbe soffermarsi sul grande insegnamento di vita che egli oggi ci lascia. Sono temi aperti, che sollecitano riflessioni articolate, ma temi seri che meritano di essere ulteriormente approfonditi».

Pubblicato il: 20/02/2006

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