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Adelante, Pedro, seppure con juicio!

Ambiente e ambientalisti, politica e voglia di andare avanti, seppure con il giudizio necessario. La quarantaquattresima puntata di " A destra e a manca", la rubrica del lunedì curata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella. Contributi di Fabrizio Trequattrini e Flavio Zambelli

foto di copertina

Caro Franco,

un tempo avrei potuto dar la colpa alla Rupe e alla sindrome della piccola isola (in inglese TIS = Tiny Island Syndrome). Ma tale ipotesi, forse un po' troppo viziata da determinismo geografico, non ha più senso, dato che tre orvietani su quattro non dimorano ormai sulla Rupe.

Allora quello che chiamo stato depressivo del popolo orvietano non può che essere una manifestazione di provincialismo, cioè di chiusura mentale collettiva, di riluttanza a gettare uno sguardo oltre il limitato orizzonte delle cose orvietane e di quelle strettamente connesse. Non intendo insultare nessuno, e tantomeno mettere la croce addosso all'amata comunità nella quale abbiamo la fortuna di vivere. Mi costringe a parlare la convinzione che Orvieto stia attraversando un periodo in cui abbia bisogno di essere stimolata, scossa e magari provocata.

Giorni fa ho messo il dito sulla piaga della discarica perché quel lurido colle che lievita in mezzo al nostro territorio mi fa paura. E altrettanto mi fanno paura gl'interessi che l'hanno fatto nascere e crescere e lo vogliono ancora far lievitare. Con tutto il rispetto per la massima che consiglia di non  disturbare il manovratore, non sto per niente tranquillo. Ho quindi proposto di andare in gita, amministratori comunali e liberi cittadini, in qualche luogo dove il sistema della raccolta dei rifiuti goda buona fama, per vedere che fanno e farsi spiegare come si fa. Infatti le spiegazioni dei politici umbri e dei loro tecnici non mi convincono, come non convincono tanta altra gente. E pure chi sia convinto che viviamo nella migliore delle regioni possibili, ne potrebbe trarre lo spunto per verificare i propri convincimenti.

Non ho ricevuto contestazioni, ma pochi apprezzamenti e qualche sfottò. Un anonimo al qualche non sono simpatico mi ha sfidato a passare dalle parole ai fatti, visto che istituzioni, partiti e associazioni ambientalistiche mi snobbano e magari mi prendono per il culo. Come ben sanno i nostri venticinque lettori non sono un operatore turistico, ma sono un consigliere comunale e ho il dovere  e il diritto di tutelare il pubblico interesse richiamando ai loro doveri sia il comune, sia le altre pubbliche istituzioni, sia i partiti, sia le associazioni ambientalistiche. Sì, anche le associazioni ambientalistiche, perché, nel sistema della divisione dei ruoli che potenzia la vita sociale, essi si sono assunti il compito di avanguardie nella difesa dell'ambiente. Svolgano allora con efficacia il compito che si sono assunti.

Alcuni giorni fa mi sono trovato a soggiornare a poche migliaia di metri da Vivaro, nel Pordenonese, dove una squadra di ambientalisti sono entrati in un campetto e hanno calpestato tutte le poche piante di mais OGM coltivate illegalmente. Anche se gli ambientalisti hanno invocato lo stato di necessità per il rischio di impollinazione delle colture di mais circostanti, e anche se gli agricoltori confinanti hanno calorosamente plaudito (poiché temevano di avere difficoltà a vendere il loro prodotto) mi guardo bene dall'incitare gli ambientalisti nostrani ad azioni violente. Non mi auguro blocchi stradali e sabotaggi, ma che spieghino quali sono le alternative al futuro programmato della discarica orvietana e dove tali alternative sono felicemente in atto. Anche da parte dei produttori di vino e degli imbottigliatori di acqua minerale mi auguro un po' di coraggio nel difendere il loro lavoro e il connesso ruolo sociale.

Mi preme la tua opinione.

