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Bomba, l'obiettivo era un altro

Si tenderebbe a escludere la pista anarchica, il pacco non era per quel palazzo. È quanto emerge dalle prime indagini sull'ordigno ritrovato in via Angelo da Orvieto. Si indaga per tentata strage...

foto di copertina
ORVIETO - Gli investigatori tendono a escludere sia la matrice eversiva, sia che quel pacco bomba fosse destinato realmente al palazzo dove è stato ritrovato la mattina di mercoledì. Qualcosa potrebbe aver disturbato gli attentatori che si sarebbero così liberati del pacco prima di giungere a destinazione. Si fa sempre più fitto il mistero attorno all'ordigno rinvenuto dalle due famiglie orvietane sul loro portone i ingresso al civico 5 di via Angelo da Orvieto, nel cuore della Rupe. Un ordigno confezionato con un chilo e cento grammi di polvere pirica (di diversa specie) collegata con dei fili elettrici a un timer forse difettoso e a una pila da 9 volt. Ordigno che non ha avutio finora alcuna rivendicazione e che sul quel portone, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stato collocato tra le 4,45 e le 7,30 del mattino. Intanto la Procura della Repubblica ha avviato un'inchiesta in cui avrebbe ipotizzato la tentata strage. Gli agenti del commissariato cittadino hanno ascoltato decine di persone e ora sono in attesa dei risultati della polizia scientifica, dalla loro relazione potrebbero emergere elementi utili per risalire agli attentatori. Tra le ipotesi anche quella che il pacco fosse destinato ad altre persone, magari come avvertimento.

Pubblicato il: 04/03/2005

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