Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Orvieto frana. Che si fa, si stacca la spina e si accetta la 'dittatura democratica' temporanea del commissario?

A Destra e a Manca 69#.  "Mi chiedo dunque se non sia giunto il momento di staccare quella spina. Credo che vada escluso il tirare a campare menando il can per l'aia con trucchi contabili che non farebbero altro che aggravare il disastro..."Contributo di Flavio Zambelli

Caro Pier,

nei giorni scorsi due notizie mi hanno interessato in modo particolare, perché mi sono sembrate indicative, da una parte di come gira il mondo, e dall'altra di come siamo conciati in Italia. Ma entrambe, se considerate insieme, mi spingono anche a fare alcune considerazioni sulle cose di casa nostra, sulle quali ti chiedo un tuo prezioso giudizio.

Le due notizie sono le seguenti: 1. Il magnate australiano Rupert Murdock ha presentato al Guggenheim di New York "The Daily", il primo quotidiano realizzato esclusivamente per iPad, la tavoletta inventata dalla Apple di Steve Jobs. The Daily è molto più che un semplice giornale online: è perfettamente integrato con i social network Facebook e Twitter, consente di condividere le notizie e inviarle per e-mail, infine, tramite il Voice Over, permette di ascoltare le notizie anziché solo di leggerle. 2. Il direttore del Contemporary Art Museum di Casoria, Antonio Manfredi, ha inviato al cancelliere tedesco Angela Merkel una lettera che inizia così: "Gentile Cancelliere Angela Merkel, Le invio una richiesta che è frutto della grande difficoltà di fare cultura in Italia. Una difficoltà che non è solo di carattere economico e tecnico ma soprattutto di carattere sociale. Ritengo che in una visione europea, della quale Lei è certamente il più importante testimone, il suo Paese potrebbe adottare il nostro Museo per non abbandonare a se stesso un immenso patrimonio culturale". L'idea è quella di traslocare con l'intero bagaglio di opere contemporanee, valore 10 milioni, in Germania. Ha detto Manfredi: "Da due anni siamo oggetto di minacce, telefonate, atti vandalici per la nostra programmazione contro la camorra". Sembra che la decisione di rivolgersi alla Merkel  sia stata presa dopo che si è rivelata sterile la richiesta d'aiuto alle istituzioni che hanno reale potere di intervento.

Che cosa ci dicono queste due notizie? Ci dicono, ad esempio, questo: la prima, che il mondo è ormai globalizzato sul serio, che ogni parte del pianeta è interconnessa con le altre, e che dunque solo chi avrà la mente capace di innovazione e orientata ad affrontare il mondo sarà in grado di stare dentro i processi della realtà e di governarli; la seconda, che l'Italia è così lontana dall'essere capace di risolvere autonomamente i suoi problemi che, in casi non più solo eccezionali, chi esercita delle responsabilità rilevanti è posto ormai di fronte alla scelta o di gettare la spugna o di rivolgersi all'estero.

E noi ad Orvieto che c'entriamo? Forse esagero a stabilire una connessione con tutto questo, ma mi viene da pensare che, mentre abbiamo una condizione finanziaria disastrosa che non riusciamo più a dominare, continuiamo però ad agire come se tutto fosse normale, le condizioni di contesto non ci riguardassero, il tempo fosse una variabile irrilevante, i giochi di potere potessero continuare con le logiche di sempre. Forse ci stiamo arrendendo ad un mondo che corre ad una velocità che non è la nostra e che quindi è come se non ci riguardasse? O forse pensiamo che noi siamo talmente furbi che ce la caviamo in ogni caso, anche quando gli altri non ci riescono? O qualcuno già pensa di vendere senza troppe preoccupazioni i gioielli di famiglia, o di "regalarli" a qualche strano magnate, o di fare come Antonio Manfredi? Già, fare come Antonio Manfredi, scrivere alla Merkel, chiedere aiuto alla Germania. Potrebbe non essere una cattivissima idea, se non fosse per il fatto che i tedeschi con il rigore dei conti pubblici e con la produttività non scherzano, e ci chiederebbero di sicuro non solo che cosa non abbiamo fatto nel passato, ma che cosa non stiamo facendo nel presente e perché non immaginiamo il nostro futuro e non ci diamo da fare per renderlo possibile.

