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Intervista a Maurizio Negri: 'Sbaglia An sull'Osservatorio' e poi parla anche dell'operazione Chaos

Il tema droga e il lavoro dell'Osservatorio per le tossicodipendenze sono al centro di un'intervista all'assessore ai servizi sociali di Orvieto. E risponde anche all'intervista realizzata da OrvietoSì.it a Stefano Olimpieri

Cronaca

di Giorgio Santelli
L'assessore ai servizi sociali, Maurizio Negri, non vuole scendere nella polemica per quel che riguarda la votazione nell'ultimo consiglio comunale che ha portato due rappresentanti della Cooperativa Sociale Il Quadrifoglio e dell'Arci Ora D'Aria all'interno dell'Osservatorio per le tossicodipendenze. "Tanto più - afferma Negri - che lo stesso Osservatorio, nella sua penultima riunione, a novembre, aveva espresso all'unanimità parere positivo al suo allargamento".

Un'opinione, quella di Negri, che ribatte con quella del capogruppo dei Ds, Bruno Materazzo. (ascolta il file in audio)

 

Assessore Negri. Come è andata? Hanno sentito odor di sinistra e per questo hanno votato contro?

"Non voglio cadere in questo tranello - afferma Negri - e preferisco dare un giudizio su quanto il Consiglio ha deciso. Semmai posso rispondere a Stefano Olimpieri (leggi le sue dichiarazioni ndr) con i fatti. Smentendo, innanzitutto, quello che ha dichiarato anche nell'intervista che è uscita sul vostro giornale telematico."


Che cosa vuole smentire?

Il fatto che lui chiami mozione una semplice considerazione che fece nel momento in cui si discuteva della composizione dell'Osservatorio per le tossicodipendenze. Non è che per l'ingresso della Lahuen Olimpieri abbia fatto una mozione. Ha solo avanzato l'ipotesi come suo consiglio. Ed io ho ritenuto opportuno accettare. Non si deve dimenticare, Olimpieri, che all'epoca i giornali discussero ad abundantiam questa mia decisione affermando che Rifondazione si divideva (l'allora consigliere Crespi non era del tutto favorevole a quest'ipotesi, ndr). Certo è che il mio si è legato a quel tipo di comunità, che conosco, che apprezzo per il lavoro che fanno. Avrei certamente espresso parere contrario se avesse fatto altri nomi.


Per esempio?

Don Gelmini. Le multinazionali della sofferenza a me non sono mai piaciute


Bene, abbiamo chiarito quel punto. Ma tornando al recentissimo passato. Serviva allargare l'osservatorio a delle associazione che operano nel settore. Olimpieri ma anche Leoni sostengono che potrebbero essere chiamati "una tantum" solo nel momento in cui ci fosse bisogno di una consulenzaInoltre sostengono che l'Osservatorio è un organo di emanazione istituzionale. Che c'entra la società civile?

Andiamo per ordine. Intanto probabilmente sposiamo due filosofie diverse. Chiediamoci a che cosa serve l'Osservatorio. A me è chiaro. Ci troviamo, specialmente in questa fase, in una situazione difficile. Dobbiamo capire, comprendere, monitorare e osservare la situazione. Comprendere le cause che spingono giovani e meno giovani all'assunzione di sostanze stupefacenti e, sulla base di questo monitoraggio, studiare una opportuna politica di prevenzione. In questo momento delicato ci siamo trovati impreparati.
La realtà della tossicodipendenza non è più come quella di una volta. C'era chi ricorreva alla droga, all'alcolismo, per motivi legati al disagio della marginalità. Era una fuga da un mondo non sopportabile. Oggi il fenomeno è più cosciente. I ragazzi sanno quello che stanno facendo, non lo fanno per reagire alla sofferenza ma per avere una maggiore prestazione fisica, minore stanchezza, più euforia. E' un disagio diverso, più difficile da capire, per il quale serve quanta più competenza e conoscenza del fenomeno possibile. Per questo chiunque operi in questo ambito può fornire un proprio valido contributo. E qui rispondo a coloro che sostengono l'inopportunità dell'allargamento dell'osservatorio al mondo associativo. Non è assolutamente vero che questo mondo non era già rappresentato al suo interno. Penso al Sedes, penso a La Strada, penso al gruppo degli Alcolisti Anonimi. Quindi penso di aver risposto

C'è però un'altra domanda. Se vogliamo più generale. La politica, non ha sottovalutato un po' questo fenomeno droga? Pensiamo all'operazione Chaos..

Io posso parlare per il periodo che mi ha visto e mi vede fare l'assessore. Non per merito mio, in modo esclusivo, ma per lo staff eccezionale che ha a disposizione l'assessorato, mi sento di dire che abbiamo affrontato tutte le questioni legate al sociale in modo puntuale, dando delle risposte importanti. Fra queste questioni anche il disagio e la prevenzione della tossicodipendenza. Abbiamo posto in essere i centri di ascolto nelle scuole superiori che stanno dando ottimi risultati; stiamo lavorando ad iniziative di life skill (iniziative di comunicazione e comprensione psico-socio-affettive) grazie anche alla collaborazione con la professoressa Anna Putton, psicoterapeuta, direttrice scientifica PROCUS (centro per la formazione in educazione socio-affettiva). Interventi mirati a genitori-educatori-ragazzi per spiegare come la crescita debba avvenire su un'identità sganciata dai comportamenti esterni, dalle pressioni del "branco", da modelli comportamentali che privano l'identità personale.

Parliamo sempre di Chaos. La politica ha osservato ciò che stava accadendo. L'intervento del sindaco poi il silenzio, dietro la volontà di "confidare nel veloce lavoro della giustizia e nell'ottimo lavoro della Magistratura. Ma su quest'operazione non c'è proprio nulla da dire?

Non è giusto che un'Istituzione parli mentre un'altra istituzione sta lavorando. Cosa si poteva dire in quel momento se non quanto ha detto il sindaco. Certo, l'ho fatto presente anche alle forze dell'ordine, quell'operazione è stata condotta in modo molto eclatante. Non penso che ve ne fosse il bisogno. Ma è una considerazione mia, del tutto personale e certamente le mie considerazioni sono diverse da quelle fatte dagli inquirenti. Non ho condiviso come la stampa ha seguito la situazione. Insomma. Quei nomi dei ragazzi sbattuti sui giornali.

Ma la legge lo permette, il codice deontologico pure

Lo so, ma oltre alla legge ed ai codici a volte esiste anche il buon senso.

Pubblicato il: 16/01/2003

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