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NOTIZIE CORSIVI

E Giulio Ladi mi tira le orecchie

Giulio Ladi, corrispondente orvietano del Messaggero, ha ritenuto di dover intervenire su un nostro articolo , titolato "L'ira di Mocio", che riporta la reazione del sindaco di Orvieto, Stefano Mocio, in merito ad un suo pezzo.
Riportiamo l'intervento di Ladi e una mia nota di chiarimento.
 
"Caro Dante,
credo sia la prima, e probabilmente sarà l'ultima volta, che affido a un sito orvietano un mio intervento.
Noto con dispiacere che, se da una parte il costume dei politici è sempre più incline alla scorrettezza nella dialettica sempre aperta con l'informazione, anche noi giornalisti spesso ci prestiamo a seguire il malvezzo.
Il sindaco Mocio, nel suo sfogo, più che nella sua smentita ( e vedremo il punto in cui cerca imprudentemente di smentire) al mio articolo di venerdì 11 novembre ( pagina umbra de Il Messaggero), ha singolarmente affidato le sue "righe" soltanto a OrvietoSì e, naturalmente, al "suo" ufficio stampa. Dimenticando che quando si parla di smentite ( termine citato nell'intervento del sindaco) sarebbe correttezza inviarle al giornale che ha pubblicato la notizia. Ma, tant'è, abbiamo detto che per i politici la correttezza è un optional.
Ciò che mi sarei aspettato da te, caro Dante, giornalista di vecchia data più del sottoscritto, sarebbe stato un colpo di telefono e un diritto di replica. Diritto che, purtroppo, sono costretto a prendermi da solo. Ricordando che quella benedetta correttezza che fino a qualche tempo fa era costume dei giornali e dei giornalisti, " sconsigliava" a una testata di pubblicare smentite rispetto a articoli apparsi su altre testate.
Ma tant'è, abbiamo detto che la correttezza è scomparsa da tempo e che sono altre le logiche che regolano l'informazione.
E veniamo alla smentita di cui parla il sindaco, tralasciando lo sfogo di Mocio sulle valutazioni personali che è compito dei lettori e soltanto loro di valutare.
" In particolare non è vero che il sindaco abbia portato in qualunque luogo il Piano regolatore", dice Mocio. Ma dovrebbe spiegare cosa vuol dire portare in procura, perché in odore di "notizia criminis", le osservazioni al Piano che dello stesso fanno parte integrante e che dello stesso parlano quando sospettano commistioni tra politica e affari. E dovrebbe spiegare, Mocio, se questa non è rottura con il passato, quando quelle stesse notizie, al contrario, in passato sono state "dimenticate", siano esse credibili o no. E dovrebbe dire, Mocio, se è vero o meno che in commissione consiliare, discutendo i consiglieri proprio in merito all'approvazione del piano operativo del Prg, non sia stato lui e alzarsi e comunicare di aver provveduto ad avvertire la procura della Repubblica di una possibile "notizia criminis".
Poi Mocio dice :" riguardo le questioni legate alle politiche dei bacini minerari è giusto ricordare come, proprio le scelte restrittive effettuate dalla precedente Amministrazione, hanno fortemente circoscritto e reso quindi sostenibili le politiche estrattive". E anche qui dovrebbe spiegare come mai, rispetto alla cava di Benano, della quale parlo nel mio articolo, ci sono voluti interventi duri di comitati di cittadini, di associazioni ambientaliste e di associazioni di categoria ( la Cia Regionale), per far si che lui, Mocio, dicesse un NO risoluto alla realizzazione della cava, al contrario prevista in quel piano di cui parla. Tanto prevista che, parola dell'imprenditore che ne aveva presentato il progetto, ci si potrebbe trovare di fronte a una richiesta di maxirisarcimento( vedere conferenza stampa dello stesso imprenditore del 23 agosto scorso).
Quanto al partito al quale Mocio non vorrebbe essere accostato, quello stesso partito è di gran lunga il partito di maggioranza relativa tra quelli che lo sostengono e quello dal cui serbatoio di voti Mocio ha attinto i maggiori consensi. Voti che in democrazia hanno un logico peso.
E, poi, non sono stato io a parlare di "discontinuità nella continuità" e di "dieci anni di buio di Orvieto nei rapporti interistituzionali". E' stato Stefano Mocio, con dichiarazioni alla stampa mai smentite. 
                                                                       Giulio Ladi


"Caro Giulio,
devo aver perso qualche battuta.
Le tue valutazioni sulla corettezza non le ho capite davvero.
 
Ho pubblicato un comunicato stampa diffuso dal Comune di Orvieto, con un attacco che lo inseriva nel contesto e senza alcun giudizio personale. 
 
Non ho ritenuto di telefonarti perché la notizia era per me l'intervento del sindaco sul rapporto tra politica, informazione e cittadini, questioni generali di cui il tuo articolo è stato soltanto l'occasione per "sfogarsi", come dici tu. Un tema che mi interessa e su cui ho intenzione di confezionare anche un ritorno.
 
Sai benissimo che gli altri giornali non pubblicheranno l'intervento del sindaco, se non freddo e parzialmente, quando servirà, perché non scriveranno sul loro foglio il tuo nome e quello del tuo giornale, secondo una stupida quanto antica convenzione. A me pubblicizzare il Messaggero e la notizia che hai diffuso non provoca nessuna invece nessuna remora.

La mia correttezza io la conosco e la esercito quotidianamente, anche se con grande fatica e pazienza, quella necessaria per vivere dignitosamente nella nostra comunità. Se non mi è riconosciuta, e non mi è riconosciuta da te, vuol dire che ci vuole ancora più pazienza.
Un abbraccio
Dante

Pubblicato il: 14/11/2005

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