Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

A parte le polemiche, bisogna salvare Orvieto. Qualche idea a proposito

Pin pong 03 Pier Luigi Leoni e Franco Barbabella si rimandano questa palla, un'affermazione di Olimpieri della scorsa settimana"L'unica situazione critica è l'aumento delle mense..."

foto di copertina

Ping pong 3 ottobre 2011

"L'unica situazione critica è l'aumento delle mense: ma, con tutto rispetto e con la massima comprensione per le famiglie interessate all'aumento, non crediamo che possa essere annoverato come un dirompente elemento di macelleria sociale".
Da un comunicato di PdL Orvieto

 

Dichiaro senza infingimenti che non c'è bisogno di essere esponenti del PdL per condividere l'affermazione che l'aumento delle mense (di un euro al giorno) non può essere annoverato come un "dirompente elemento di macelleria sociale". Però ritengo del tutto sbagliato, anzi inaccettabile, che se ne sottovaluti l'impatto sulla vita delle famiglie, soprattutto di chi ha più di un figlio in età scolare, in particolare in una fase di gravi difficoltà generali come è quella attuale.

Trovo poi del tutto sconveniente che si sbandieri questo aumento come "l'unica situazione critica", come a dire che sì, qualche problema in tal modo si crea, ma che volete, abbiamo salvato tutto (così di fatto recita l'insieme del comunicato), e non si può mica chiedere la luna: qualcosa si deve pur pagare. Ecco, questo atteggiamento mentale, lo ribadisco, dal mio punto di vista è inaccettabile. Non solo è un trionfalismo del tutto fuori luogo perché le difficoltà sono reali e vanno rispettate, ma indica la presenza (mi auguro solo poco meditata) di una cultura politica che ritiene legittimo l'uso di qualsiasi elemento disponibile per contrastare e mettere in un angolo gli avversari. Voglio aggiungere, a scanso di equivoci, che non condivido affatto il modo in cui dall'altra parte si trattano le questioni sociali in generale e in particolare quelle della scuola, delle quali ci si accorge oggi, tardi e male.

Che cosa mi sarebbe piaciuto che si fosse detto e fatto? Rispondo così:

1. che si fosse stabilita una scala delle priorità;

2. che si fossero messi in cima alla scala scuola e trasporti;

3. che si fosse puntato anche su questi aspetti per chiedere il sostegno straordinario di soggetti esterni all'amministrazione;

4. che ci si fosse decisi, oltre che ad abbattere il debito mediante alienazioni (naturalmente complimenti per il successo dell'alienazione della farmacia), anche a ridurre il deficit mettendo a reddito i beni strategici e facendo una serie di altre operazioni che in questi due anni anche noi abbiamo suggerito e che non mi pare il caso di continuare a ripetere. Operazioni che appunto possono consentire di programmare le priorità.

Mi sarebbe piaciuto. Però non è accaduto, e francamente credo che non sia casuale. Il fatto è che dal governo nazionale a quelli locali è invalso da tempo il costume (più propriamente un malcostume) di prendere per il naso il popolo (ritenuto e trattato da) bue; si dice che tutto va bene, magari concedendo che qualche problema c'è ma non è preoccupante, salvo poi essere smentiti regolarmente dalla cruda realtà, senza tuttavia che i responsabili mostrino mai né sorpresa né disponibilità a riconoscere di aver sbagliato qualcosa.

Su queste basi poi si costruiscono continue diatribe, tanto stressanti quanto inconcludenti, tra maggioranza e opposizioni, con la conseguenza che quasi mai si affrontano i problemi reali con gli strumenti dell'analisi razionale per ottenere soluzioni stabili e durature.

Il bipolarismo ormai è ridotto a questo: un guscio vuoto, anzi, una disputa infinita sul vuoto. Forse, checché ne pensino i cultori dello scontro vacuo permanente, bisognerà decidersi a cambiare proprio il bipolarismo, oltre che la cultura di classi dirigenti che, alla prova dei fatti, non sembrano proprio essere tali.

Mi chiedo: si riuscirà un giorno a percepire i segni di (e poi ad apprezzare) una politica che dimostri di seguire una visione, che ha un programma coerente di cose meditate che si vogliono fare sul serio? Ancora: si riuscirà un giorno a generare un dibattito politico che, partendo dalle cose da fare, punti ad un risanamento largamente condiviso, evitando nel contempo di usare questioni serie e difficoltà reali come clave da dare in testa agli avversari di turno?

