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Due uniche sale entrambe controllate dalla Chiesa. Ma la proiezione è ancora possibile

L'assessore alla cultura Urbani: "È un problema che l'amministrazione comunale non può evitare di porsi: quello della evidente assenza di una alternativa libera da filtri preordinati". La proposta di Imbastoni. Il sindaco Stefano Mocio

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Due uniche sale cinematografiche entrambe sottoposte al controllo ecclesiastico. È così che mentre impazza la polemica intorno all'episodio della"Mala Educacion", censurata sugli schermi orvietani per effetto delle clausole restrittive incluse nel contratto di locazione dello stabile del cinema corso di proprietà della Curia Vescovile, Orvieto si scopre carente di una"sala laica".

È un problema - sottolinea l'assessore alla cultura Teresa Urbani - che l'amministrazione comunale non può evitare di porsi: quello della evidente assenza di una alternativa libera da quei filtri preordinati posti da altri in sostituzione della coscienza critica individuale".

L'assessore riflette più approfonditamente anche nel merito della pellicola in questione."Da persona laica apprezzai molto l'atteggiamento di maturità e buon senso dimostrato dalla Chiesa quando in America lo scandalo della pedofilia la investì direttamente. Al contrario decisioni come quella di non proiettare 'film denuncia' sull'argomento mi pare vadano in direzione completamente opposta. Una pellicola, si badi bene, non pornografica bensì diretta da un regista dal valore artistico riconosciuto".

Intanto c'è chi si augura che la proiezione non sia completamente sfumata. È Giancarlo Imbastoni, capogruppo di Rifondazione Comunista."Sbaglia la Cei a considerare il film come un attacco al cattolicesimo e Almodovar un alfiere di Zapatero - afferma Imbastoni -  E, convinto, come sono, che la libertà di espressione sia equivalente a quella di respirare, mi impegnerò per far sì che il film venga proiettato ad Orvieto in altra sala". E così dichiara l'intenzione di investire il budget messo a disposizione dal Consiglio comunale al suo gruppo per l'affitto della pellicola e di una sala adeguata."Così ognuno - prosegue - potrà valutare e commentare come succede con qualsiasi opera artistica".

La mancata, fin qui, proiezione della"Mala Educacion" non scuote invece più di tanto il sindaco Stefano Mocio al quale piacerebbe semmai"affrontare un discorso più ampio sulla necessità di tutelare i più piccoli di fronte alla violenza e alla volgarità dilagante sugli schermi a ogni ora del giorno. Fermo restando la necessaria tutela dei minori, sono personalmente contrario alle censure - aggiunge - Tuttavia non ho nessuna intenzione di entrare nel merito di un negoziato giuridico quale quello di un contratto di locazione liberamente sottoscritto dalle parti. Resta la libertà di impresa per chi voglia proiettare altri generi di film".

Pubblicato il: 13/10/2004

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