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E cento! Grazie e alla prossima. 'A Destra e a Manca' chiude

A Destra e a Manca #100 "Cari Piero e Franco, vi faccio una proposta: "A Destra e a Manca" chiude e nasce qualcosa di nuovo dalla prossima settimana, una nuova formula. Io mi assumo l'impegno, insieme ai lettori disponibili, di animare il dibattito, dettare l'argomento, affermare il tema della settimana su cui vi eserciterete.  Lunedì prossimo facciamo una sorpresa ai lettori?

Caro Dante,

e così siamo giunti a "fischiare a cento". Come Dio volle, come il Direttore (che poi sei tu) acconsentì, come noi ci impegnammo a fare, come i nostri amici e i nostri lettori (non sappiamo se 25 fino alla fine) ci hanno permesso di fare non essendoci giunte notizie di proteste eclatanti, tipo sommosse, occupazioni di sedi istituzionali o manifestazioni di piazza.

Da parte nostra, cento puntate settimanali senza interruzioni hanno richiesto buona salute, tenacia, vacanze brevi, ma  soprattutto il buonumore che dà la coscienza di essere donatori e non spacciatori di idee. Si spaccia ciò che serve ai tossicodipendenti, cioè a coloro che non possono fare a meno di droghe o di inutili beni di consumo o di illusioni. La mancanza di idee non dà crisi di astinenza. Noi abbiamo ciò che abbiamo donato, poco o tanto che valga. 

Ma tu hai rischiato grosso. All'inizio secondo noi te la godevi con il nostro duellare tra una destra che si era ritrovata tra i piedi un'anatra zoppa e una sinistra che abbiamo sostituito con il sinonimo 'manca' perché mancante di troppe cose e di fatto più zoppa della stessa anatra zoppa. Poi però, man mano che il tempo passava e si delineava la necessità/possibilità di un accordo tra gli schieramenti per un risanamento veritiero e uno sviluppo ambizioso, ti dovrebbe essere saltata la mosca al naso perché la cosa sarebbe potuta riuscire proprio a causa del nostro rimpallare a destra e a manca sul tuo giornale e avresti così potuto veder finita la ragione stessa del gioco avendolo consentito e favorito. Appunto, hai rischiato grosso, e però ti diamo volentieri atto di aver voluto e saputo rischiare. Tuttavia consentici il sospetto che tu abbia brigato (certo abilmente, al punto che nessuno in realtà se ne è accorto) perché, dopo un periodo di curiosità iniziale ed un altro di ostentata indifferenza dei decisori politici e istituzionali, ne seguisse uno di durissima ostilità e di spericolate operazioni per far fallire il "respiro a due polmoni" del Consiglio e della città, non ce lo leva dalla testa nessuno. Dai, scherziamo, sappiamo bene com'è andata: troppa abitudine a stare di qua o di là dal fiume. E guai a cambiare abitudini: non ci si ritrova. E poi troppa fatica a pensare, cambiare opinione, lavorare sui dati di fatto, cercare soluzioni non scontate, mettersi d'accordo senza interessi e spirito di parte. No, meglio lo scontro di sempre, i problemi di sempre, l'emarginazione di sempre e naturalmente il lamento di sempre senza riconoscere le responsabilità di sempre.

Noi però, te lo confessiamo, siamo un bel po' cambiati, non solo perché più vecchi (nessuno si illuda: solo per l'anagrafe), ma perché il confronto è stato vero (tra amici non può che essere così) e spesso ci ha portati a considerare aspetti che, se fossimo rimasti in trincea, forse non avremmo mai nemmeno intuito. Cosicché ad un certo punto è stato per noi naturale concentrarci più sulla ricerca dei punti di convergenza che su quelli che, per storia personale, inclinazioni e convinzioni generali, ci avrebbero permesso di assaporare il gusto acre delle divergenze. Tuttavia, mai a danno della verità.

Al centro delle nostre attenzioni e delle nostre preoccupazioni c'è stata e c'è la nostra tormentata realtà (la nostra città e il nostro territorio), che vorremmo veder capace di uscire da questo difficile periodo non diciamo indenne, ma almeno con la riconquistata coscienza di dover camminare con le proprie gambe, a schiena dritta e a testa alta, perché consapevole e orgogliosa di una storia indisponibile alle svendite e del possesso di risorse materiali e umane che attendono di essere adeguatamente valorizzate a vantaggio dell'intera comunità. Se, quando la situazione ce lo ha consentito, abbiamo potuto dare anche un contributo a individuare soluzioni razionali per problemi complessi e se inoltre abbiamo potuto sempre discutere con una certa levità, liberamente, costruttivamente, lo dobbiamo a tante cose, ma soprattutto alla tua benevolenza e all'incoraggiamento dei nostri amici, che ci hanno confortati con la loro attenzione, spesso tradotta in opinioni manifeste e in contributi sempre stimolanti.

Ora concludiamo. Consentici di ringraziare, oltre a te e ai nostri amici, proprio quei 25 lettori (speriamo non di meno) ai quali abbiamo sempre affidato l'ultimo giudizio, e tra questi chi ci ha contattato, scritto, fermato per strada, incoraggiandoci sempre ad andare avanti.

E' proprio in omaggio a loro che fermiamo "A destra e a manca": per noi vale che non vogliamo ripeterci e per loro vale che non vogliamo annoiarli. Siamo in un'altra fase della storia e si apre ora un grande capitolo nuovo anche per il nostro territorio: dove andiamo nella nuova situazione? Bisogna allargare lo sguardo, riorganizzare le idee, unire le forze. Compiti che richiedono non solo stimoli individuali, ma riflessioni e organizzazioni collettive forti che ridefiniscano e rilancino il ruolo protagonista della città. Si dimostri dunque, di qua e di là dal fiume, di saperlo fare.

Noi però, carissimo Direttore, non staremo a guardare che cosa succede: siamo troppo curiosi e troppo abituati a discutere per appendere semplicemente le scarpe al chiodo. Dunque dicci tu se vuoi averci ancora tra i piedi e in quale modo. Attento però: questa volta potremmo essere davvero dei pericolosi rompiscatole!

Con affetto e stima

Franco e Pier


Amici carissimi,

cento settimane sono tante, richiedono sacrificio, impegno serio e argomenti su cui saper scrivere. 
Sono state l'appuntamento del lunedì per molti lettori, giornata "magra" dell'informazione se qualcuno non alza il tono. Avete prodotto un volume di pensieri così robusto che le opinioni da voi espresse sono diventate mie e di tanti che navigano su questo foglio web, avete qualificato orvietosì  come quello dove scrivete voi.

Anche se volessi liquidarvi perché, diciamo la verità, qualche schema lo rompete, e volessi allinearmi ad un tracciato più comprensibile, in cui i lettori possano trovarmi a destra o a manca, non potrei. L'idea di essere definitivamente e certamente da una parte mi scompiglia, io sono un po' di tutti e due e voi contribuite ad aiutarmi a mantenere questa confusione.
Vi faccio una proposta: "A Destra e a Manca" chiude e nasce qualcosa di nuovo, dalla prossima settimana, una nuova formula. Io mi assumo l'impegno, insieme ai lettori disponibili, di animare il dibattito, dettare l'argomento, affermare il tema della settimana su cui vi eserciterete. 
Lunedì prossimo facciamo una sorpresa ai lettori?

Vostro Dante


La rubrica di Orvietosì  "A Destra e a Manca"è alla centesima puntata. La rubrica è animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose". 
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca". 
La rubrica esce ogni lunedì.

Per verificare le pubblicazioni passate clicca qui.

 


Pubblicato il: 12/09/2011

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