Caro Giulio
Cecilia Stopponi, assessore ai servizi sociali del Comune di Orvieto, risponde a Montanucci sul tema degli anziani
L'intervento di Montanucci e del collettivo "il manifesto"
di Cecilia Stopponi
Caro Giulio,
nonostante il tono polemico usato nella tua comunicazione, ti ringrazio del contributo sempre puntuale che porti alla discussione, su questo come su tanti altri argomenti di interesse per la comunità cittadina. Mi sento però di chiarire alcuni aspetti della tua comunicazione, perché mi sembra che tu - di certo non in modo intenzionale - non abbia correttamente letto le mie pur brevi e semplici parole, all'interno di una intervista a più voci su un tema così importante per la nostra comunità.
Non solo non dissento dal tuo gruppo sulla assoluta necessità di realizzare strutture residenziali per anziani nel centro storico, ma al contrario lo sostengo - anche nell'articolo a cui tu fai riferimento - in modo chiaro ed inequivocabile. Così come lo sostiene il Partito di Rifondazione Comunista che proprio su questo tema sta in questi giorni elaborando un progetto che presenterà alla cittadinanza.
Pertanto è inesatto (per non dire strumentale) il passaggio in cui aggiungi fra parentesi "della residenza per anziani" nel contesto di una frase riferita ad una specifica tipologia di residenza a cui faccio riferimento, cioè quella "protetta", che - peraltro - non sono io a definire, bensì le norme nazionali e regionali.
La distinzione tra Anziani Autosufficienti e Non Autosufficienti, non è una distinzione che faccio io, Giulio, ma la Natura, purtroppo, ed affrontare con serietà e senza demagogia questo tema, (che è non solo doveroso, ma rappresenta senza dubbio "il" grado di civiltà di un Popolo) significa anche studiare le soluzioni più corrette per rispondere al meglio alle esigenze di chi è costretto dalla necessità ad affidarsi a strutture al di fuori del proprio contesto familiare e parentale.
Io non dimentico che un "Anziano, anche con una carrozzina può comunque vivere la vita della città", come sicuramente possono ed hanno il diritto di farlo - peraltro - anche i portatori di handicap, e credo anche - per rispondere ad un altro passaggio della tua comunicazione, che le strutture residenziali debbano essere il più diffuse possibile sul territorio, perché ciascuno ha un proprio vissuto ed un proprio contesto di relazioni sociali da cui - fin che possibile - non sradicarlo deve essere oggetto del massimo sforzo possibile.
Per finire, e con l'intento di non alimentare una discussione soltanto polemica - che sono certa non serve ad affrontare seriamente una questione tanto importante -, credo di poter chiedere al tuo gruppo ed a te personalmente di concedere il beneficio del dubbio rispetto alle capacità di questa nuova Amministrazione, e mie personali, di lavorare nella direzione di soluzioni positive e condivise con la cittadinanza.
Se vorrai, sarei lieta di potermi confrontare con te su questo tema, in modo approfondito, dandoti la mia totale disponibilità, comunicandoti inoltre che - per necessità, per mia curiosità culturale ed umana, per coscienza civile, per i fatti della vita che attiene a ciascuno in modo non programmabile - ho conosciuto le condizioni della popolazione anziana, handicappata, malata, non soltanto sui libri di testo.
Ancora grazie, e spero a presto.
Pubblicato il: 12/01/2005