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La nota integrale diffusa da Cristina Calcagni

di Cristina Calcagni ApI/Umbria

Dal Governo di responsabilità al governo del conflitto di interessi e delle poltrone, in una città completamente disgregata nel nome di Rinnovamento e Metodo.

Nuovo gioco delle poltrone al Palazzo Comunale. Rimpasti ed "entra entra" caratterizzano ormai da tempo il governo cittadino. In questo caso però non c'è più un'asse Barberani/Calcagni da combattere, bensì altri mal di pancia che avvalorano la tesi del tutti contro tutti per sopravvivere al fallimento di questa sindacatura.

Dopo mesi passati a capire se Marino vendesse o meno a privati il Museo delle Ceramiche Medioevali, di sua proprietà, a cui seguivano appelli appassionati del Sindaco a non vendere, siamo passati all'inaugurazione dello stesso di pochi giorni addietro, per concludere con un incarico assessorile, con le deleghe, inspiegabilmente lasciate da Sciarra, visto che l'"asse" non c'è più da mesi, le quali includerebbero anche l'Artigianato, riassegnate allo stesso  Sciarra dopo le dimissioni di Barberani con l'aggiunta della delega alla cultura, fino ad oggi ad interim del Sindaco. Che fine farà il sogno/progetto del Museo Comunale di Ceramica parzialmente ristrutturato e sito a Piazza del Popolo? Ed i fondi, sia regionali sia provinciali, che giacciono da anni per le attività laboratoriali e  museali pubbliche in attesa di essere impiegati?

Sono anni che ormai di politica non si parla più, pertanto non mi soffermo sul concetto di "transfughi" perché superato, ma a quale titolo Marino entrerebbe in Giunta e rappresentando chi? Il Sindaco appena insediato ebbe subito a combattere contro una spina nel fianco costituita da un pezzo di OL: prima l'Avv. Ranchino che nel settembre 2009 urlava al commissario, poi non riuscendo nell'intento di affossare la vittoria di Concina, provvide insieme all'Avv. Turreni alla consegna dei bilanci presso la Procura della Repubblica, senza che né il Sindaco né la squadra appena nominata ne sapessero nulla. Da lì un'escalation di mal di pancia sfociati con le dimissioni di Marino da OL (vedi articolo sotto allegato) dopo che fu approvato con fatica il previsionale 2010, per cui lo stesso Marino invocava, a nome di OL, la non approvazione con il conseguente commissariamento dell'ENTE.

Nessuna polemica di tipo personale, la preghiera però di evitare poesiole su "città scalcagnate", a meno che questo non sia il nuovo metodo politico culturale, il rispetto è d'obbligo per chi la faccia la mise al momento del completamento della lista civica per le Amministrative 2009 e si adoperò per il cambiamento, affossato senza pietà da un progetto politico parallelo ed oscuro.

Dal "mi sono persa per strada" al "menomale per la nascita di una squadra unita con maggioranza coesa", complimenti  al Sindaco per la sua performance comunicativa. E pensare che mi arrabbiai così tanto quando, con grande fatica ci adoperavamo per far accettare il nuovo candidato alle forze politiche che lo avrebbero dovuto sostenere ed alla città intera, alla sua prima uscita pubblica, un autorevole giornalista lo apostrofò come "guru della comunicazione in pensione, e si vede."

19 giugno 2010 Orvietosi

PdL e Orvieto libera approvano i conti di Còncina. Con loro anche il socialista Gialletti. Contro Rifondazione e Comunisti italiani. Nel centrosinistra tre posizioni diverse

Qui la cronaca del Consiglio comunale di ieri, "minuto per minuto"