Non posso e non voglio insistere, né mi sento in grado di dare risposte troppo semplici e rapide. Preferisco passare la pallina a Pier Luigi e attendere la sua schiacciata.

Franco Raimondo Barbabella

 

L'aggiudicazione della farmacia per tre milioni di euro ha gettato nella depressione mezza città, quella che non vede l'ora che l'amministrazione comunale dia forfait, mentre ha reso euforica l'altra mezza città. Infatti questa iniezione di denaro è indispensabile per evitare altri grossi guai alla contabilità comunale. Molti si chiedono (non soltanto a sinistra) come qualcuno possa sborsare tanto denaro per un'azienda che, anche se ben gestita, lo potrebbe restituire solo dopo tantissimi anni, a parte il rischio della liberalizzazione delle farmacie. Bisogna  anche tenere presente che il ventilato trasferimento della farmacia orvietana a Ciconia ne aumenterebbe di almeno il 50 per cento il bacino di utenza. Comunque, questo afflusso di denaro insospettabile consola chi, come me, ha votato a favore della alienazione di una azienda deboluccia e storicamente superata.

Credo di aver dimostrato che la mia posizione di consigliere comunale di maggioranza non m'impone autocensure. I miei colleghi del PdL conoscono benissimo le mie idee, che sono le stesse che conosce l'opinione pubblica. Alcune influiscono e altre no. Alcune scelte mi convincono e altre no. Ma se fossi sicuro che la caduta dell'amministrazione Concina fosse utile alla città, non tradirei certo coloro che mi hanno voluto nella lista elettorale, né i miei pochi elettori, né il sindaco col quale mi sono presentato alle elezioni, ma sparirei dal palazzo comunale e dai suoi dintorni. Non sarebbe la prima volta.

Per quanto riguarda le emergenze della nostra città, confesso che il problema che mi angoscia di più è la crisi dell'edilizia con molte aziende in gravi difficoltà, molte case invendute, molte famiglie nei guai. Tutti sappiamo che vi sono delle colpe dietro a tutto questo. Colpe dei politici, colpe dei costruttori, colpe di tutti noi cittadini che abbiamo la  mania di seppellire i nostri risparmi sotto costosissimi muri. E mi sembra che non ci sforziamo adeguatamente per capire quello che sta succedendo, per convincerci che non vi sarà mai un rilancio dell'edilizia e che su altri versanti, a cominciare da una rivoluzione dell'offerta turistica e commerciale, va cercata la soluzione.

Quanto alla frase che rappresenta la pallina in questa partita di ping pong, la vedo così:

1) i genitori devono sapere (e se non lo vogliono sapere è lo stesso) che chi mette al mondo dei figli deve nutrirli (salvo cause di forza maggiore) a proprie spese;

2) l'esistenza delle mense scolastiche è un optional che, se le famiglie lo chiedono e le scuole lo consigliano, va realizzato nel migliore dei modi;

3) il comune deve informare le famiglie sul costo di ogni pasto, sulla quota che va a carico della collettività (comprese le famiglie che non hanno figli che vanno a scuola o che i figli non li hanno per niente) nonché sui costi dei pasti e sulle tariffe a carico delle famiglie negli altri comuni;

4) il comune dovrebbe articolare le tariffe in modo da agevolare le famiglie in difficoltà, da individuare non con le carte truccate delle dichiarazioni dei redditi e di quella solenne scemenza che sono i modelli ISEE, ma dagli stessi genitori che hanno figli nella scuola.

Quanto allo sciopero della gavetta, io e i miei coetanei l'abbiamo vissuto. Solo che non era uno sciopero ed era pure divertente. Era normale mezzo secolo fa. Chiunque può verificare che non siamo cresciuti né ignoranti né denutriti.

Pier Luigi Leoni    

  


Ping Pong è la nuova rubrica di Orvietosì curata da Franco Raimondo Barbabella e Pier Luigi Leoni. Un appuntamento del lunedì in cui i due nostri "amici" raccontano la loro su una frase apparsa sul nostro giornale durante la settimana, una palla che io lancio ad uno dei due e che loro si rimpallano. Ci auguriamo che questo gioco vi piaccia e si ripeta il successo di "A Destra e a Manca". Naturalmente tutti i lettori sono invitati la tavolo di Ping Pong. Basta inviare una e-mail a dantefreddi@orvietosi.it 
Questa è la puntata 03.
Per verificare le puntate precedenti clicca qui

Pubblicato il: 03/10/2011

Torna alle notizie...