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E' il momento della responsabilità

A Destra e a Manca n°52. Contributi di Flavio Zambelli, Alessandro Maria Li Donni

foto di copertina

Caro Pier,

non è mai né simpatico né piacevole dire: "avevamo ragione", però è proprio così, avevamo ragione. Dopo un lungo discutere ci siamo convinti, e con noi gli amici del COVIP, che la soluzione per sanare il deficit degli esercizi 2009 e 2010 era la vendita non dell'area di Vigna Grande, ma di una parte consistente dei parcheggi coperti e di altri asset (uso un termine alla moda che piace tanto all'amico Massimo Gnagnarini). Vigna Grande si può dare in concessione o vendere con una procedura trasparente e in tempi giusti (già a partire dal 2011, inserendola nel triennale), ma non si può usare come tappabuchi. Al contrario è, come ripetiamo insistentemente da tempo (beccandoci anche l'accusa di guastatori, nemici della patria, e altro), uno dei beni strategici per il rilancio di Orvieto e dell'intera area orvietana. Per tappare i buchi di bilancio c'è altro, innanzitutto i parcheggi. Ma quanto c'è voluto per ammetterlo! Non c'era bisogno di aspettare che si pronunciasse la Corte dei Conti, su questo come anche sul fatto che i problemi di sbilancio vengono da lontano e che però vi si può porre rimedio con scelte coraggiose, che certo si sarebbero dovute fare prima o che non si sono fatte a sufficienza, ma che ora si possono e si debbono fare.

Si faranno? Mi auguro vivamente di sì. Occorrono però tre condizioni. La prima è che il sindaco non molli, e le dichiarazioni rilasciate in queste ore dicono che non molla. La seconda è che il centrodestra abbandoni i toni di accusa (tipo "la sinistra ha rovinato la città") e raggiunga livelli più elaborati di analisi e di consapevolezza della complessità della storia e del presente, ciò di cui bisogna riconoscere lealmente che non mancano segnali (ma non sto parlando di te: tu non sei un segnale!). La terza è che nel centrosinistra si abbandoni la prova di forza sulle parole e ci si attesti finalmente sul livello della capacità di proposta e dell'assunzione di responsabilità. Le tre condizioni debbono verificarsi tutte e contemporaneamente. Non è facile, sia perché non è questo il tipo di cultura più diffuso, sia perché non mancano, annidati qua e là, gli spargitori di veleni e gli sfascisti.

Tuttavia così dovrà essere, perché l'alternativa semplicemente non c'è. Chi opererà per non superare questa fase con il risanamento reale dei conti del 2009 e del 2010, dichiarerà ipso facto non la fine della giunta di Toni Concina, ma il fallimento del Comune e dunque della città e si assumerà inoltre responsabilità pesanti per sé, e purtroppo anche per tutti noi, non solo per il presente.

Tutto il resto viene dopo. Si deve capire soprattutto che se arriverà il commissario ad acta deciso dal prefetto la sua presenza non significa che automaticamente si scioglierà il Consiglio e si faranno nuove elezioni a primavera 2011 (come desidera ardentemente qualcuno, al buio, perché evidentemente qualcuno ci vede solo al buio), ma riequilibrerà i conti a modo suo e, se il consiglio comunale non ci starà, lo farà sciogliere. Sempre che non riscontri le condizioni per la dichiarazione del dissesto; il che significa imboccare una dolorosa via crucis. E i "furbi" si accorgeranno, purtroppo però a spese di tutti, che quando le cose sono giunte al punto in cui sono giunte ad Orvieto sarebbe meglio spostare la discussione sulle decisioni di risanamento da adottare subito.

Mi  auguro, caro Pier, che i "furbi" e gli strateghi del niente non solo non prevalgano, ma non facciano altri danni. Tuttavia, poiché c'è un'evidenza che più evidente non si può (che cioè la priorità delle priorità è la messa in sicurezza dei bilanci 2009 e 2010 e subito dopo la predisposizione di un bilancio in equilibrio per il 2011), sarebbe il caso che si muovessero anche i cittadini, magari attraverso le diverse loro organizzazioni, per far prevalere questa posizione.

Tuo Franco

 

Caro Franco,

l'elezione di Antonio Concina fu favorita, nonostante  fosse stato proposto dalla destra,  e nonostante la maggioranza del corpo elettorale fosse orientata a sinistra, perché il settore clericale del partito democratico era stato umiliato dalle elezioni primarie e impaurito dalla campagna aggressiva della candidata della sinistra. Ma comunque non sarebbe stato eletto se non si fosse fatto apprezzare per la sua classe, la sua amabilità e la sua estraneità alle fazioni.