Ma ora consentimi una diversione e un tuffo nell'alta politica. Devo cavarmi un dente che mi fa male e mi serve, non tanto la tua opinione, ma il tuo conforto. Tu sai che non ho mai simpatizzato per la nuova linea dell'onorevole Fini, tanto apprezzata dalla sinistra. Comunque le vicende delle ultime settimane hanno dimostrato che l'onorevole non conosceva o non ricordava il celebre aneddoto di Mark Twain:

- Un giorno ho spedito a una decina di amici un telegramma che diceva: "Fuggi immediatamente. Hanno scoperto tutto". Ebbene, tutti quegli amici hanno lasciato la città senza pensarci due volte. -

Tutti gli esseri umani (tranne io e te) hanno una piccola o grande coda di paglia. E Berlusconi sopravvive, nonostante la sua grossa coda, perché ha i mezzi per procurarsi notizie sulle code e codette di amici e avversari, giudici compresi. Per questo quando gli acciaccano la coda, scatta la reazione già programmata. E per questo è ferocemente odiato, non tanto dal popolo, che è diviso a metà come allo stadio, ma dalla classe politica unanime, sia quella che lo avversa apertamente sia quella che gli si affianca.

Tuo Pier

Caro Pier,

ti capisco, ti sei levato il dente di Fini, che, a quanto sembra al momento, ha sottovalutato il potere di fuoco mediatico di Berlusconi. Ti dico francamente che la lite tra i due non mi appassiona né poco né punto, e non mi sento perciò di fare il tifoso, anzi, mi fa un po' pena e un po' rabbia questa dipendenza di una certa sinistra, e se permetti anche di una certa destra, dall'antiberlusconismo, al punto che si sta con chi è contro perché ciò che conta è solo essere contro, senza mai proporre uno straccio di visione strategica alternativa e conseguenti specifiche proposte praticabili e di spessore, tali da resistere agli urti della realtà per almeno una settimana. Bella la citazione di quel genio di Mark Twain, che conosceva bene le debolezze umane e sapeva tradurle in splendidi paradossi: ricordi il racconto "La banconota da un milione di sterline"?

Già, le debolezze umane. Ce le abbiamo, e guai se non fosse così, anzi, guai se non ce ne rendessimo conto! Pensa infatti a quello che potremmo definire il paradosso della santità: se tu ed io volessimo diventare santi, per il solo fatto di pensarlo cadremmo in uno dei peccati più gravi, quello della presunzione, il contrario dell'umiltà, e dunque non potremmo di per ciò stesso diventare santi. Conclusione: conviene stare dove stiamo, coltivando le nostre passioni e sforzandoci di controllarle utilizzando quello straordinario strumento che l'evoluzione della specie ci ha regalato (uno strumento divino, no?), la ragione.

E' quanto io credo (e so bene che anche tu credi) dovrebbe fare la classe dirigente del nostro amato Paese, se ce ne fosse una degna di questo nome (non lo dico solo io). E' quanto dobbiamo cercare di fare anche qui, per la nostra città, perché è ciò che deve fare un qualsiasi cittadino: impegnarsi affinché le cose nella realtà in cui vive vadano nel modo migliore. Ed è questa d'altronde la concezione classica della politica, quella alta, quella vera. Una concezione che, soprattutto dopo quello cui ci è stato dato di dover assistere, da antica torna ad essere straordinariamente moderna. Purché il popolo se ne accorga, e per questo non basta fare qualche predica, ma bisogna organizzasi e agire, come noi appunto stiamo cercando di fare. Anche il popolo però è tale se ogni sua componente e direi ogni suo membro, o almeno la sua parte maggiore o più attiva, esercita le proprie responsabilità. Tu hai fatto benissimo a fare questo richiamo, perché il comportamento contrario si riduce sempre a proteste, magari giustificate, ma spesso sterili, qualora non si traducano in controproposte ragionate e dimostrate come praticabili rispetto allo specifico problema da affrontare e risolvere nei tempi e con l'urgenza che la realtà si incarica di imporre. Ciò che accade quando la miopia sia prevalsa sulla lungimiranza, quando cioè gli interessi particolari, magari misti a pigrizia mentale e incompetenza, hanno fatto aggio sul senso civico e il bene comune.

