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Premio Barzini. 'Alcune cose vanno precisate'

di Ludina Barzini e  Guido Barlozzetti "Il "Premio Barzini" non ha inciso particolarmente negli esborsi comunali, per il semplice motivo che il costo è stato largamente coperto dagli sponsor" e "Ha rappresentato il valore aggiunto di una rete di relazioni di cui, a dispetto di chi sottovaluta, la città ha beneficiato, ricevendone credito e autorevolezza"

foto di copertina

Il "Premio Luigi Barzini all'inviato speciale" quest'anno non si terrà.

Non ci sono e non si trovano le risorse necessarie comunica il Sindaco del Comune di Orvieto Toni Concina.  Dunque, si interrompe una consuetudine iniziata nel 1989, la cui autonomia e autorevolezza è testimoniata da un albo dei vincitori che va da Indro Montanelli a Enzo Biagi, da Tiziano Terzani a Milena Gabanelli.

Diamo atto al Sindaco della sua disponibilità a trovare una soluzione. E, però, alcune cose vanno precisate anche per sottrarle alla virulenza di polemiche se non altro poco informate.

Il "Premio Barzini" non ha inciso particolarmente negli esborsi comunali, per il semplice motivo che il costo è stato largamente coperto dagli sponsor.

Ha rappresentato il valore aggiunto di una rete di relazioni di cui, a dispetto di chi sottovaluta, la città ha beneficiato, ricevendone credito e autorevolezza. Vorrà pur dire qualcosa se il "Barzini" figura tra i - pochi - appuntamenti invitati dalla Presidenza della Repubblica in occasione della Giornata dell'Informazione. E' inutile ricordare, in questo senso, che il peso di una manifestazione si dovrebbe misurare anche sul contributo che porta alla qualità dell'immagine di una città.

Abbiamo atteso, per correttezza, l'esito dei tentativi  che l'amministrazione comunale ha ripetutamente annunciato di volere esperire. L'epilogo è la cancellazione.

Ora, sia chiaro, è legittimo fare scelte e niente e nessuno sono indispensabili. E, però, lo stop, al di là della buona volontà del Sindaco, non può essere sbrigato via così, anche alla luce di giudizi e considerazioni apparsi sulla stampa e sui siti orvietani che salutano la fine del Premio, spreco inutile e inaccettabile lusso di un'occasione mondana. Prima dei soldi, trovati o non trovati, in gioco è la condivisione della città e delle istituzioni che la rappresentano (e, più in là e intorno, la necessità di alimentare la ricchezza culturale della città e la sua capacità di tenere insieme tradizione e futuro, che dovrebbero dettare l'agenda delle priorità).  Oggettivamente, questa decisione dice che manca questa sintonia.

Sarebbe auspicabile che, post festum, si aprisse almeno un ragionamento più largo delle segrete stanze su una questione di politica culturale di cui il Premio è solo un aspetto.

Da ultimo, non resta che ringraziare il Comune per il suo impegno, la Fondazione Cassa di Risparmio, i membri della Giuria e quanti hanno sostenuto il "Premio Barzini" e collaborato con passione. E chiudere sull'ultima scena della sala del Palazzo del Popolo gremita nel nome di Roberto Saviano.

 

 

Pubblicato il: 12/05/2011

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