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Caromensa. Frutto della politica scellerata di chi c'era prima

di Piergiorgio Pizzo, capogruppo UDC Comune di Orvieto "Il costo del pasto è stato stabilito in quel contratto con l'inserimento, anche, di una "meravigliosa" clausola capestro per il Comune che prevede, qualora non venga erogato nessun pasto, il pagamento, a carico della comunità orvietana, comunque, di alcune centinaia di migliaia di euro..."  

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Riceviamo da Pier Giorgio Pizzo, capogruppo Udc ad Orvieto, e pubblichiamo.

La manovra economica che nei prossimi giorni verrà licenziata dalla maggioranza in parlamento porterà un ulteriore taglio agli enti locali, e di conseguenza anche al Comune di Orvieto, che si andrà a sommare ai 620.000 euro già tagliati all'inizio di questo anno.

Ricordo che l'importo del taglio di cui sopra corrisponde all'aumento di oltre il 20% del costo totale della raccolta dei rifiuti.

In questi giorni importanti amministratori locali, trasversalmente, hanno sottolineato come questa manovra, una volta approvata, dovrà essere ridiscussa perché tagli ulteriori agli enti locali porteranno come conseguenza più immediata lo smantellamento dello stato sociale; un esempio, Roma, probabilmente, dovrà tagliare massicciamente il trasporto pubblico.

I cittadini orvietani stanno già, anche quest'anno, facendo i salti mortali per far fronte alle nuove "tasse" necessarie per raggiungere il pareggio di bilancio del Comune; con il nuovo taglio per il 2012, imposto da questa scellerata manovra di fine agosto, probabilmente, si arriverà alla soppressione di tutti i servizi non coperti dalla contribuzione individuale. Se la manovra non troverà modifiche, il prossimo anno, il Comune di Orvieto dovrà sopprimere tutti quei servizi che non trovano copertura per intero dalla partecipazione alla spesa dei cittadini: dal servizio scuolabus al trasporto dei dializzati, dall'asilo nido al trasporto locale, alle mense scolastiche.

In questi giorni le forze politiche di minoranza di Orvieto stanno cavalcando l'aumento del costo del buono mensa necessario per coprire i costi del servizio dimenticando che il prezzo di questa prestazione è frutto di un bando con affidamento pluriennale stipulato dalle amministrazioni, che hanno preceduto la giunta Concina, e la soc. CAMST; dimenticando che il costo del pasto è stato stabilito in quel contratto con l'inserimento, anche, di una "meravigliosa" clausola capestro per il Comune che prevede, qualora non venga erogato nessun pasto, il pagamento, a carico della comunità orvietana, comunque, di alcune centinaia di migliaia di euro ( e questo gli amici dell'opposizione si scordano di dirlo quando ciclostilano i volantini dei loro tariffari) ma non finisce qui, alla società affidataria il Comune fornisce gratuitamente i locali cucina (per i quali il comune paga un affitto di 360.000 euro anno), le utenze e la esonera dal pagamento della TARSU ( e anche questo sempre gli amici dell'opposizione non lo sbandierano). Con gli aumenti di quest'qnno, il costo del servizio graverà ancora sulla fiscalità generale poiché è coperto solo di poco sopra il 60%, ed è pertanto evidente come negli anni passati, per scelta politica, le precedenti amministrazioni, tenendo il costo agli utenti relativamente basso, rimettevano, e, come sempre, le perdite erano a carico degli orvietani solo che l'aumento del costo del buono mensa era indiretto poiché veniva furbescamente mascherato nelle previsioni sottostimate che si chiudevano, come sempre, con la vendita degli immobili di proprietà della cittadinanza di Orvieto.

La convenzione mensa scadrà il prossimo anno e pertanto fino ad allora ce la dovremo cibare per forza così come è stata scritta da quei signori che oggi si ergono a paladini delle ingiustizie organizzando da un lato riunioni contro l'aumento del servizio mensa (che costa più di ciò  che incassa) e dall'altro chiedendo di reintrodurre gli scaglioni di reddito per permettere a molti di usufruire degli sconti sul buono mensa (incassando, così, meno di quanto costa) scaricando, come sempre, su non si sa chi i costi di questa scellerata politica populista e miope (nelle precedenti amministrazioni esisteva uno scaglione dove il costo del buono mensa era pari a zero e solo con l'avvento dell'attuale maggioranza si è introdotta, per tutti, una contribuzione minima al servizio).

Un'ultima nota sui consiglieri delegati: esiste una legge che prevede il rimborso, alle aziende, delle ore che i loro dipendenti, per incarichi pubblici, sono assenti dal lavoro. Le ore di un lavoratore dipendente per assentarsi dal lavoro sono stabilite per legge. Certo se i consiglieri delegati lavorassero in uno dei posti pubblici, appannaggio di quasi tutti i signori della politica di sinistra, non ci sarebbe la richiesta di rimborso poiché per convenzione: le Ferrovie di Stato, le ASL, le Poste, l'ltalgas, il Ministero della Difesa non richiedono i rimborsi delle ore di cui questi signori usufruiscono per fare, poi, questo tipo di politica. E allora, visto che i consiglieri delegati passano le loro ore in Comune, come asserito in un comunicato del PD, perchè questi signori di sinistra non passano le ore di cui usufruiscono, pagate comunque dalla comunità perché dipendenti pubblici, dedicando il loro tempo a far funzionare meglio le "macchine burocratiche" di cui fanno parte? perché non chiedono ai cittadini come percepiscono i servizi resi dalle istituzioni pubbliche in cui questi signori lavorano? uno fra tutti, il servizio che Ferrovie dello Stato sta fornendo ai nostri concittadini pendolari.     

  

 

        

Pubblicato il: 13/09/2011

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