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Trentenne orvietano trovato morto a Perugia. Forse un overdose

Il corpo, scoperto dall'amico da cui il giovane era ospite, sarebbe stato trovato con accanto segni inconfutabili della dose letale Operazione "Cahos". Oggi prima udienza di rito ordinario

foto di copertina

ORVIETO - Trentenne orvietano trovato morto a casa di un amico a Perugia.  La Questura ipotizza l'overdose per la scomparsa di R.C., trentadue anni, di Orvieto, trovato senza vita ieri mattina, intorno a mezzogiorno e mezzo, in un appartamento del capoluogo umbro di via del Macello.  Il corpo, scoperto dall'amico da cui il giovane era ospite, sarebbe stato trovato con accanto segni inconfutabili della dose letale che il R.C. si sarebbe iniettato e che gli avrebbe procurato la morte.  Sarà tuttavia, probabilmente, l'autopsia che il magistrato potrebbe disporre in queste ore a chiarire le esatte accuse del decesso.  

Il trentaduenne mancava da Orvieto da qualche tempo. Da quando, dopo qualche guaio con la giustizia legato alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti, aveva deciso il ricovero in una comunità terapeutica di Assisi.  Dove sembrava, specie negli ultimi tempi, che tutto andasse per il meglio.  Addirittura, ultimamente, aveva, praticamente, terminato la degenza e aveva trovato, sempre nel Perugino, un impiego muovendo i primi passi verso un totale recupero. Un recupero che, se dovessero essere confermate le cause del decesso non era invece, purtroppo, avvenuto fino in fondo.  

Una morte per overdose non capitava ad Orvieto dall'ottobre del 2004.  Non che il 'problema droga' non esista.  Anzi forse il punto è proprio, semmai, che troppo spesso scuote le coscienze soltanto quando c'è l'esito di qualche indagine o quando si è costretti a registrare l'ennesima morte. 

Ad ottobre del 2004 era stata quella di E.C., di trent'anni. Venne trovato senza vita nel bagno della sua abitazione di Sugano.  Prima di lui, nell'arco di appena un anno, erano scomparsi altri quattro giovani orvietani. G.A., aveva 27 anni, quando, dopo l'arresto con la 'Cahos', venne trovato con una siringa nel braccio, nel cortile di una scuola in ristrutturazione, a Napoli, ad ottobre del 2003.  A dicembre dello stesso anno era morto, a 36 anni, E.V..  Un passato da tossicodipendente: fu la polizia a trovarlo senza vita nel suo appartamento di piazza Sant'Angelo, ad Orvieto.  A febbraio era toccato, invece, ad un ventitreenne di Orvieto scalo, S.A., le iniziali. Alle spalle la segnalazione alla Prefettura come assuntore. Lo trovò il padre, rientrando a casa. E, infine, nel torrido Ferragosto di quell'anno, a Foligno, nella sua abitazione di Belfiore, venne trovato in overdose da oppiacei M.R., idraulico di 32 anni, originario di Viceno. 

Storie simili e tutte diverse. E tutte con un'unica, incomprensibile, soluzione.

Pubblicato il: 20/04/2006

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