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La città amministrata da un centrodestra 'miope'

Nota del Pd in risposta al consigliere Pizzo. Le misure dell'Ammnistrazione Còncina "colpiscono soprattutto quella parte della società che è garante del futuro: le famiglie con i  figli"

Riceviamo dal PD di Orvieto e pubblichiamo

Fa piacere constatare che anche per la destra cittadina la manovra economica del governo Berlusconi (di destra) è "scellerata". Su questo, almeno, siamo perfettamente d'accordo con il  consigliere Pizzo. Molto meno sul modo in cui il governo Concina (di cui Pizzo è autorevole sostenitore e anche esponente per quanto riguarda il Bilancio) fa ricadere le "scelleratezze" sulle spalle dei cittadini orvietani. Perché caratterizzato dalla stessa grave miopia del governo nazionale: tagli orizzontali che porteranno allo sfascio del vivere in comunità, e colpiscono soprattutto quella parte della società che è garante del futuro: le famiglie con i  figli. Per noi del PD la scuola è il punto di partenza per la rinascita del Paese; nel nostro ambito cittadino, è il cemento della convivenza e l'unico terreno dal quale far partire un futuro dignitoso. Di pari opportunità per tutti. Cosa che l'amministrazione di sinistra era riuscita a garantire a cifre invariate fino al 2009. Potevamo restare zitti di fronte al progressivo smantellamento di quel tessuto che deve tenere uniti i diritti di tutti e le possibilità economiche anche delle famiglie meno agiate? Non scherziamo!

Che le nuove tariffe che riguardano la scuola (mensa, scuolabus, iscrizioni) siano percepite non solo come ingiuste ma anche e soprattutto come insostenibili da molte famiglie, lo dimostrano i comitati spontanei, traversali, dei genitori che si sono creati fin dal primo giorno di scuola.

Il PD comprende e condivide la protesta, ma non la "aizza" e non la "fomenta". Abbiamo, davvero, rispetto della società civile, e chi dei nostri esponenti politici partecipa alla protesta, lo fa in quanto genitore e cittadino, preoccupato come gli altri per la sorte della propria famiglia.

Le sue azioni politiche il PD le fa alla luce del sole, con il simbolo del partito, e per fornire dati e informazione. Che, così crediamo, aiutano a capire meglio. E, anche, a fare i conti del bilancio familiare in vista dei tempi duri che ci aspettano.

E' per la stessa necessità di informare che mesi fa abbiamo pubblicato  i costi dei consiglieri comunali. L'annosa questione dei consiglieri delegati agli affari della città è presto tradotta in cifre. E, contrariamente a quanto affermato dal consigliere Pizzo, soltanto per i dipendenti delle ASL e dei Ministeri, il Comune è esentato dal rimborso delle ore prestate "al servizio della cittadinanza"che per il nostro consiglio significano tre persone. Nessuno mette in dubbio l'obbligo, previsto dalla legge, dei rimborsi da parte del Comune ai datori di lavoro per le assenze dei dipendenti per motivi di incarichi pubblici. E' altrettanto indubbio che ciò rappresenta un costo per il Comune. Ecco i costi dei consiglieri, confrontando le annualità 2009 (senza consigliere "delegato") e 2010 (con consigliere "delegato"). Vista la cifra pressoché invariata dei gettoni di presenza (il che significa praticamente lo stesso carico di lavoro consiliare), l'aumento esponenziale dei rimborsi agli enti illustra bene l'affidamento tout court ai consiglieri di maggioranza del lavoro del governo della città.       

 

 

                                                                                       
                                                Spese gettoni di presenza             Spese rimborso Enti                                                                                                                               

 

TOTALE anno 2010

con consigliere delegato

€. 10.146,24

€. 24.816,88

 

 

TOTALE anno 2009

senza consigliere delegato

€. 9.222.32

€. 3.584,53

 

 

Esiste, però, anche un altro dispositivo legislativo, e cioè: nei Comuni con più di 15.000 abitanti, i ruoli degli assessori e dei consiglieri devono essere separati. L'uno amministra, l'altro controlla. Gli assessori non hanno diritto di voto nelle sedute del Consiglio. Nel caso dei nostri consiglieri delegati, il conflitto è lampante: istruiscono le pratiche a loro "delegate", le esplicitano e le difendono nelle commissioni, e poi le votano anche. Sono dei consiglieri controllori del proprio operato.

Pubblicato il: 14/09/2011

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