Quando ha assunto il comando della nave, Toni Concina sapeva che era piena di falle, ma nessuno (per insipienza, per ignoranza o per malizia) lo aveva informato sulle dimensioni delle falle e sul fatto che la nave aveva già imbarcato molta acqua. Se ne è dovuto accorgere a mano a mano, (nonostante che sia tutt'altro che uno sprovveduto) perché chi doveva sapere non sapeva o faceva finta di non sapere.

Credo che sia un po' di tempo che il sindaco abbia maturato la consapevolezza della estrema gravità della situazione; e forse anche grazie al contributo di quei rompiscatole del Covip. E sospetto che l'invio di una delegazione alla Corte dei Conti, con gli assessori e i dirigenti affiancati dal presidente del consiglio comunale,  sia stata del tipo "va' avanti tu, ché a me viene da ridere".

Che altro potevano sentirsi dire i delegati orvietani dal magistrato della Corte che li ha ricevuti, se non pesanti ammonimenti e minacce di futuro danno?

I delegati hanno ascoltato in silenzio e a capo chino. E hanno fatto bene a non porre al magistrato la domanda che tutti vorremmo porre, ma che non posso scrivere poiché tengo famiglia, e la tiene pure il nostro Direttore.

Comunque le falle sono enormi e l'acqua imbarcata è tanta. Siamo vicini al "si salvi chi può", ma qualcuno s'è venduto buona parte delle scialuppe e non ha pagato le fatture dei salvagente.

Onore al capitano che resta coraggiosamente al comando. Sta tentando di convincere l'equipaggio a unire e moltiplicare le forze nel tentativo estremo di non far affondare la nave e di evitare che sia rimorchiata da  un commissario per essere trascinata nel porto del nostro disonore.

Immagino che il nostro capitano, seduto la sera a meditare nella sua bella cabina piena di libri, pensi  ai magistrati, ai carabinieri, ai finanzieri, ai creditori del comune, ai dipendenti comunali e agli orvietani tutti  e finisca col domandarsi: "Ma dovevano aspettare proprio me?".

Tuo Pier


da Flavio Zambelli
Direttore, caro Pier, caro Franco, mai come in questi giorni di crisi delle istituzioni politiche orvietane, mi sono sentito orgoglioso di essere un sostenitore e partecipante del vostro gruppo civico. Gli uomini del COVIP, non sotto quest'insegna, ma ognuno nei loro rispettivi schieramenti politici, hanno dato un contributo importante di mediazione per cercare di scongiurare la fine della legislatura comunale, e la conseguente convocazione di nuove elezioni amministrative ,ovviamente anticipate. Pier ha elaborato con Massimo e gli altri una serie di proposte di risanamento del deficit accumulato. Il documento  poggia in particolare sulla iscrizione a bilancio 2009-2010, della vendita dei parcheggi coperti , per realizzarci garage e autorimesse a beneficio di quei  cittadini che ne sono irrimediabilmente sprovvisti. Franco ha portato a termine la parte più difficile dell'opera. Quella di far recepire queste proposte nel tavolo di mediazione trasversale tra le varie forze politiche, in particolare del centrosinistra. Fino a lunedì  scorso la posizione del PD sembrava orientare le scelte della coalizione di centrosinistra verso la soluzione estrema: voto contrario sul bilancio e dimissioni immediate del Sindaco e della Giunta. Poi ,successivamente, Franco, attraverso il partito socialista (il suo gruppo politico