ORVIETO - Il "migliore dei bilanci possibili" ma comunque il "peggiore degli ultimi anni", un bilancio "d'emergenza", solo per restare ai giudizi più positivi. "Ragionieristico", "di corto respiro", "migliorato, ma insufficiente" per andare alle espressioni più dure. Quello che è passato ieri a tarda sera in Consiglio comunale è di certo il preventivo 2010 in assoluto più sudato degli ultimi e quello che, di tanti obiettivi mancati, uno ne ha centrato uno, ovvero: scontentare tutti. Cinque milioni di dolorosi tagli, aumento del 10% della Tarsu, aumento dei servizi mensa e 2,8 milioni di entrate dalla concessione dei parcheggi. Pochi investimenti, a cui si aggiunge il peso dei debiti e degli swap. Il preventivo 2010 non piace al Pd che si è astenuto, anche se ha visto trasformarsi i suoi emendamenti in risoluzioni: in pratica le tasse aumentano ma con l'impegno a lavorare sull'elusione - evasione per tornare indietro. Favorevole invece Gialletti (Socialisti) e contrari Stopponi (Rifondazione) e Tonelli (PdCi). Ma il bilancio non piace neanche al centrodestra per le soluzioni di compromesso a cui ha portato il tavolo bipartisan. Per questo la minoranza di governo è rimasta tanto più indignata di fronte al muro del Pd. Soprattutto Orvieto libera, indecisa fino all'ultimo sul voto. "Tutti abbiamo ceduto qualcosa per il bene della città e oggi qui tutti dobbiamo assumerci la paternità di questo bilancio. Un atteggiamento diverso è mera opportunità politica, pura demagogia", ha tuonato Angelo Ranchino (Ol) rivolgendosi al Pd, ma forse parlando anche a se stesso. Sì perché anche Ol ha abbandonato solo all'ultimo l'idea dell'astensione, dopo una serie di concitati incontri che sono andati avanti fino ad un'ora prima della seduta consiliare, mandando giù il "rospo" della esternalizzazione dei parcheggi. E non solo quello. Ranchino ha detto espressamente che avrebbe voluto un bilancio che incidesse in maniera più profonda sul sistema che appesantisce i conti (partecipate, convenzioni). E ancora, sempre sull'astensione del Pd: "Esiste oggi una reale intenzione ad agire per il bene della città - ha chiesto Ol - oppure il partito agisce solo per convenienza? Perché se è così, è più onesto chiamare subito il commissario". L'argomento è stato sviscerato anche in una lettera che il partito ha indirizzato in questi giorni al sindaco. Duro il giudizio del Pd, aperto soltanto ai contenuti dell'intervento di Leoni (Pdl). Giuseppe Germani ha definito il bilancio "insufficiente, non adeguato alla portata dei problemi". L'unica "soddisfazione" è per il lavoro fatto dallo stesso Pd per "migliorare la proposta iniziale". Il giudizio negativo dei Democratici si declina anche nella "totale mancanza di una chiara prospettiva di risanamento", nell'assenza di "dialogo con Provincia e Regione e con la città". Quanto al futuro, il Pd è tornato a ripetere il vecchio adagio: "Valuteremo di volta in volta". Insomma, la situazione amministrativa resta incerta, fatto salvo qualche spiraglio di dialogo tra Pd e alcune frange della giunta e del Pdl. Il sindaco non perde le speranza: "Nel nostro futuro - ha detto nella replica - c'è il lavoro da affrontare con il tono collaborativo che è emerso. Isoliamo i distruttori e i prepotenti. Stiamo lavorando sui i temi di sviluppo, ma quello che abbiamo di fronte è un bilancio di emergenza, a cui deve seguire la fase di costruzione". Dello stesso tono le parole dell'assessore Maurizio Romiti: "Il prossimo anno sarà strutturato sul reperimento di maggiori entrate e la ristrutturazione delle spese - ha detto - il terzo anno deve rappresentare il raggiungimento dell'equilibrio". Infine una nota a margine: Ol ha pagato il confronto sul bilancio con le dimissioni di Marco Marino, rassegnate nella giornata di ieri.

 

 

 

 

Pubblicato il: 29/05/2011

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