Dio mio, caro Pier, dimmi che esagero. Devo essere sincero però, ormai la vedo male. Se ho ben capito, siamo arrivati a dieci milioni di sbilancio per il 2010 e per chiudere il 2011 servirebbero circa otto milioni. E dove li troviamo? Se le cose stanno così, il nostro amico Massimo Gnagnarini non solo ha detto il vero, ma ha detto anche meno di quanto necessario. Purtroppo però non è solo questo. Il fatto grave, oltre all'inerzia rapportata alla gravità dei problemi, è che non si vede uno straccio di idea, una visione, una strategia né di breve, né di medio, né tanto meno di lungo periodo. E non si vede, scusami la franchezza, né a destra né a manca. Io non voglio prendermela con qualcuno in particolare, dico solo che bisogna uscire rapidamente da questa situazione, prima di cadere nel precipizio senza speranza di tirarsene poi fuori, pur scontando le conseguenze della caduta. Come? Non ci sono ricette magiche. Ma io, che mi sono battuto insieme a te per evitare il dissesto e il commissariamento (e di ciò non mi pento, perché allora ci sarebbero state tutte le condizioni per uscirne abbastanza bene se tutti avessero avuto il coraggio di assumersi le loro responsabilità, in particolare a sinistra), oggi francamente credo che quella sia la strada. Mi chiedo dunque se non sia giunto il momento di staccare quella spina che qualcuno diceva dovesse essere staccata già un anno fa. Allora chi poteva non lo fece. Oggi chi può dica cosa vuol fare. Credo che vada escluso il tirare a campare menando il can per l'aia con trucchi contabili che non farebbero altro che aggravare il disastro. E nessuno si stizzisca se chiediamo risposte. Nessuno si offenda se chiediamo chiarezza. La città non è proprietà privata di nessuno. Parlino sindaco, giunta e maggioranza, ma parlino con altrettanta chiarezza, se ne sono all'altezza, le minoranze consiliari. E parlino anche i partiti, se ancora ci sono e hanno cose sensate da dire. Ma ci si risparmino solo proclami. Non è più il tempo. Adesso è già il tempo del domani.

Caro Pier, toglimi se puoi da queste ambasce. I tempi delle decisioni finali si avvicinano a grandi passi. E noi non siamo tipi che stanno a guardare o che addirittura si adeguano al famoso titolo dell'album de I Gufi "Non so, non ho visto, se c'ero dormivo".

Tuo Franco

Caro Franco,

sai bene che non ti posso togliere dalle tue ambasce, che sono anche le mie. Siamo dentro la melma, lo siamo fino al collo, ci resta fuori solo la testa per respirare e per parlare. Cerchiamo almeno di non dire sciocchezze. Sono politicamente, e in qualche caso giudiziariamente, nella melma gli amministratori delle consiliature passate, che non erano né stupidi né mascalzoni, salvo eccezioni, ma non furono all'altezza della situazione. Non siamo né stupidi né mascalzoni nemmeno gli amministratori di questa consiliatura, salvo eccezioni, ma stiamo anche noi politicamente nella melma. E speriamo di non finirci anche giudiziariamente. Ognuno si difende come può addossando la colpa agli altri, accampando la scusa del contesto, degli errori del passato, dell'inesperienza del presente, dell'inefficienza dei burocrati, dell'inerzia o dell'eccessiva ingerenza, a seconda del proprio interesse, della magistratura penale  e contabile.

Sono rassegnato ad avere un posto, spero piccolo, tra gli imputati nel tribunale della storia orvietana, frammento così piccolo della storia universale da disperdersi come un granello di polvere nel turbine del mondo globalizzato, informatizzato e telematizzato. Se così deve essere, poiché siamo vicini alla resa dei conti, cioè alla presa d'atto che è meglio rinunciare a fare i conti, lasciami accennare a quella che sarà la mia autodifesa. Modesta autodifesa, e forse ingenua, ma che potrebbe riuscire utile anche ai grandi imputati della destra, del centro e della sinistra.

