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Ma chi ha fatto quei debiti?

Note a margine di un Consiglio comunale storico. Quei 6milioni di euro  di buco prodotti da...
Morcella: "Ma non è meglio vendere tutta la caserma Piave? Barbabella: "Ci vuole il coraggio di scegliere"

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di Dante Freddi

Il Consiglio comunale ha deliberato la cessione di immobili di proprietà comunale ritenuti non strategici per la realizzazione dei progetti di sviluppo della città. Sono, in effetti, prprietà che non cambiano nulla, anzi, forse consentono risparmi sulla manutenzione ed introiti dall'ICI.
In sostanza, non ci siamo venduti i gioielli di famiglia. Anzi, sarà difficile anche riuscire a venderli.
Nell'aula consiliare, l'altra sera, c'era il pubblico delle grandi occasioni.
Conticelli girava "gasato" per la sala e l'antisala, produceva informazioni, documenti, valutazioni.
Il sindaco ha assistito a tutto il dibattito con attenzione e continuità inusitata e si è raccolto tutti gli "insulti" della minoranza, che ha chiesto le dimissione sue e dei suoi.
L'assessore al bilancio Massimo Frellicca, che doveva spiegare come mai mancassero all'appello oltre sei milioni, ha prima spiegato  pacatamente la situazione e poi ha strafatto ed è arrivato a descrivere un'immagine di Orvieto città ideale, il cui unico nemico è il nefando Patto di stabilità che vorrebbe costringerci in povertà.

Nell'aula girava la domanda "ma chi ha fatto i debiti?"

Tutti avrebbero voluto incolpare Cimicchi, ma troppi erano già con lui ai suoi tempi e quindi il quesito è rimasto nell'aria. Il nome dell'ex sindaco non l'ha pronunciato nessuno e nessuno della maggioranza ha ammesso proprie responsabilità, come se non ci fosse mai stato.
Barbabella, come sempre schietto e lucido, ha invitato alla chiarezza, alla verità ed alla coerenza, per costruirci sopra un progetto di sviluppo e di azioni serio e credibile, compiuto da persone serie e credibili.

Il suo riferimento alla "colpa" della maggioranza di non avere sostenuto fino in fondo i progetti della scorsa amministrazione, dal piano dei rifiuti al CSCO alla RPO è convincente.
La vera responsabilità è lì.

Comunque, compiuta l'operazione di risanamento, ci sarà bisogno di qualche colpo di genio, di ottimismo e determinazione  per garantire alla città un livello di vita almeno simile a quello alimentato fino ad ora.

Legge speciale e gli introiti dei rifiuti non ci sono più e quindi ritorniamo un piccolo paese di provincia, con trasferimenti da parte dello Stato conseguenti.

L'appello lanciato  giorni fa dall'onorevole Bocci ai suoi colleghi parlamentari dell'Umbria per sottoscrivere una legge speciale sulla Rupe, una legge di "mantenimento" dei lavori eseguiti, non sembra aver prodotto alcun entusiasmo. D'altra parte è stato un appello così, "ex abrupto", in occasione di una conferenza stampa ed espresso in modo poco convincente.
I rifiuti, su cui Cimicchi aveva costruito un progetto industriale produttivo, sono un'entrata di bilancio ormai sfumata, stoppata dal modello di sensibilità ambientale della nostra gente e delle nostre forze politiche. Delle pale eoliche, che non so quanto eventualmente produrrebbero e se sarebbero utili, comunque non vogliamo saperne, per principio.
L'università è in bilico e l'assorbimento del CSCO nel Consorzio universitario di Terni-Narni non fa pensare a sviluppi straordinari.
Il turismo non potrà essere sostenuto con il tessuto di iniziative intrecciato fin qui. Della gestione deficitaria del Palazzo dei Congressi, di Umbria Jazz e di manifestazioni varie se ne dovranno far carico le categorie che ne traggono direttamente benefici e che per anni hanno sputato nel piatto offerto dall'Amministrazione e dagli altri cittadini. Se non ci sono possibilità, si chiude.
Ci sarà da scegliere e se c'è da privarsi di qualcosa, viva il sostegno della stagione teatrale del Mancinelli, su cui cresce la nostra cultura, viva una biblioteca vitale, asili nido sufficienti, una viabilità sicura, un ambiente sano, un'assistenza dignitosa. Insomma,una qualità della vita dei cittadini decente, che è il compito di una amministrazione locale.

Per il resto, comportiamoci per quello che siamo e per come ci considerano: una comunità di ventimila abitanti, che con gli altri paesi dell'Orvietano raggiunge poco più di quarantamila anime, un ventesimo della Regione dell'Umbria, in cui abitano un settantesimo degli italiani.

Pubblicato il: 29/09/2006

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