Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Il sindaco visto da dietro

In un lungo intervento Stefano Mocio si rivolge amareggiato alla sua comunità litigiosa e demolitoria. Analisi del testo... E Giulio Ladi mi "tira le orecchie"

foto di copertina

Dante Freddi

Quando ha scritto le parole che seguono, al di là del contesto, che ha anche provocato una piccola polemica tra me ed il mio amico Giulio Ladi, Stefano Mocio, sindaco di Orvieto, non pensava alla notizia pubblicata sul Messaggero e ad una riposta politica o amministrativa, di cui tra l'altro non c'era bisogno.
Stefano Mocio ha  affidato ad un comunicato dei sentimenti, ha descritto uno stato d'animo, ha "sfogato" la sua amarezza.  Ha mostrato un lato della sua sensibilità che non gli conoscevo. Non c'è politichese in quelle parole, non c'è tattica, c'è un uomo deluso che si rivolge alla sua comunità.

Scrive Mocio: "È veramente deplorevole e per certi versi incredibile, oltre che doloroso per i diretti interessati,  constatare come questa città sappia misconoscere l'operato di tutti coloro che hanno svolto il loro ruolo amministrativo con impegno, spirito di servizio e responsabilità.
La nostra città ha vissuto anche epiloghi tragici a causa di quelle "azioni politiche" volte alla denigrazione dell'avversario e, troppo spesso, dell'amico o compagno politico."
È incomprensibile la ragione per cui non si riesca ad avere rapporti più equilibrati e maturi con chi ha contribuito in prima persona a costruire le pagine di cronaca politica di questa città. Non si può passare dagli elogi interessati del più forte alle azioni demolitorie .
È necessario discutere di ciò che si sbaglia, ma anche di ciò che si fa giusto. Del resto chi lavora e porta avanti con passione le proprie idee talvolta è approvato, talvolta no .
Va però riconosciuto, con serenità ed equilibrio, il lavoro svolto. Non va dimenticato il notevolissimo lavoro delle ultime amministrazioni comunali, grazie al quale questa città è fortemente cresciuta conquistando una visibilità internazionale.
Ritengo, perciò, che non sia possibile progettare il futuro della nostra città senza avere la memoria di tutto il passato, quello condiviso e quello no."

Noi raccontiamo storie  politiche ed ademolitori mministrative e gli attori sono uomini, certo uomini pubblici, che sanno di essere soggetti al giudizio degli altri, ma che hanno anche bisogno di sostegno, di condivisione, di riconoscimento. Un'occasione per pensare e per aprire un dibattito sulla "politica", sul rapporto tra noi,  a cui ci ha chiamato anche il nostro vescovo.

Pubblicato il: 14/11/2005

Torna alle notizie...