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Consiglio comunale di Orvieto. Un'aula sorda perché vuota, vuota perché grigia

La stanza più affollata e vitale è quella adiacente all'aula consiliare. Lì pettegolezzi e discussioni, a crocchi di due o tre
Altra città. La vita politica è pesante ed in profonda involuzione

foto di copertina

di Dante Freddi

E' stata dura approvare il piano attuativo al Poggente, la discussa lottizzazione di proprietà Immobil Green srl. . Qualcuno della maggioranza si è defilato, alla votazione loro erano in 9, la minoranza ha dichiarato di non partecipare al voto ed è venuto a mancare il numero legale. C'è voluta una successiva convocazione del Consiglio alle 21,30 per arrivare all'approvazione.

Al di là del pistolotto della maggioranza sul comportamento astensionista della minoranza, che così inficerebbe il gioco democratico, e della minoranza sui fallimenti urbanistici della maggioranza, c'è una sostanza: i consiglieri parlano spesso ad un'aula sorda perché vuota, vuota perché grigia.
La stanza più affollata e vitale è quella adiacente all'aula consiliare. Lì pettegolezzi e discussioni, a crocchi di due o tre. Lì si dice chi finalmente sostituirà il "povero" Germani e la barzelletta, che si racconta da due anni, fa sempre ridere.
Qualcosa non funziona ed ha ragione Altra città quando rileva, tra l'altro, che "l'appesantimento delle sovrapposizioni tra livelli politici ed istituzionali"(leggi Capoccia segretario DS e Mocio segretario Margherita n.d.r.) rischia di aumentarne a dismisura il grado di autoreferenzialità e la distanza dal cittadino".

C'è la percezione diffusa che il dibattito non serva a nulla e che tutto sia finalizzato al comizietto rivolto al popolo di RTU Aquesio. Soltanto Gialletti non lascia l'alto scranno ai suoi vicepresidenti del Consiglio e governa con piglio deciso i "lavori".
Sa che quando ci si alza da una poltrona, poi si potrebbe trovare occupata. Il sindaco invece non ha paura di niente e spesso durante il Consiglio comunale non partecipa, è nella sua stanza, riceve, lavora. Tanto che la sua assenza o la sua presenza sono interpretate da acuti esegeti come segnali del trend politico-amministrativo.
Ha ragione Altra città quando rileva che "l'appesantimento delle sovrapposizioni tra livelli politici ed istituzionali"(leggi Capoccia segretario DS e Mocio segretario Margherita n.d.r.) rischia di aumentarne a dismisura il grado di autoreferenzialità e la distanza dal cittadino".

"Si respira un'aria pesante-concludono il loro comunicato Cortoni e Conticelli- che rischia di affievolire i nobili dibattiti sul futuro della politica, sempreché non si debba alla fin fine prendere atto della sua profonda involuzione ed incapacità di risorgere dal fango in cui è stata gettata da ristrette cerchie di potere".

 

 

Pubblicato il: 13/11/2006

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