Intendo chiedere fin d'ora che venga inviato un avviso di garanzia anche alla comunità orvietana. So bene che questo mi porterebbe a essere indagato due volte, come modestissimo uomo politico e come modesto membro della comunità. Ma spero che mi siano riconosciute sia le attenuanti generiche che quelle specifiche.

Cerco di spiegarmi parafrasando un aforisma di un liberale della prima metà dell'Ottocento, Frederic Bastiat, che è stato citato venerdì da un giornale; non senza avvertire che Bastiat si riferiva allo Stato: "Il Comune è quella grande finzione per mezzo della quale tutti cercano di vivere alle spalle di tutti quanti". Ebbene, il più bell'aforisma che io conosca è un aforisma di Karl Kraus sugli aforismi: "L'aforisma non coincide mai con la verità: o è una mezza verità o è una verità e mezza." Allora posso ammettere che Bastiat abbia colto solo mezza verità, ma non mi dire che non rispecchi abbastanza la mentalità corrente, non solo orvietana, ma certamente anche orvietana. La nostra comunità non poteva non sapere che il Comune stava imbarcando acqua da alcuni anni e che bisognava tappare le falle. Ma non voleva sentirselo dire e, se qualcuno ci provava, minacciava di buttare  a mare il comandante con tutto l'equipaggio. Caro Franco, ti ricorderai, perché fosti uno dei pochi che mi difesero, quel che successe quando accennai al fatto che i soldi per foraggiare la scuola di musica e altre belle cose non c'erano più. L'accusa più delicata fu che ero un ottuso omuncolo di destra insensibile alla cultura e alle sacrosante necessità della gioventù. Ti ricorderai, perché anche allora fosti tra i pochi che mi sostennero, quando affermai che la sosta nel centro storico doveva essere pagata anche dai residenti. L'accusa più rispettosa fu che ero un borghesuccio insensibile ai bisogni dei poveri, ancorché automuniti. Perfino quando ho osato dire che gli automobilisti indisciplinati dovevano essere puniti secondo legge, sono stato trattato come uno che non sa come si campa.  Tiro fuori solo questi tre esempi, gli altri li tengo in serbo per il processo, in modo da poter sperare in uno sconto di pena.

Ebbene, sindaco e assessori (non solo quelli del centrodestra di oggi, ma anche quelli del centrosinistra di ieri) si sono trovati di fronte all'alternativa di essere buttati a mare o di buttarsi a mare da soli, quando l'acqua imbarcata avesse superato la capacità di galleggiamento della nave.

Allora, caro Franco, che possiamo dire alla nostra comunità, che possiamo dire a noi stessi? Possiamo ricordare che la democrazia è come una bella donna, ma le belle donne non sono affascinanti se non hanno qualche imperfezione. La democrazia ha l'imperfezione di aver bisogno, in certi casi, di un periodo di dittatura. Mi spiego, altrimenti il fatto di essere un cattolico liberale, ascrivibile ai popolari europei, e un devoto di Don Luigi Sturzo non mi salverebbe dall'ira popolare. Intendo dittatura legale e temporanea, proprio quella che è prevista in tutti i paesi democratici quando un ente pubblico, per qualsiasi ragione, non glie la fa. Dal dittatore, che la legge pudicamente chiama commissario, il popolo accetta ciò che non consentirebbe ai propri rappresentanti eletti.

