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Polo scolastico alla Piave. I socialisti orvietani smentiscono Cerquaglia

Il capogruppo PSI in Provincia aveva presentato un ordine del giorno definito del tutto "personale" dai compagni orvietani, che lo invitano a non creare confusione

foto di copertina

L'ordine del giorno di Cerquaglia sulla possibile realizzazione di un polo scolastico nella ex Piave irrita i compagni socialisti orvietani, che lo definiscono "un'iniziativa del tutto personale" e pregano il capogruppo del PSI in Provincia di non creare confusione in un momento in cui non se ne sente certo il bisogno. I socialisti ribadiscono anche il ruolo strategico della Piave per lo sviluppo della città e quindi qualsiasi altra scelta è individuata come "errata" oltre che "irrealizzabile".

Segue il comunicato del PSI di Orvieto.

"Abbiamo appreso dalla stampa che il compagno Zefferino Cerquaglia, capogruppo del nostro partito in Consiglio provinciale, ha presentato un ordine del giorno con il quale chiede di realizzare un polo scolastico nell'ex caserma Piave di Orvieto, composto da istituto professionale, liceo classico e liceo d'arte, giustificando la proposta con diverse argomentazioni (alcune delle quali peraltro condivisibili se sviluppate almeno un anno fa), tra cui il fatto che "stanno per partire numerosi lavori di adeguamento delle tre sedi scolastiche del centro storico di Orvieto".

Nel merito la proposta appare del tutto sparametrata sia rispetto alla situazione di fatto sia rispetto alle esigenze della città.

Per quanto riguarda la situazione di fatto è certamente strano che il compagno Cerquaglia non si sia accorto che i lavori nell'edificio del liceo classico sono giunti quasi al termine e che a gennaio ne è addirittura prevista l'inaugurazione, e che il liceo d'arte è stato già trasferito appunto in alcuni locali dell'ex Piave perché nell'edificio a tale scuola destinato devono essere fatti lavori di adeguamento alle norme di sicurezza concordati proprio tra Amministrazione provinciale, Comune di Orvieto e Curia. Non si riesce dunque a capire la logica di una simile proposta: Cerquaglia chiede di annullare le decisioni già prese anche dall'Amministrazione provinciale? Perché ora e non quando era possibile e forse anche necessario? Risulta peraltro che ci fossero ipotesi alternative a quelle adottate. Perché non sono state discusse allora, quando si era in tempo per decidere in direzione di un risparmio certo e di un uso forse più razionale degli spazi disponibili?

Per quanto riguarda poi le esigenze della città, indicate da sempre dalle forze politiche, economiche e sociali, ed espresse nei documenti programmatici ufficiali delle amministrazioni che si sono succedute nel tempo, si riassumono semplicemente nell'idea che quello è un bene che serve allo sviluppo della città e del territorio e che un suo uso di tipo pubblico, scolastico o diverso, è non solo errato, ma irrealizzabile, anche perché non si vede chi ne potrebbe sopportare gli oneri di investimento. In ogni caso un consigliere provinciale non avrebbe il dovere di tener conto degli orientamenti della città?

Nel metodo c'è solo da dire che al compagno Cerquaglia non può sfuggire che ignorare il dibattito di una città e le posizioni su cui si sono attestate le iniziative delle amministrazioni equivale a creare confusioni di cui in questo momento particolare non si sentiva assolutamente il bisogno. Tralasciamo il fatto che su un argomento così importante prima di prendere una posizione ufficiale sarebbe stato opportuno fare una discussione approfondita anche negli organismi del nostro partito.

In definitiva dunque la mozione in questione è un'iniziativa personale del compagno Cerquaglia, che pertanto non impegna in alcun modo il PSI di Orvieto.

Il PSI, Sezione di Orvieto"

Pubblicato il: 05/10/2010

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