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Assistenza in casa agli anziani. Un obiettivo etico ed economico

Il "Pulmino di Enea" è un progetto che guarda la "grande età" come evoluzione e non come malattia e ne affronta i problemi con approccio scientifico, culturale ed etico. Anche ad Orvieto potrebbe organizzarsi una tappa

foto di copertina
di Dante Freddi

L'obiettivo del "Centro studi cure domiciliari" di Milano di diffondere una cultura che possa aiutare l'anziano a rimanere nella propria abitazione ed avere un'assistenza adeguata ad una qualità della vita dignitosa assume un'importanza rimarchevole.
È un prezioso momento di approfondimento della grave ma anche felice problematica sociale che investe il nostro paese: l'aumento esponenziale del numero di persone che raggiungono la terza e quarta età, la "grande età".
Il"Pulmino di Enea" girerà le città italiane e diffonderà la cultura dell'assistenza domiciliare. Inoltre pubblicherà un manuale, già alla terza edizione per i tipi di UTET, per insegnare ad assistere l'anziano in casa.
Un numero telefonico sempre disponibile costituirà un ulteriore supporto.
Tanti sono e saranno i vecchi, molti non sono autosufficienti, che potrebbero continuare a vivere nella loro abitazione senza peso eccessivo per sé e per gli altri se ci fosse un'assistenza adeguata, garantita da mezzi idonei e persone preparate.
Se ne ricaverebbe un risparmio consistente per la società e soprattutto garantirebbe una"continuità" di vita nell'ambiente più consono.
Niente fratture, niente malattia, la vita si evolve e prevede anche la mancanza di autosufficienza, che può esprimersi in diversi handicaps, alcuni certamente eliminabili attraverso nuovi"sostegni","bastoni" moderni costituiti dalle forme più diverse di aiuto, da quello farmacologico a quello alla persona, con l'obiettivo sempre  di garantire la massima autonomia e dignità. 

C'è una tendenza culturale ad allontanare la senilità ed i suoi problemi, sia da parte dei giovani che dei più vicini alla terza età. Una forma di esorcismo suggerito dai modelli che ci sopraffanno.

Ma l'età avanzata, per fortuna, è un obiettivo raggiunto da sempre più persone e va affrontata con scelte da sperimentare fin da oggi, per arrivare tra una ventina d'anni, quando gli ultrasessantacinquenni saranno oltre il 30% della popolazione, ad avere mezzi e formazione adeguati alla nuova"forma" della nostra società.

Propongo, in allegato all'articolo, per intero, il progetto"Il pulmino di Enea", perché è un documento utile, aiuta a capire, c'è da cògliere idee.
Mi piace rubare nel testo questo ragionamento, che porta alla definizione di vecchiaia come "grande età".

"Nessun termine nomina gli anziani senza residui di giudizi o pregiudizi. Definirli non è solo un problema di semantica, è in corso una rivoluzione sociale che richiede di riconsiderare questi soggetti nella loro interezza di persone. Il concetto di "grande età" vuole soffermare l'attenzione su un aggettivo e un sostantivo che, così uniti, abbandonano compiti descrittivi per entrare profondamente nell'essenza del problema. È l'aggettivo grande che conferisce il vero senso a età, poiché rappresenta la parte più importante della vita, quella in cui si sommano la consapevolezza di un lungo percorso compiuto e la maturità conquistata".

Ci auguriamo di poter vedere il"Pulmino di Enea" anche ad Orvieto.

L'obiettivo del "Centro studi cure domiciliari" di Milano di "Il Pulmino di Enea" nasce  in collaborazione con gli assessorati alle Politiche sociali dei Comuni d'Italia, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio di Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,  S.I.G.G. - Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, Pubblicità Progresso.

 

Pubblicato il: 06/10/2004

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