Tuo Pier


da Flavio Zambelli

Caro direttore, caro Pier, caro Franco, la drammaticità dei numeri del Bilancio comunale di Orvieto messa in evidenza da Massimo Gnagnarini ci mette di fronte a decisioni importanti che riguardano il nostro futuro e la nostra stessa esistenza. Molte delle entrate preventivate nel Bilancio di assestamento del 20 ottobre 2010 non hanno ancora trovato riscontro nella realtà. La vendita degli immobili storici di Piazza della repubblica non è andata in porto. Non sono andati in porto altri 2 bandi della vendita del mattatoio; non è andata in porto in maniera consistente la vendita dei 310 posti-auto. Non è andato in porto il bando di assegnazione dei parcheggi di superficie per circa 2.800.000 euro. Sono state posticipate al 2011  le rate di pagamento del mutuo degli swap, aumentando l'accumulo per l'anno in corso, nonché  gli interessi passivi sul debito. Sulla ex-Caserma Piave si è cambiata la destinazione urbanistica, ma manca ancora una visione d'insieme su cosa fare realmente. La vendita ormai, se si farà, si farà a prezzi assolutamente fuori mercato con una svalutazione eccessiva di un bene patrimoniale di quelle dimensioni. Non si è ancora presa in considerazione l'ipotesi di ripartire e ragionare sulla base degli studi economici e architettonici sviluppati dalla prima RPO del periodo 2004-2007. La Corte dei Conti presto farà una verifica della situazione, e i rischi di un precipitare della situazione è tutt'altro che remoto. Credo che in questa situazione tutte le forze sociali, le associazioni, le forze politiche della Città debbano sedersi intorno ad un tavolo e valutare per ogni voce di Bilancio le soluzioni possibili . Decidere dove è possibile razionalizzare i costi, dove è necessario esternalizzare i servizi, dove invece è conveniente una gestione diretta seppur mediata da una S.R.L con il Comune unico socio, ricorrendo allo strumento della cartolarizzazione bancaria. Poi è necessario stabilire in quali settori le imprese locali sono disposte ad investire per creare occupazione, produzione, quindi reddito, quindi nuove entrate per le casse comunali, o minori costi laddove le imprese si accollassero la responsabilità di gestire alcuni servizi riducendo le spese di gestione  a carico del Comune . E' necessario un nuovo Patto sociale cittadino che deve chiudere con le polemiche sul passato. Non si deve dimenticare o negare le grandi responsabilità  del passato sul dissesto dei conti pubblici, ma è altresì necessario trovare un rimedio per il presente, per costruire un futuro degno di questo nome. Non è un problema l'assegnazione di deleghe ai consiglieri. Ma lo può diventare nel momento in cui anziché velocizzare le decisioni, al contrario diventa uno strumento che complica e burocratizza troppo le funzioni amministrative della Città. Bisogna anche imparare ad ascoltare chi ha competenza nei settori cruciali della vita pubblica.; in questa situazione ogni aiuto è necessario.  Le forze politiche non devono balcanizzare troppo il confronto politico. Basta vedere come vengono trattate le analisi sul Bilancio effettuate da Massimo Gnagnarini.  Fino a pochi mesi fa Gnagnarini era un consulente del sindaco di centrodestra. Oggi lo stesso centrodestra non  riconosce legittimità e dignità  politica alle sue stime tecniche. Alcuni consiglieri comunali  del PDL lo attaccano sul web sfidandolo a non meglio precisati duelli. Al contrario il PD sta tirando per la giacchetta  Gnagnarini facendo di lui un nuovo idolo e  ringraziandolo pubblicamente per le sue documentazioni, non perché siano ritenute valide, ma perché sono utili a buttar giù l'avversario politico dal Comune. Ma io credo  che bisogna uscire da questa logica della palude, della bottega e degli interessi di parte. Gnagnarini  deve stare attento a non farsi tirare lui per la giacchetta e a mantenere le sue analisi economiche al servizio della collettività cittadina e non al servizio degli interessi di una fazione. Sugli anni 2004-2009 e sulle scelte amministrative-contabili di quel periodo Gnagnarini è stato altrettanto duro in alcuni interventi sui quotidiani, come lo siamo stati anche noi .E chi commette errori di amministrazione verrà valutato lo stesso con la necessaria durezza, senza guardare alla famiglia politica di appartenenza. Questo è lo spirito del COVIP: costruttivo con chi vuole costruire,rigoroso e duro con chi non sa o non vuole  costruire e non vuole ascoltare . A buon intenditor poche parole. Un saluto.


La rubrica di Orvietosì  "A Destra e a Manca" è alla sessantanovesima puntata. La rubrica è animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose".
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.

Per verificare le pubblicazioni passate clicca qui.

@@START_COMMENT commenti @@END_COMMENT@@START_COMMENT commenti @@END_COMMENT

Pubblicato il: 07/02/2011

Torna alle notizie...