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Centrodestra e centrosinistra. Ci attendono tempi bui

Un Ulivo vincente che potrebbe essere una speranza. Un centrodestra vincente che potrebbe essere un'alternativa. Ma rinnovare la politica nostrana sarà opera titanica.
di Dante Freddi
Orvieto. Fotografia del voto
Soddisfazione dei DS

foto di copertina

di Dante Freddi

Il centrosinistra vince ad Orvieto e nell'Orvietano.
Dato scontato, nonostante la crescita del centrodestra che arriva alla soglia del 40%. 
Questi dati "solleticano" almeno due considerazioni.

La prima.
L'Ulivo raggiunge il 40% e rappresenta una novità, la novità.
Se, come auspicano gli ulivisti, procederà la costruzione del partito unico, alle prossime amministrative potrebbe esserci un blocco elettorale portentoso.
Nuove forze, quelle al di fuori di DS e Margherita, premono alle porte dell'Ulivo ed invitano ad un rinnovamento. Ma sarà opera titanica.

Una volta usciti quanti non se la sentiranno di compiere il grande passo verso un partito riformista,  i dirigenti DS di oggi, senza oppositori e con il patentino di "soci fondatori", lo saranno anche domani. Qualche sindaco dell'Orvietano messo in discussione, qualche incarico da rivedere. Qualche sacrificato, ma perché tutto rimanga com'è.

Nella Margherita, la classe dirigente è rappresentata oggi soltanto da Mocio e quindi garantito a lui il posto da sindaco, o qualcosa di altrettanto valido, saranno tutelati lui ed il partito.
Unica incognita, "Altra città" di Conticelli e Cortoni, che potrebbe aggregare forze diverse, non inquadrate, nuove, prodiane e anche di sinistra.
Ma per farci cosa, questo è il problema.
Conticelli ha concorso a sindaco due volte ed è stato bocciato, ha attuato un'opposizione puntigliosa ma senza sbocchi per una decina d'anni, non riscuote simpatie nella maggioranza se non, dicono, di Filippetti. Abbandonato il ruolo di amministratore dieci anni fa, quando era assessore di Cimicchi, e coltivato quello di oppositore "duro e puro", fino al ricorso alla magistratura, gli è rimasto poco da fare e da rappresentare.
Cortoni non sembra avere ambizioni politiche. Rimane il giovane Scopetti, seppure abbia ancora bisogno di far decantare l'aria da giovane tribuno che si è costruito intorno prima di essere accettato nel nuovo consesso. Insomma, nuovi che sono in sostanza già vecchi o da restaurare.

Nuovi nuovi, li conosceremo, se ci saranno.

Se il medesimo processo, "mutatis mutandis", avvenisse nei prossimi anni anche a livello nazionale, un grande progetto politico verso il bipolarismo avrebbe gambe senili ed affaticate, che non porterebbero lontano.

La seconda.

Il centrodestra cresce e si attesta sul 40%. Forza eccellente per costruire un'opposizione, ma anche per far immaginare una nuova maggioranza. Questo corpo elettorale non ha però "managers" che lo interpretino e gli diano la speranza di un successo locale raggiungibile.

Durante la scorsa campagna elettorale il centrodestra si è affidato totalmente a Berlusconi, unico interprete di se stesso e del suo elettorato. Poche iniziative, incapacità a comunicare, nessun candidato locale, al di là di Parretti. Agitazione di Olimpieri, il solo uomo di partito dell'area.

Conclusione.

"Mala tempora currunt", ad Orvieto ed in Italia.

Pubblicato il: 12/04/2006

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