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Noi e il Giorno della Memoria

Sentimenti comuni, diffusi e condivisi di condanna possono evitare nuovi olocausti

foto di copertina

di Dante Freddi

Il Parlamento italiano, il 20 luglio del 2000, ha istituito il "Giorno della memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico ed dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

È il 27 gennaio.

La legge recita così:
"Art. 1 - La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico) nonché coloro chesi sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2 - sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado affinché simili eventi non possano mai più accadere.

Il Terzo Reich considerava nemici non solo gli ebrei, ma anche, zingari, oppositori politici, oppositori del nazismo, Testimoni di Geova, criminali abituali e soggetti "anti-sociali". In sostanza, ogni individuo che poteva costituire ipoteticamente una minaccia per il nazismo correva il rischio di essere perseguitato, ma gli ebrei erano l'unico gruppo destinato ad un totale e sistematico annientamento. E lo furono.
Nei campi nazisti furono uccise sei milioni di persone.

Internet offre la possibilità di navigare numerosi siti dedicati alle nefandezze di quegli anni, vedere immagini impossibili, che fanno inorridire, agghiacciare, pensare. Sessanta anni fa la generazione dei nostri padri e nonni visse quelle aberranti vicende. I lutti ed il dolore sono vivi, le ferite ancora scoperte e sanguinanti e così dovrà essere anche per le generazioni future. Quel massacro è una macchia sulla coscienza dell'umanità. 
Si deve perdonare, ma non si può dimenticare.
In quel "sonno della ragione" uomini, uomini come noi, commisero le più turpi azioni e dimostrarono una capacità straordinaria e terribile di esprimere odio e malvagità.  Questa capacità si "esprime" ancora oggi in alcune regioni del mondo e soltanto un comune, diffuso e condiviso sentimento di condanna può e potrà evitare nuovi olocausti. 

Pubblicato il: 25/01/2005

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