di riferimento), parlando con tutte le altre forze della coalizione, ha cercato, riuscendovi, di correggere anche la linea del PD verso soluzioni più propositive . A sua volta anche il Sindaco ha recepito alcune di queste proposte prendendole come terreno di dialogo per un eventuale accordo in extremis ; in special modo quella sui parcheggi. Accantonando,almeno per il momento, la contestabile idea  di vendere l'area di Vigna Grande, per coprire il disavanzo accumulato. Ovviamente non abbiamo la palla di vetro per sapere cosa faranno i singoli consiglieri comunali nel voto sul bilancio,( già precedentemente rinviato) del 20 Ottobre.  Perché alla fine, al di là delle posizioni ufficiali delle varie forze politiche, saranno loro che dovranno rispondere delle loro scelte alla Città, prima ancora che ai partiti e ai gruppi politici. Saranno loro decisivi. Non sappiamo nemmeno, in caso il bilancio dovesse passare, se nascerà una nuova  Giunta di larghe intese ( il cosiddetto "inciucio", termine coniato da Massimo D 'Alema alcuni anni fa),o  se ci sarà un'ennesima astensione di alcuni, o se  ci sarà un appoggio esterno del centrosinistra( o parte di esso) con voto favorevole . Soluzione che io , come ho già avuto modo di scrivere , preferisco per una ragione: Il centrosinistra, che ha già diverse responsabilità sugli errori delle passate gestioni della Città, deve dimostrare che non è prioritaria l'occupazione delle poltrone in questa fase.  Ma quello che conta è la progettualità, per candidarsi a guidare nuovamente l'amministrazione in un futuro prossimo .Votare contro il bilancio, e buttare giù tutto per andare a nuove elezioni a breve, sarebbe oltretutto autolesionistico per il PD e gli alleati. Primo perché se verrà il Commissario prefettizio, quest'ultimo non guarderà in faccia nessuno e ricercherà le responsabilità di bilancio presenti , ma soprattutto passate .Coinvolgendo  i dirigenti del partito che hanno avuto responsabilità amministrative di governo cittadino. Inoltre anche  vincendo le prossime elezioni comunali, sarà comunque una vittoria di Pirro. Chiunque dovrà governare Orvieto, si troverà a capo di una montagna di debiti da coprire. La sera delle elezioni si stapperà il solito spumante, salvo svegliarsi il giorno dopo, e accorgersi che non c' era proprio nulla da festeggiare. Salvo il fatto, questo sì, di occupare nuovi posti e nuove poltrone. Per chi vive di sola politica, questo non è affatto poco, mi rendo conto. Ma per i cittadini, gli imprenditori, i liberi professionisti, è prioritario il risanamento e lo sviluppo della Città. Abbiamo più volte detto e scritto degli errori dell'attuale Amministrazione comunale , ma buttare giù tutto adesso e mandare a casa il Sindaco e gli assessori non è un danno fatto a loro . Nessuno di questi vive di politica sulle spalle del partito e della pubblica amministrazione. ( Come del resto il sottoscritto e anche voi amici). Finita l'esperienza amministrativa, torneranno a dedicare tutto il loro tempo alle già affermate libere professioni e imprese private . Il danno grosso verrà fatto alla Città di Orvieto. E il COVIP, che è nato per cercare di salvare Orvieto, questo non può e non deve permetterlo. Voi,comunque andrà a finire, avete  già fatto molto. Grazie Franco. Grazie Pier, grazie a tutti.


