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Forza Italia appoggia la raccolta di firme di Perali contro i varchi elettronici

Per gli azzurri sarà un segnale contro lo sfacelo della città. E se la prendono anche con il nostro giornale

Forza Italia appoggia con straordinaria foga la raccolta di firme promossa da Assocommercio di Carlo Perali. Oggetto della querelle i varchi elettronici che l'Amministrazione comunale ha deciso di porre per individuare chi entra nella zona a traffico limitato di corso Cavour. I varchi saranno posizionati all'inizio di piazza Cahen e all'entrata del corso adiacente al teatro Mancinelli. Serviranno per individuare dei trasgressori, cioè quanti entreranno senza permesso.

Liberare il centro storico dalle auto per quanto più possibile è una scelta di "progresso", ma talmente scontata che non vale neppure ritornarci. Si deve ancora spiegare una scelta del genere?


Alleghiamo il comunicato diffuso da Forza Italia

 

"Concordiamo senza riserve con l'iniziativa di Assocommercio di raccogliere le firme contro l'istituzione dei cosiddetti 'varchi elettronici', ennesimo colpo in testa al defunto centro storico ed al comparto commerciale, troppo spesso 'varcato' da scelte improvvide e sprezzanti.

Concordiamo ancor più dopo aver letto l'incauto commento di Orvietosi che definisce l'iniziativa dei commercianti "una battaglia di retroguardia" contro un non meglio definito ineluttabile "progresso".

Colpisce questo postumo sussulto ambientalista, che sembra non essersi accorto, od aver digerito in fretta, quanto è avvenuto ad Orvieto in barba proprio all'ambiente, al paesaggio, alla vivibilità.

Orvieto è (stata) oggetto di una violenta e ripetuta speculazione edilizia che ha ridisegnato nuove città, cancellato campagne, disegnato mostri di cemento.

Non basta: Orvieto è sede di una discarica che è riuscita pure a distruggere gli straordinari calanchi, figli del vento, di dantesca memoria.

Non abbiamo sentito tante voci accorate, sempre e solo i soliti.

Potremmo continuare, gli esempi non mancano di certo!

Le città senz'auto piacciono a tutti, ma non basta dichiararsi slow per coprire l'assenza assoluta di un progetto che accompagni coerentemente, nel tempo,  questo 'progresso'.  Salvaguardando gli interessi di tutti, abitanti, imprenditori, visitatori: un divieto non  risolve mai  un problema.

 Se allora qualche centinaia di firme contribuiranno ad impedire la definitiva desertificazione del centro storico, sarà una battaglia giusta e non certo di retroguardia.

Questi provvedimenti vessatori dietro una facciata, al solito, moralistica, sono sospetti e sanno solo di caccia a qualche entrata con i quattrini dei trasgressori".

 

Pubblicato il: 10/11/2006

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