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L'ira di Mocio

Scrive il sindaco: "È veramente deplorevole e per certi versi incredibile, oltre che doloroso per i diretti interessati,  constatare come questa città sappia misconoscere l'operato di tutti coloro che hanno svolto il loro ruolo amministrativo con impegno, spirito di servizio e responsabilità"....

foto di copertina

In un'ampia panoramica di "principio" sulla realtà orvietana, scaturita da un articolo apparso ieri sul Messaggero e titolato "Orvieto, piano regolatore in Procura", il sindaco Stefano Mocio si scaglia contro il metodo, che definisce "deplorevole", con cui vengono affrontati in alcune occasioni i temi amministrativi della città. Rivendica il ruolo positivo dell'operato di molti amministratori che lo hanno preceduto e chiede di essere giudicato per quello che fa e non per quello che fa in rapporto a chi c'era prima di lui.

 

La notizia pubblicata dal Messaggero è che il sindaco ha ritenuto di dover consegnare alla Procura della Repubblica gli atti relativi al Piano regolatore generale, affinché siano effettuate le indagini necessarie a rilevare eventuali reati. Altra città aveva infatti denunciato nelle osservazioni presentate al Piano regolatore una commistione tra politica ed affari, che Mocio ha ritenuto fosse una "notizia criminis". 

 

Sono state le considerazioni di "contorno" del giornalista, che hanno collocato il fatto in un àmbito storico-politico tra presente e passato, a provocare l'ira di Mocio.

 

Questo il testo dell'intervento del sindaco.

 

"È il momento di concludere i paragoni con il passato, di valutare se in rapporto a questo c'è continuità o rinnovamento. Il confronto con ciò che ha preceduto è ammissibile nei primi mesi post-elettorali e non certo ad un anno e mezzo di distanza.

È  il momento di concludere i tentativi di schierare il sindaco accanto a qualunque partito o ad una delle sue componenti. Il sindaco ha un costante confronto con i cittadini e con i rappresentati riconosciuti delle forze politiche e dei gruppi consiliari. È questa una delle regole basilari della democrazia.

Credo che ognuno sia chiamato ad operare secondo le capacità, le inclinazioni e il bagaglio di conoscenze ed esperienze di cui dispone. Credo inoltre, che nel momento in cui il sindaco acquisisca carte a lui indirizzate dove si ventilano possibili problemi legati a procedimenti amministrativi è dovere del sindaco informare gli organi competenti. Ritengo infatti che tutte le Istituzioni pubbliche siano chiamate a cooperare per lavorare insieme al raggiungimento del bene comune: in questo modo io intendo la dinamica dei rapporti interistituzionali.

In particolare non è vero che il sindaco abbia portato in qualunque luogo il Piano regolatore; Piano che peraltro ha dato una risposta importante ai problemi abitativi, sociali ed economici della comunità locale e del quale l'altro ieri, nei tempi previsti, l'assemblea comunale ha approvato una variante al Piano regolatore operativo. Questa politica urbanistica ha molti livelli di continuità con il passato e anzi debbo sottolineare il lavoro svolto da tutti i miei predecessori che hanno permesso di realizzare una politica urbanistica e di mobilità urbana che è oggi studiata e riconosciuta al livello nazionale e internazionale, nonostante alcuni aspetti che con il senno di poi avrebbero potuto esser valutati e realizzati diversamente .

Credo che sia giusto, anche in onore del lavoro e dell'intelligenza delle persone, non considerare le scelte urbanistiche più recenti qualche cosa che sia in contrasto o in continuità con il passato. Sulle questioni legate alle politiche dei bacini minerari è giusto ricordare come, proprio le scelte restrittive effettuate dalla precedente Amministrazione, hanno fortemente circoscritto e reso quindi sostenibili le politiche estrattive.

In questo senso io intendo far mio tutto ciò che di positivo è stato impostato in passato sia nelle giunte in cui ho svolto funzioni importanti, sia in quelle dei periodi ancora precedenti, che sono alla base della discussione di un nuovo progetto di sviluppo della città.

È veramente deplorevole e per certi versi incredibile, oltre che doloroso per i diretti interessati,  constatare come questa città sappia misconoscere l'operato di tutti coloro che hanno svolto il loro ruolo amministrativo con impegno, spirito di servizio e responsabilità.

La nostra città ha vissuto anche epiloghi tragici a causa di quelle "azioni politiche" volte alla denigrazione dell'avversario e, troppo spesso, dell'amico o compagno politico."

È  incomprensibile la ragione per cui non si riesca ad avere rapporti più equilibrati e maturi con chi ha contribuito in prima persona a costruire le pagine di cronaca politica di questa città. Non si può passare dagli elogi interessati del più forte alle azioni demolitorie .

È  necessario discutere di ciò che si sbaglia, ma anche di ciò che si fa giusto. Del resto chi lavora e porta avanti con passione le proprie idee talvolta è approvato, talvolta no .

Va però riconosciuto, con serenità ed equilibrio, il lavoro svolto. Non va dimenticato il notevolissimo lavoro effettuato  dalle ultime amministrazioni comunali grazie al quale questa città è fortemente cresciuta conquistando una visibilità internazionale.

Ritengo, perciò, che non sia possibile progettare il futuro della nostra città senza avere la memoria di tutto il passato, quello condiviso e quello no."

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 12/11/2005

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