da Alessandro Maria Li Donni
Vogliamo il commissario o gestire la situazione per un risanamento serio e condiviso?

Subito dopo le elezioni di giugno del 2009 avevo personalmente lanciato la provocazione di un accordo tra il Sindaco e la maggioranza consiliare di centro-sinistra.  Niente, silenzio assoluto!  Oggi a distanza di poco più di un anno la musica non cambia.  Siamo al redde rationem, con un bilancio da approvare, la Corte dei Conti che ha messo sotto la lente d'ingrandimento il Comune di Orvieto e i problemi legati all'anatra zoppa in Consiglio comunale.  Ingredienti esplosivi in una situazione politica esplosiva. Serve, a questo punto solo discernimento.  Gli amministratori e i rappresentanti in Consiglio sono di fronte ad una scelta: commissario in Comune o una nuova alleanza di governo inclusiva di chi mette al primo posto il bene della città?  Solo rispondendo in piena coscienza a questo semplice interrogativo ognuno potrà poi dare il suo voto nel consiglio che dovrà o meno approvare l'equilibrio di bilancio.
In queste ultime settimane in molti hanno cercato di dare consigli e indicare la strada maestra per il risanamento dei conti del Comune.  E' certo che non potrà essere dichiarato il dissesto finanziario, comunque vada, perché ancora ci sono i beni disponibili per tentare di tagliare drasticamente il debito totale e ricominciare da zero.  C'è però una strada maestra, quella della Politica, la "p" maiuscola non è un refuso ma voluto, che si rimbocca le maniche e si mette a lavorare per il bene comune in attesa che si possa tornare alla battaglia tra gli schieramenti.  Oggi non è tempo di guerreggiare, ma di discutere e trovare una strada che possa permettere all'amministrazione politica di gestire questa difficilissima partita.  In mezzo c'è la realtà che vivono i cittadini di Orvieto, il teatro, Orvieto Studi, la Farmacia Comunale, i dirigenti del Comune, i parcheggi, gli immobili, la complanare, l'elusione-evasione fiscale e Vigna Grande.  Poi c'è la discarica che deve assolutamente divenire volano di sviluppo economico da una parte e occasione anche di  sviluppo di una politica attenta all'ambiente ma senza inutili e dannosi radicalismi. Insomma no al "NO comunque e sempre" ma un grande sì alla gestione partecipata e al progresso tecnologico e al miglioramento della raccolta con il vero e definitivo avvio della differenziata. 
Si devono tagliare spese per 3,5 milioni l'anno? Fin dove possibile evitiamo ulteriori tagli alla cultura e all'istruzione, già ampiamente penalizzate ogni anno a livello locale e nazionale, e andiamo ad incidere laddove si annidano inefficienze.  Voglio provare a presentare qualche domanda-proposta-provocazione:
1. Servono sempre 5 dirigenti per gestire la macchina comunale?
2. Avviamo una seria verifica, con controlli incrociati, su chi ha richiesto esenzioni totali o parziali dal pagamento di mense scolastiche, scuolabus, asili nido ed altro?
3. I parcheggi di Foro Boario e Via Roma devono per forza essere di proprietà pubblica?
4. Sono tutti messi a reddito, secondo i prezzi medi di mercato, gli immobili comunali attualmente in locazione?
5. E' possibile ipotizzare una sorta di verifica dell'evasione per andare a proporre un pagamento rateizzato per il passato così da evidenziare dal 2011 nuove entrate?
6. Ha senso continuare ad avere una Farmacia Comunale unica che non offre servizi diversi dagli altri esercizi commerciali simili sul territorio?
7. E' possibile andare a rivedere la pianta organica dei dipendenti comunali per ottimizzare i vari settori e programmare in maniera seria il futuro?
Rimangono fuori dalle proposte-provocazioni Vigna Grande e discarica perché qui bisogna avere una visione di più lungo termine, partendo dal presupposto che il pubblico non riesce quasi mai a gestire in maniera profittevole.  Alla fine, nonostante le indicazioni e i discorsi teorici, ha ragione chi ha indicato la via maestra delle vendita di Vigna Grande per il definitivo risanamento del Comune, ma questa cessione deve avvenire solo dopo aver sistemato le partite correnti e in particolare dove aver rivisto la spesa corrente.  Andare a vendere un bene di così grande rilievo come Vigna Grande senza aver prima sistemato l'ordinario sarebbe completamente inutile e pericoloso visto che in pochi anni ci si ritroverebbe ad affrontare problemi simili senza più il bene da vendere.  Intanto la semplice gestione di tutta l'area si rivela un costo per un Ente già abbastanza appesantito dai debiti.  Ci sono, poi, da calcolare gli introiti continui derivanti dalla cessione del bene, e cioè Ici, Tarsu, addizionali che ogni anno andrebbe ad incamerare il Comune.  Il gioco così vale la candela.  Un discorso simile va fatto per la discarica.  La raccolta e il riciclaggio dei rifiuti è un business ricco dentro il quale Orvieto può stare senza danneggiare il territorio. Una raccolta ecosostenibile e la creazione di un polo della gestione dei rifiuti potrebbero essere occasione di sviluppo e di lavoro per Orvieto, il tutto senza dimenticare il servizio da offrire ai cittadini a costi sostenibili.
A tutto questo dovranno pensare i politici e gli amministratori della città prima di mettere la parola fine all'esperienza di Toni Concina; il Sindaco deve pensare alla città prima di chiudere definitivamente le porte all'attuale maggioranza-opposizione.  La politica è l'arte del possibile ma soprattutto il luogo di traduzione delle richieste dei cittadini in azioni.  Tutto questo si può fare se si è coinvolti in maniera diretta senza preclusioni e senza limiti temporali imposti all'altra parte.  Se un accordo si deve fare allora che sia chiaro, limpido, veramente unitario e immediato.  Tutti devono spendersi e mettere la loro faccia, senza eccezioni.  Se così non fosse e il bilancio venisse approvato per manovre di palazzo allora sarebbe bene iniziare a pensare a nuove elezioni ricordando a chi non vuol sentire parlare di accordi, che l'eventuale commissario interverrebbe senza mediazione sulle tasse, sul personale, sui beni da vendere, sui pagamenti ai fornitori piccoli e grandi e soprattutto sulle opere pubbliche necessarie come la complanare e il nuovo ponte sul Paglia per collegare l'Ospedale con una parte rilevante del territorio.  In poche parole sarebbe la paralisi.  L'equilibrio di bilancio, invece, permetterebbe di programmare il taglio del debito totale con più calma e con una visione più generale del bene comune e della città.



La rubrica di Orvietosì  "A Destra e a Manca" è alla cinquantatreesima puntata. La rubrica è animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose".
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a
dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.


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Pubblicato il: 18/10/2010

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