La questione della discarica, o meglio, del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti, è certamente emblematica. Vecchia storia e vecchia questione, in cui si intrecciano necessariamente tante cose. Ad esempio non bisognerebbe dimenticare come e perché circa venticinque anni fa fu necessario individuare un nuovo sito per lo smaltimento dei rifiuti e come e perché esso, quando le condizioni della raccolta mutarono e si passò ai piani regionali, non diventò un impianto industriale moderno, come invece avveniva in tante parti d'Europa e anche in diversi Comuni d'Italia, non escluse zone storiche o di pregio ambientale. Già, perché, invece di discutere su dati necessariamente parziali e approssimati, non si va ad osservare e a capire l'esperienza di altri? Per anni, caro Pier, ho predicato in Consiglio comunale l'opportunità, la necessità, che una delegazione si recasse dove ci sono esperienze notoriamente positive, utilizzabili in tutto o in parte, in ogni caso degne di essere conosciute per capire meglio e poi decidere sulla base di elementi correttamente analizzati ed elaborati. Naturalmente non è successo niente, e si è andati avanti con le due logiche che in queste condizioni sono naturalmente convergenti, quella del no pregiudiziale e quella dell'acqua alla gola, che si traducono appunto nella convergenza sulle decisioni d'urgenza. Speravo che alla tua proposta andasse meglio, ma vedo che anche in te monta lo scetticismo.

Ne vogliamo uscire, qui da noi come in Italia? Usiamo la testa, non la pancia, e non lo dico certo rivolto a te. Il principio di prudenza vale sempre, ma non deve diventare anch'esso un principio ideologico, perché esso di per sé è un principio incorporato nella scienza. Come ben sai non sono uno scientista, ma so che la paura della scienza e della tecnologia fa danni, più di quanto non si pensi e comunque non meno di quanti ne faccia l'atteggiamento opposto, se non altro perché va necessariamente a braccetto con l'istigazione all'ignoranza e alla superstizione e, non per ultimo, con l'adozione di comportamenti irrazionali e conseguenti decisioni sbagliate frutto spesso di demagogia da quattro soldi. Non dico che biologico non sia bello, ma, a proposito di OGM, consiglierei di leggere, tra gli altri, l'ultimo libro di Dario Bressanini, "Pane e bugie".

Se tutto questo poi si sposa con il provincialismo, che è un atteggiamento ancora più sodo e diffuso, allora il gioco delle soluzioni di testa e non di pancia diventa davvero difficile. Ne so qualcosa da molto tempo, sia nella mia esperienza di amministratore che in quella professionale. Per il primo aspetto, devo ricordare che la proiezione internazionale di Orvieto, iniziata negli anni ottanta, fu una sfida durissima, con resistenze che a raccontarle oggi nemmeno si capirebbero. Per il secondo aspetto, si può ben comprendere come la dimensione europea e internazionale della scuola che dirigo sia stata raggiunta con anni e anni di durissimo lavoro e in mezzo a mille incomprensioni e preconcetti, tali che in realtà, pur cambiando forma, nelle zone sociali e culturali più chiuse, e soprattutto in quella che si ritiene essere la parte depositaria delle verità eterne, si ripropongono nelle più diverse occasioni. La verità è che il bozzolo fa comodo, perché stare fermi nel proprio porticciolo è più facile della navigazione in mare aperto. E poi, diciamo anche questo, coltivare l'ignoranza dà la speranza a chiunque di essere medico, ingegnere, professore, falegname, solo per aver avuto un raffreddore, aver camminato su un ponte, aver avuto un figlio a scuola, aver visto una volta una pialla. A questo ritengo che bisogna sempre contrapporre la famosa espressione gramsciana "studiare, studiare, studiare!".

Talvolta ho l'impressione che più d'uno addirittura vorrebbe che si navigasse standocene comodamente al riparo, oltre che dalle tempeste, anche da una semplice brezza. Ma, caro Pier, così è e qui stiamo. Perciò, con la tigna che ci contraddistingue, vogliamo dire adelante, Pedro, seppure con juicio?

