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Falso ingegnere, raffiche di verifiche

Lo scandalo rimbalza nei palazzi che più contano della città del Duomo. E cresce l’apprensione per l’entità dei danni che porterebbero con se le centinaia di sanatorie necessarie a dare validità a tutti quegli atti da lui siglati nel corso di una quindicina di anni di attività e che perdono ora di ufficialità...  

di Stefania Tomba

Sarebbero verifiche numerosissime quelle a cui sarebbero costretti Istituzioni, società e privati cittadini nel caso la magistratura confermasse la vicenda del presunto falso ingegnere che per anni avrebbe esercitato la professione senza mai conseguire la laurea.

Lo scandalo rimbalza nei palazzi che più contano della città del Duomo. E cresce l’apprensione per l’entità dei danni che porterebbero con se le centinaia di sanatorie necessarie a dare validità a tutti quegli atti da lui siglati nel corso di una quindicina di anni di attività e che perdono ora di ufficialità. Adesso a fare luce sulla faccenda sarà la magistratura che potrebbe ufficialmente aprire un fascicolo ipotizzando i reati di falso ed esercizio abusivo della professione e forse anche truffa. Molti gli aspetti da chiarire tra cui non ultimo quello dell’eventuale complicità da parte di qualcuno.

Tutta da definire anche la qualità e la quantità delle consulenze prestate. Nessuna, sembrerebbe, in fase di collaudo. Tuttavia a quanto emerso avrebbe collaborato occasionalmente con decine e decine di privati e diverse società e Istituzioni. Una di queste la Alto, per la quale pare abbia effettuato i calcoli per la ricostruzione dei Comuni colpiti dal terremoto del ’97. E sarebbe stato anche tra i pochi professionisti della zona a ricevere l’incarico di ricalcolare i progetti di nuove costruzioni in vista dei recenti adeguamenti sismici dell’Orvietano. Sua sarebbe stata anche la consulenza per i calcoli statici degli immobili della Sao preso la discarica de Le Crete. E poi la fitta collaborazione con il Comune di Orvieto, da cui, a distanza di anni, sarebbe scaturito il tutto. Il velo si sarebbe alzato (beffarda, a volte, la sorte) proprio con i lavori della Madonna del Velo, presso porta Maggiore per i quali l’amministrazione avrebbe fatto richiesta all’ordine di una certificazione delle qualifiche dell’ingegnere. Un quarantenne orvietano super stimato la cui professionalità non sarebbe mai stata messa in discussione.

Ma a quel numero impresso sul timbro di convalida, a sigla di tanti atti ufficiali, non corrisponde il suo nome, bensì quello di una “collega” non orvietana. Né all’ordine provinciale degli ingegneri hanno mai sentito parlare del sedicente professionista. Eppure più di una decina di anni or sono c’è chi ricorda una festa di laurea celebrata con tutti i crismi. E poi il via di una brillante carriera che l’ha fatto diventare uno tra i più apprezzati “ingeneri” del territorio e una delle figure di spicco del panorama associativo di massimo prestigio dell’Orvietano. 

Pubblicato il: 07/01/2005

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