Congresso Ds. Vincono i fassiniani

ORVIETO - È stata una rivoluzione: la sinistra non è più maggioranza né in città né nel Comprensorio. E Orvieto conosce quella che potremo definire una "normalizzazione" su base nazionale. È questo il risultato dei congressi che, nell'ultima settimana, hanno fatto il punto sullo status quo degli equilibri all'interno dei Ds in tutto l'Orvietano. I risultati hanno letteralmente capovolto quanto accaduto nel 2001 regalando ai fassiniani una solida maggioranza. Saranno loro, ora, ad esprimere il nome per il segretario comunale di Orvieto e per quello comprensoriale.

Nel Comune di Orvieto Fassino ha ottenuto il 62% dei voti contro il 45,7% del 2001, Mussi il 30%, Salvi il 7,3% e la mozione Bandoli il 0,5%. Le tre mozioni di sinistra, insieme, nel 2001 avevano ottenuto ad Orvieto il 54%. Nel Comprensorio la mozione del segretario nazionale ha ottenuto il 58% (2001 43%). Mussi è arrivato al 35%, Salvi al 6% e la Bandoli allo 0,5%.  Nel 2001, insieme, avevano ottenuto il 57%. Nove Comuni su 13 vanno a Fassino. A sinistra rimane Allerona, Castel Viscardo, Ficulle (Mussi) e Castel Giorgio (Salvi). Da questo quadro ora si provvederà a rieleggere i vertici del più grande partito dell'Orvietano.

"Un congresso - ha affermato Danilo Petrini, coordinatore della mozione Fassino - che ha segnato un forte rinnovamento per aver eletto numerosi segretari di sezione sotto i 30 anni così come auspicato dal documento unitario approvato dall'Intercomunale prima dei congressi. Sono stati inoltre approvati anche gli altri documenti che prevedevano tra l'altro la costituzione della Federazione e la creazione di un coordinamento intercomunale".

"La forte partecipazione, la qualità del dibattito e i documenti approvati - prosegue Petrini - sono un grosso patrimonio che i Ds dell'Orvietano sapranno spendere nelle impegnanti battaglie future a cominciare dalle regionali". Nei prossimi giorni si riunirà il coordinamento della mozione Fassino che avanzerà proposte per il segretario comunale di Orvieto e il coordinatore comprensoriale. Si tratta del primo passo verso il cambio della guardia. Un cambio che, forse, non sarà solo alla guida del partito ma avrà ripercussioni anche fra i livelli di rappresentanza istituzionale.