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Cimicchi senza peli sulla lingua

Eletto consigliere regionale per soli otto voti, ringrazia commosso tutti gli orvietani ed attacca il partito che lo ha "tradito"

foto di copertina

di Dante Freddi

Stefano Cimicchi è stato eletto in Consiglio regionale.

Ha convocato una conferenza stampa stamattina alle 12.
Non parlava di cose di partito da almeno setteotto mesi ed ha raccontato le sue impressioni con estrema schiettezza, senza eufemismi.
"Ringrazio tutti gli orvietani, che mi hanno tributato un consenso inaspettato, i miei collaboratori, la mia famiglia". Dopo questa sentito e commosso ringraziamento, è entrato nell'analisi del voto, soprattutto del voto che lo ha avvicinato alla sconfitta soltanto per 8 preferenze, quante lo dividono dalla collega di partito Giglioni.
"Politica selvaggia", così Cimicchi ha definito quella che si è manifestata in casa diesse ad Orvieto e nell'Orvietano in questa tornata elettorale.
La difficoltà che esiste nel nostro bacino elettorale di esprimere un consigliere regionale, la presenza di tre candidati diesse, e quindi la lotta serrata che si è scatenata, costituiscono le condizioni su cui si è innestata una evidente fronda nei confronti dell'ex sindaco. Infatti Rossi e Giglioni, diesse di Terni e Narni, si sono divisi oltre 400 voti orvietani.
Le critiche di Cimicchi si sono concentrate sul  partito, nonostante "il sincero dolore a parlare di questa miseria", sulla sua "inefficienza", sulla "classe dirigente orvietana che pensa di governare i processi con autosufficienza".
Gli "sgarbi"  nei suoi confronti li ha elencati con precisione e puntualità.
Dalla "deviazione", durante gli ultimi giorni di campagna elettorale, dei voti controllati dal partito attraverso decenni di clientelismo, "i voti mercenari di quelle famiglie dove tutti sono impiegati in enti locali", fino all'appoggio esplicito prestato a Rossi e a Giglioni anche promuovendo la "non preferenza".
Cimicchi ha promesso che non c'è in lui alcun desiderio di vendetta, ma "se i democratici di sinistra non cambieranno questo atteggiamento autolesionista non ci sarà futuro".

Deciso, ha ribadito che lo scorso anno non c'è stato alcuno scambio tra un suo possibile assessorato regionale, che nessuno gli ha mai promesso, e la consegna della città a Mocio. Ed ha ricordato che comunque, da oggi, "nessuno nel partito ha più alcun paracadute".

Insomma, nei diesse si è aperta una fase di dibattito che risulterà certamente vivace. Se Cimicchi non promette vendetta, lo stato d'animo dei suoi amici non è altrettanto tranquillo e la resa dei conti segnerà i prossimi mesi della vita dei democratici di sinistra dell'Orvietano.

E Carpinelli e Ricci chiedono la convocazione del partito
Questo il testo diffuso dai due dirigenti, che apre la verifica in casa diesse:

"Riteniamo di dover esprimere un giudizio  fortemente positivo per l'affermazione della coalizione di centro sinistra in Italia ed in Umbria.

Il risultato rappresenta una grande possibilità per l'affermazione del buon governo in quasi tutte le regioni italiane e soprattutto, per un cambio del governo alle prossime elezioni parlamentari.

In questo contesto esprimiamo un apprezzamento per il risultato ottenuto dal nostro candidato Stefano Cimicchi che ha ottenuto 5721 preferenze che gli consentono l'ingresso in Consiglio Regionale.

A fronte del risultato positivo dobbiamo purtroppo registrare degli elementi di difficoltà imputabili ad una conduzione  della  campagna elettorale che desta quantomeno alcune perplessità per il risultato orvietano di altri candidati della lista dell'Ulivo.

Quanto sopra deve essere imputato al prevalere di logiche imperniate su dinamiche interne piuttosto che ispirate dagli interessi generali.

Per questo motivo, ritenendo necessario avviare un chiarimento sui processi di direzione politica,  propongono che nella riunione dell'area di minoranza, convocata per stasera, si richieda formalmente la convocazione urgente degli organismi dirigenti comprensoriali e comunali".

 

Pubblicato il: 05/04/2005

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