Tuo Franco


da Fabrizio Trequattrini

Non saprei spiegarlo diversamente che in questo modo, ma non appena ho letto il titolo della rubrica odierna ho pensato all'isola di Pasqua, un piccolo fazzoletto di terra che affiora nell'Oceano Pacifico, che dipende dalla regione di Valparaiso del Cile ed ha un Sindaco di nome "Pedro" !!! Un' isola più piccola dell'Isola d'Elba, con un decimo degli abitanti che popolano l'isola toscana, conosciuta nel mondo per i suoi "monumenti" che ha un Sindaco di chiare origini Cilene e non Polinesiane che gli antropologi vorrebbe attribuire ai suoi abitanti. Se si osserva la cartina geografica dell'isola si scopre che ha una forma simile, anche se più grande, ad Orvieto ed ha il primo cittadino non autoctono, Pedro, appunto!!! Ho sempre associato il nome Pedro  ad un messicano che tira a campare, che si riposa quando l'aria si fa calda, nel pomeriggio, della stagione più afosa, mi fa pensare ad un uomo che non vive di grossi impegni, di grossi progetti. Non riesco ad immaginare Pedro come Amministratore dell'Isola di Pasqua piuttosto che un, più adeguato, Maunga Puakatiki come sarebbe più logico da accettare. Contemporaneamente a questa folle associazione di idee il mio pensiero si è spostato all'amico, scomparso, Livio Orazio, che  era solito paragonare Orvieto ad un'isola, un po' per la sua forma geografica che la vede ergersi sulla pianura circostante, un po' per il carattere tipico di noi abitanti, molto ospitali ma parecchio chiusi al mondo che sta fuori dalle mura, come gli isolani, appunto. Aveva ragione Livio, ed ora che la città ha cominciato a dare i primi sintomi di cedimento viene fuori tutta la parte più negativa di una intera comunità."Adelante"...dite voi, "lo mas rapido possible"...aggiungo io, ma se la citazione prende spunto dal romanzo di Manzoni, se la metafora ci spinge verso uno scenario da "rivoluzione di popolo", se fossero veramente maturi i tempi per una presa d'atto della situazione politica nazionale da parte del Popolo Italiano, allora, non tutto è perduto, ma mi riservo di dubitarne. Trovo che il Fini di oggi, quello che parla di valori etici della politica, sia più vicino al suo mentore Almirante di quanto non lo sia stato fino ad oggi, da quando l'imprenditore Berlusconi lo ha sdoganato fino all'assunzione della terza Carica dello Stato, ed il fatto che abbia assunto posizioni condivisibili su temi importanti come l'immigrazione e la bio-etica, non me lo fanno apparire meno post-fascista di prima. E' ridicolo vedere come una parte della Sinistra attuale tifi per lui, quanti Dirigenti di Partito si espongano in pubblici ammiccamenti verso di lui. Non ci sono dubbi che sia più figlio di Almirante che di Peron ma il rischio attuale è che questa battaglia interna al centro-destra finisca per rafforzare la deriva peronista di questo Paese e non la legalità dovuta. Inoltre è, decisamente, disarmante lasciare questo terreno di battaglia a chi è "conservatore"rinnegando la forza "riformatrice" di chi sta dall'altra parte della barricata ma è, decisamente, quel che sta avvenendo da qualche anno in qua. Anche ad Orvieto c'è la Destra al governo, non peronista, tutt'altro che disdicevole, ma se si continua ad insistere di ritornare alle urne il prima possibile penso che la sorpresa potrebbe essere quella di veder nascere un qualche movimento alla Ferrer (di manzoniana memoria !!!) ed allora sì che vedremo una classe dirigente rinnovata, inesperta e populista pronta a distruggere ogni ricchezza e risorsa locale magari soltanto per incapacità o ignoranza. La città si sta impoverendo, non solo economicamente, e si sta verificando un analfabetismo "politico" di ritorno che non era pensabile fino a qualche tempo fa ed il gran numero di associazioni ecologiste presente in questo territorio non certifica, affatto, che ci si debba difendere da scelte amministrative lesive del nostro paesaggio e per la nostra salute. Ci sono "inceneritori" al centro di città come Vienna che non sconvolgono né l'assetto urbanistico della capitale austriaca né lo stato di salute dei suoi cittadini, quindi si può progettare un terzo "calanco"della locale discarica, purché lo si faccia con le dovute cautele ambientali, si condizioni questa concessione ad una politica di raccolta differenziata dei rifiuti tale da permettere la nascita di un indotto di imprese private che operino nel settore e se dobbiamo diventare la "discarica" dell'Umbria....che ciò sia fissato al prezzo più alto, con una maggiore considerazione di questo territorio nelle politiche regionali. Basta con coloro che hanno svenduto pezzetti di questa città senza ottenere che briciole di attenzione, a volte solo personali, ma basta, anche, con chiunque freni ideologicamente qualsiasi progetto di sviluppo. Qualunque territorio-cerniera, nel mondo, è ricco di cultura, di economie e ricchezze che nascono dal transito dei popoli, mentre a noi questa posizione strategica rischia di stritolarci...ci sarà pure un colpevole!!! Concludo, così come ho iniziato, con un pensiero insulare: "Nessun uomo è un'isola, chiuso in se stesso, ogni uomo è un pezzo del continente, una parte dell'intero...." da le "Meditazioni"di John Donne, ma non posso nascondere che "Pedro" non mi piace come Sindaco di Pasqua !!!
Ad Maiora !


