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UN MINISTERO NELLA CASERMA: PERCHE' NO?

Marco Marino, tra i fondatori di Orvieto Libera ed animatore culturale e politico tra i più attivi, riprende un'idea di Maurizio Conticelli e la percorre...

foto di copertina

Sembra di nuovo assumere interesse, dopo mesi di silenzio determinato dalla mancanza di novità, il dibattito sulla ex caserma Piave, su quel progetto che l'Ammnistrazione di Mocio chiamò "Progetto Vigna Grande", tanto per porre la questione al positivo. Qualche giorno fa c'è stato l'intervento di Maurizio Conticelli, che segnalava la possibilità, tutta da esplorare, di candidarci a asede del minoistero dell'Ambiente, che cerca sede. Ieri un interessante ragionamento di Paolo Borrello, presente nella rubrica  "corsivi", e molto interessante. Oggi pubblichiamo questo pezzo di Marco Marino, tra i fondatori di Orvieto Libera ed animatore culturale e politico tra i più attivi. Ce n'è per ricominciare a ragionarci sopra.
Segue la'rticolo di Marco Marino.


"Maurizio Conticelli, attento osservatore di scenari più ampi di quelli che offre il colle tufaceo, ha provato a segnalare una possibilità di utilizzo per la nostra caserma.
Credo che questa sia la proposta più appropriata fatta negli ultimi quindici anni! Abbiamo assistito fino a ieri a proposte che potevano essere anche interessanti o affascinanti, ma mancavano di concretezza ed erano pertanto irrealizzabili. Ci sono state pure indicazioni ridicole e risibili, il guaio era che venivano prevalentemente da amministratori pubblici ai massimi livelli. Fortuna vuole che Orvieto abbia da sempre anche quel suo aristocratico distacco sia dai sogni che dalle piccolezze umane e che abbia perso la sua antica ferocia, altrimenti avremmo veramente visto scorrere fiumi di sangue. Sangue di amministratori ovviamente. Sì, perché nel frattempo si sono persi molti treni, primo fra tutti quello di non aver ricontrattato con lo Stato l'accordo che prevedeva che l'una parte avesse realizzato la struttura, mentre l'altra ne avrebbe fornito i contenuti: avieri prima, esercito poi ed in seguito..in seguito ci siamo sentiti così bravi e furbi da pensare di poter fare a meno dello Stato. Altro treno perso è stato quello della mancata intercettazione dei centri direzionali in fuga da Roma: migliaia di posti di lavoro che imprese nazionali e multinazionali decentravano nelle città poste sull'asse autostradale Roma Milano. Conoscevo il fenomeno attraverso l'associazione dei consumatori della quale sono tuttora membro della direzione nazionale e provai a parlarne nella sinistra nella quale militavo. Mi risposero che l'arrivo delle multinazionali o, peggio, di aziende di proprietà di Berlusconi, avrebbero modificato il tessuto sociale orvietano con il rischio della perdita delle elezioni comunali. Poi del decentramento in atto se ne accorse la CGIL romana ed impose un fermo alle aziende e la nostra caserma non poté neppure tentare di diventare quel centro direzionale naturale per la quale era stata costruita, passando da militare a civile.
Unica consolazione, almeno per me, è che in seguito è giunto ad Orvieto un distinto ed affabile signore, amante della musica e straordinario esecutore, che le elezioni gliele ha fatte perdere egualmente. Un piccolo aiuto, forse, gliel'ho dato anch'io.
Ora però bisogna guardare avanti e mettersi in corsa per tentare di ospitare il Ministero per l'Ambiente: argomenti validi ne abbiamo, cerchiamo di utilizzarli prima che, vittime della pochezza intellettuale di qualche nostro politico e della vanagloria delirante di qualche altro, non si pensi di utilizzare l'intera  caserma per realizzare magari il museo della ceramica".

Pubblicato il: 12/05/2010

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