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Premio Barzini. Nella frenesia di tagliare roba 'comunista', non ci si è accorti che per la città era gratis

Lo ricordano a Stefano Olimpieri (PdL), uscito con un roboante pezzo contro la "il blocco radical-conservatore formato dal PD, da alcuni giornalisti prezzolati e dalla CGIL", Ludina Barzini e Guido Barlozzetti. Il PD riporta i numeri del bilancio del Premio. Se così fosse, c'è da rilevare che a muovere la Giunta è stato pressapochismo matematico o revanchismo dannoso

foto di copertina

ORVIETO - Ma quali costi? La decisione di tagliare il "Barzini" sembra essere più politica che economica. È quanto si evince seppur in toni diversi sia dal Pd tornato sulla questione che adesso anche dai giornalisti Ludina Barzini e Guido Barlozzetti, da sempre sostenitori e animatori del premio che figura, o a questo punto figurava, tra i pochi invitati dalla Presidenza della Repubblica in occasione della Giornata dell'Informazione. Per citare le ultime due edizioni, in risposta al presunto risparmio per il Comune di 30mila euro, sventolato in maniera compiaciuta da Stefano Olimpieri (Pdl), nel 2009 il Barzini in realtà è costato all'amministrazione solo 15mila euro, grazie ad una sponsorizzazione di Engineering spa di 10mila euro; nel 2010 addirittura il Comune di Orvieto non ha messo un centesimo. Il budget dell'evento (23mila euro) è stato coperto in toto da Terna e Fondazione Rizzoli Corriere della Sera. Le cifre sono snocciolate dal Pd che definisce l'intervento di Olimpieri (Pdl) sul presunto "blocco politico-giornalistico-sindacale" contro la giunta Concina, non solo "politicamente scorretto" ma anche "scorretto" perché il capogruppo Pdl semplicemente sbaglia i numeri. Che i costi non siano mai stati un problema lo dicono anche Barlozzetti e Barzini, i quali sottolineano però anche altri aspetti. Il premio, dicono "ha rappresentato il valore aggiunto di una rete di relazioni di cui, a dispetto di chi sottovaluta, la città ha beneficiato, ricevendone credito e autorevolezza. E' inutile ricordare, in questo senso, che il peso di una manifestazione si dovrebbe misurare anche sul contributo che porta alla qualità dell'immagine di una città". "Ora, sia chiaro - fanno notare i due giornalisti - è legittimo fare scelte e niente e nessuno sono indispensabili". Quello che non si può fare però, dicono, è liquidare l'iniziativa come "spreco inutile e inaccettabile lusso di un'occasione mondana. Prima dei soldi, trovati o non trovati - affermano Barlozzetti e Barzini - in gioco è la condivisione della città e delle istituzioni che la rappresentano (e, più in là e intorno, la necessità di alimentare la ricchezza culturale della città e la sua capacità di tenere insieme tradizione e futuro, che dovrebbero dettare l'agenda delle priorità). Oggettivamente, questa decisione dice che manca questa sintonia". Di qui l'auspicio che a bocce ferme si apra "un ragionamento più largo delle segrete stanze su una questione di politica culturale di cui il Premio è solo un aspetto. Da ultimo - concludono - non resta che ringraziare il Comune per il suo impegno, la Fondazione Cassa di Risparmio, i membri della giuria e quanti hanno sostenuto il "Premio Barzini" e collaborato con passione. E chiudere sull'ultima scena della sala del Palazzo del Popolo gremita nel nome di Roberto Saviano".

Pubblicato il: 13/05/2011

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