da Flavio Zambelli

Caro direttore, cari amici, vedo con piacere che anche Fabrizio Trequattrini si è unito al nostro dibattito cittadino.Si può naturalmente aprire una seria discussione su quale tipo di strategie ambientali e politiche dei rifiuti vogliamo intraprendere. Sulla necessità di educare la popolazione ad una seria raccolta differenziata , in modo da evitare accumuli di rifiuti mischiati da destinare al cosiddetto "terzo calanco". Si può anche discutere se sia necessario o meno il terzo calanco nella discarica di Localita' Le Crete . L'unica cosa certa è che siamo, a Orvieto ,in una situazione di stallo tale che dobbiamo andare avanti neanche troppo con "iudicio" riferendomi a "Pedro". Bisogna cominciare a muoversi anche con una certa rapidità se vogliamo salvare la nostra città dal baratro. Restando in tema di frasi spagnoleggianti, sarebbe il caso di citare la massima di Ernesto Che Guevara "Hasta la victoria siempre". In questo caso la vittoria sarebbe riferita non ad una parte contro un'altra; ma sarebbe riferita alla ripresa socio-economica della città di Orvieto, dopo questi  anni di stagnazione. A scanso di equivoci, la citazione di Che Guevara è puramente casuale. Io sono un imprenditore, credo nella concorrenza e nel mercato; quindi le idee marxiste-leniniste del Che sono lontane mille miglia dalle mie. Tuttavia ho sempre ammirato il coraggio rivoluzionario di un uomo che si è messo in gioco, sfidando anche l'Unione Sovietica e Fidel Castro, quando aveva capito che il comunismo da loro applicato era lontanissimo dall'idea di liberazione della classe operaia dallo sfruttamento. Certe sue frasi sono rimaste comunque celebri , al di là delle distanze politico-ideologiche. Per quanto riguarda il Presidente della Camera Fini e gli ammiccamenti della sinistra, credo che tutto ciò faccia parte del teatrino della politica. Ricordo a Fabrizio, che quando il comunista Fausto Bertinotti faceva comodo, riceveva attestati di stima dall'anticomunista Berlusconi. Negli anni cioè, in cui, Rifondazione faceva cadere il Governo Prodi (1998); oppure non stringeva accordi di desistenza con l'Ulivo di Rutelli( 2001), determinandone la sconfitta. In quegli anni, molti esponenti del centrodestra manifestavano apertamente preferenze personali e simpatie per Fausto Bertinotti. L'anticomunismo valeva solo contro i Ds e gli ex-democristiani; non contro Rifondazione, che si dichiarava veramente comunista. Fausto Bertinotti era il più invitato nei tg e nei programmi delle Tv di Berlusconi. Chissa come mai eh ?!!!! Andiamo avanti , cari amici, con giudizio certo, ma con rapidità, accogliendo sempre nuovi amici disposti a discutere e ragionare. Come è avvenuto questa settimana. Un saluto a tutti.



La rubrica di Orvietosì  "A Destra e a Manca" è alla quarantaquattresina puntata. La rubrica è animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose".
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a
dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.

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Pubblicato il: 16/08/2010

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