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Calcagni. La città affossata da un 'progetto politico parallelo ed oscuro'

L'ex assessore Calcagni si toglie qualche sassolino dalle scarpe e critica aspramente l'entrata in giunta di Marco Marino, suo compagno nell'avventura vittorioso di Orvieto Libera. Prima molto critico con le azioni politiche di Còncina ed ora disponibile a soccorrerla
La nota integrale diffusa da Cristina Calcagni a proposito di nuovi assessori

foto di copertina

ORVIETO - Mentre il sindaco si appresta ad ufficializzare i nuovi assetti di giunta, anticipati ieri dal nostro giornale , piovono già le critiche sulle scelte di Concina che vedono l'architetto Leonardo Brugiotti all'Urbanistica al posto di Antonio Barberani (dimissionario a febbraio) e l'antiquario, Marco Marino che riceverà un'altra delega di Barberani, quella alla Cultura, unitamente a quelle di Marco Sciarra (Turismo e Commercio) del quale devono ancora essere ufficializzate le dimissioni. Da parte dei diretti interessati bocche cucite ancora fino ai primissimi giorni della settimana. Anche se nessuno smentisce le indiscrezioni filtrate.

 

Anzi, c'è l'ex assessore Cristina Calcagni (Api) che non teme di commentare, negativamente, l'ingresso in giunta di Marino. "Dal Governo di responsabilità al governo del conflitto di interessi e delle poltrone, in una città completamente disgregata nel nome di rinnovamento e metodo" è questa la sintesi della Calcagni che vede l'imminente rimpasto come la conferma della "tesi del tutti contro tutti per sopravvivere al fallimento di questa sindacatura".

 

"Dopo mesi passati a capire se Marino vendesse o meno a privati il Museo delle Ceramiche Medioevali, di sua proprietà, a cui seguivano appelli appassionati del sindaco a non vendere, siamo passati all'inaugurazione dello stesso di pochi giorni addietro, per concludere con un incarico assessorile, con le deleghe, inspiegabilmente lasciate da Sciarra" afferma Cristina Calcagni che si chiede a quale titolo e in rappresentanza di chi entri in giunta lo stimato antiquario, dimissionario da Orvieto libera lo scorso anno (in realtà poi le dimissioni erano rientrate). "Il sindaco - racconta l'ex assessore, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa - appena insediato ebbe subito a combattere contro una spina nel fianco costituita da un pezzo di Ol: prima Ranchino che nel settembre 2009 urlava al commissario, poi non riuscendo nell'intento di affossare la vittoria di Concina, provvide insieme a Turreni alla consegna dei bilanci presso la Procura della Repubblica, senza che né il sindaco né la squadra appena nominata ne sapessero nulla. Da lì un'escalation di mal di pancia sfociati con le dimissioni di Marino da Ol dopo che fu approvato con fatica il previsionale 2010, per cui lo stesso Marino invocava, a nome di Ol, la non approvazione con il conseguente commissariamento dell'ente".

 

"Nessuna polemica di tipo personale - conclude Calcagni - la preghiera però di evitare poesiole su "città scalcagnate", a meno che questo non sia il nuovo metodo politico culturale, il rispetto è d'obbligo per chi la faccia la mise al momento del completamento della lista civica per le amministrative 2009 e si adoperò per il cambiamento, affossato senza pietà da un progetto politico parallelo ed oscuro".

 

Pubblicato il: 29/05/2011

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