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Continua la lotta di Imbastoni contro le "pale a vento"

Dopo aver acquisito il consenso del Comune di Orvieto contro l'impianto eolico , ora di fronte a lui c'è il sindaco di San Venanzo

ORVIETO - Dopo l'incompatibilità urbanistica decretata dal Comune di Orvieto sul progetto per l'istallazione del parco eolico sul monte Piatto, il consigliere del Prc Giancarlo Imbastoni caldeggia le ragioni del no anche presso il sindaco San Venanzo, altro Comune interessato cui la società Energia Spa ha presentato richiesta (la Regione Umbria, soggetto chiamato al rilascio delle autorizzazioni in virtù del piano energetico regionale ha delegato la decisione ai Comuni).

Imbastoni lo fa in una lettera aperta indirizzata al primo cittadino, Francesca Valentini che sull'argomento ha detto di volere "approfondire tutti gli aspetti". "Di tempo per approfondire ne ha avuto a bizzeffe (un anno dall'installazione dell'anemometro e tre mesi dalla formalizzazione del progetto) - taglia corto Imbastoni nel chiudere la lettera - ogni ulteriore richiesta di approfondimento è poco credibile e assomiglia sempre di più a un sostegno passivo all'iniziativa che oltre che inutile è devastante anche per i 1300 posti letto negli agriturismi che il suo Comune vanta". Questo l'esponente del Prc lo dice al termine di una personale disamina con la quale invita il sindaco a riflettere su una serie di argomentazioni. La prima che il "vento forte" sul mote Piatto non c'è. "Nella mappa dei siti potenziali eolici contenuta nel piano energetico regionale il monte Piatto non c'è, non c'è Orvieto e non c'è San Venanzo - dice Imbastoni - i siti giudicati idonei si trovano tutti a est dei monti Martani". Secondo l'esponente del Prc, poi, il sito "sarebbe redditizio ma non produttivo perché - argomenta tra l'altro - questo tipo di impianti beneficiano di colossali contributi sul MWh erogato, chiamati "certificati verdi" pari attualmente a 11 eurocent/KW prodotto, oltre i 4-7 eurocent/KW che è il prezzo reale dell'energia; il tutto per 12 anni che grossomodo il tempo minimo di funzionamento dell'impianto". "Ma dal dodicesimo anno in poi - insiste - sarebbe un impianto con un forte rischio di lavorare in perdita se manutentato a dovere, perché i contributi verrebbero a mancare e ci sarebbe solo l'entrata per KW venduto di 4/7 eurocent, e la manutenzione, straordinaria soprattutto, aumenta col passare degli anni".

 

Questa, in versione integrale, le lettera di Imbastonin al sindaco Valentini

Signora Sindaco,

leggo in una sua intervista del 12 agosto sul Messaggero che per lei la questione "centrale eolica sul Monte Piatto" è tutt'altro che chiusa, "e che ne vuole approfondire tutti gli aspetti";

a tale proposito le "chiedo di chiedere" alla Società proponente queste tre cose molto pratiche e per nulla bucoliche:

1) Lei afferma e anche la Società "che lì soffia forte il vento". Bene, a pag. 78 del Piano Energetico Regionale, c'è la mappa dei siti potenziali eolici e il monte Piatto non c'è, non c'è Orvieto e non c'è San Venanzo. Per la precisione i siti giudicati idonei alle centrali eoliche si trovano tutti a est dei monti Martani.

La Legge Regionale dice testualmente "la distribuzione eolica estesa all'intero        territorio non esclude altre iniziative al di fuori delle aree individuate e sarà     affrontata con successivi studi".

Che facciamo prendiamo per buoni i dati della Società proponente?

Per un impianto del genere ce la caviamo con l'autocertificazione?

2) C'è bisogno di alternative al petrolio, lo diciamo tutti meno Bush, ma non è detto che in none dell'emergenza dobbiamo prenderci la prima cosa che capita:

venga la Società a spiegarci che "strano operaio" è l'eolico sul monte Piatto, che lavora un giorno ogni tre o quattro (2250 ore all'anno che di  ore ne ha 8760), che magari attacca alle 2 di notte quando nessuno glielo chiede e smonta quando vuole lui, magari alle 11 di mattina quando c'è il famoso picco di consumo.

Due alternative: o il modello "capellone"sta avendo successo anche in settori insospettabili della comunità produttiva, oppure la reale produttività del sito è secondaria rispetto alla volontà di insediarla

3) Un luogo comune ci dice che l'eolico è energia a basso costo,  questo può essere vero in Danimarca, vediamo se è vero sul Monte Piatto, e qui Le chiedo la massima attenzione:

 in realtà il sito sarebbe redditizio ma non produttivo perché questo tipo di impianti beneficiano di colossali contributi sul MWh erogato, chiamati "certificati verdi" pari attualmente a 11 eurocent/KW prodotto, oltre i 4-7 eurocent/KW che è il prezzo reale dell'energia; il tutto per 12 anni che grossomodo il tempo minimo di funzionamento dell'impianto. E dopo?

Dal dodicesimo anno in poi sarebbe un impianto con un forte rischio di lavorare in perdita se manutentato a dovere, perché i contributi verrebbero a mancare e ci sarebbe solo l'entrata per KW venduto di 4/7 eurocent, (in Italia più alto che in Europa attualmente) e la manutenzione, straordinaria soprattutto, aumenta col passare degli anni si sa.

C'è quindi un rischio più che concreto di vedere "alla deriva" questi impianti allo scadere dei contributi (?).

Lo smantellamento dovrebbe essere previsto nei costi di impianto ma ancora non mi è mai capitato un preventivo o peggio un progetto che ne parli, quasi che queste macchine fossero biodegradabili

E l'obbligo di ripristino dei luoghi e le cauzioni sono poco più che foglie di fico di alcune centinaia di migliaia di euro quando ci sono da togliere "mattonelle" di 700/1000 metri cubi l'una di cemento armato (!!) e chilometri di cavo interrato, sempre che allo scadere della convenzione la ditta esista ancora

Gentile Signora Sindaco, di tempo per approfondire ne ha avuto a bizzeffe (un anno dall'installazione dell'anemometro e tre mesi dalla formalizzazione del progetto) ogni ulteriore richiesta di approfondimento è poco credibile; e assomiglia sempre di più a un sostegno passivo all'iniziativa che oltre che inutile è devastante anche per i 1300 posti letto negli agriturismi che il suo Comune vanta.

La prego quindi di fare queste tre domande alla Energia Spa che fa parte di Sorgenia Spa che con Electrabel - Acea formano la Tirrenopower; poi c'è a sua volta Acea che pochi mesi fa ha acquistato la TAD (leggi discarica di Orvieto).

Tutte brillanti Società che trattano di multiutility, che tra un anno anche la Provincia di Terni dovrà (?) partorire.

Lei questo lo sa, vero Sindaco?

Ultima domanda, questa volta a lei: è così sicura che gli abitanti innanzitutto di Ospedaletto, Ripalvella, Collelungo siano così contenti di un'altra batteria di spilloni sulla groppa ferita del Peglia ?

Le invio i migliori saluti.

                                                                                          Giancarlo Imbastoni

 

Pubblicato il: 19/08/2006

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