Ai ferri corti Morcella e Barberani
Si inasprisce la polemica, che fa riemergere tra i forzisti vecchie tensioni mai placate
La "lettera aperta a Forza Italia"( pubblicata nella rubrica "corsivo") diffusa da Massimo Morcella, consigliere comunale di Orvieto, ha suscitato un generale interesse e la particolare attenzione del coordinatore comunale dei forzisti Antonio Barberani, che ha risposto con durezza al compagno di partito Morcella.
La polemica che si è innescata dimostra, tra l'altro, un grande bisogno di discussione all'interno di Forza Italia, che negli ultimi anni ha vissuto nell'Orvietano tempi di elevatissima tensione e di bassissimo livello del confronto, come lamenta lo stesso Morcella.
Questa la risposta di Massimo Morcella ad Antonio Barberani.
"Una breve precisazione mi sembra doverosa: la mia "lettera aperta a Forza Italia" non conteneva in sé il benché minimo intento polemico. Rappresentava soltanto il tentativo di suscitare un dibattito di carattere generale, in ordine a problematiche che ritengo di assoluta rilevanza, e che apparivano propedeutiche ad un auspicabile riequilibrio interno tra le diverse sensibilità culturali del nostro movimento. Problematiche che, per loro natura, dovrebbero prescindere dai particolarismi locali e che, viceversa, andrebbero inquadrate in un ambito di più vasto respiro. Ritenevo necessario avviare un dibattito, culturale, prima ancora che politico, nell'ambito del quale si sarebbero potute affrontare, in modo serio e costruttivo, tutte le tematiche attinenti alla laicità dello stato e alle libertà individuali. Auspicavo, in definitiva, l'avvio di un confronto che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto dare risposte in ordine alla possibilità di ridare voce a quella parte di Forza Italia che oggi fatica a condividere scelte di campo operate in tema di libertà individuali.
A fronte di tutto ciò, travisando volutamente la verità storica dei fatti e addossandomi responsabilità politiche che non ritengo di avere, mi si risponde cercando di ri-trascinarmi nell'ambito di piccole beghe di quartiere, piuttosto noiose, definite da tempo e che non hanno la minima attinenza con la questione sollevata.
Il ritorno ossessivo a vicende che attengono al trapassato remoto (peraltro interpretate in modo assolutamente personale), oltre a dimostrare una certa forma di "psicopatologia" politica di chi le ripropone, mi offre la certezza definitiva che il movimento non è intenzionato ad aprire un confronto sereno, ma serio, sui temi indicati. E dire che l'origine culturale di parte dei locali vertici di Forza Italia avrebbe dovuto garantire un humus fertilissimo in questo senso.
La reazione stizzita e a tratti piuttosto scomposta mi conferma di aver toccato un nervo scoperto, ma la circostanza non mi gratifica.
Se il livello del confronto è quello che mi si è proposto, non ho intenzione di interloquire oltre. Resto invece in attesa di eventuali contributi, meno rancorosi e maggiormente attinenti al senso della questione".
Pubblicato il: 03/03/2006