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Dentro le parti, al di sopra delle parti

"Ho l'impressione che, dopo questa esperienza, la nostra Orvieto non sarà più quella di prima" e "Ma non è vero che è proprio in queste fasi che bisogna combattere la cultura della rinuncia, allungare lo sguardo, appinzare l'ingegno e tirar fuori il coraggio?"...

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Caro Franco,

non so quanto durerà questa situazione denominata "anatra zoppa", ma ho l'impressione che, dopo questa esperienza, la nostra Orvieto non sarà più quella di prima. Il popolo di centrosinistra sperimenta sindaco e assessori di centrodestra e si accorge che non sono così cattivi come li immaginavano, o come glieli facevano immaginare. Il sindaco Antonio Concina si rivela un signore senza spocchia e senza demagogia, sensibile alle istanze di tutti, assolutamente al di sopra delle fazioni e delle faziosità orvietane. Gli assessori sono brava gente che cerca di imparare un mestiere che non aveva mai fatto, ma lo fa con intelligenza, pazienza e senza faziosità. La gente di centrodestra si accorge che quella di centrosinistra non è così settaria, compatta e machiavellica come l'immaginava. Gente di centrodestra e di centrosinistra riunita intorno a un tavolo per fare un bilancio che scongiuri la vergogna del commissariamento, si accorge di avere uno scopo temporaneo ma comune. In consiglio comunale, dopo qualche baruffa, i patti si sprecano: prima il "patto con Roma" e poi il "patto per la città".

Recentemente il consiglio comunale ha approvato pacificamente e serenamente  una mozione di Donatella Belcapo, del gruppo PD, sui riconoscimenti da tributare, tra altri,  a personaggi come Romolo Tiberi e Sergio Ercini, che furono rispettivamente senatore e parlamentare europeo democristiani, perciò avversari della sinistra che governava la città. Così si scopre (anzi, si smette di far finta di non sapere) che quei due illustri e compianti personaggi operarono per il ben della città in misura da averne stravolto positivamente le sorti. Viene così ufficializzato che, mentre le fazioni politiche si fronteggiavano fieramente, orvietani intelligenti e consapevoli, ovunque schierati, collaboravano per il bene di Orvieto.

Al di sopra delle divisioni in partiti, che sono necessarie per rendere possibile la dialettica democratica e la  distinzione tra chi governa e chi controlla, è sempre esistita una passione per la città che ha dato e darà buoni frutti. Una passione che esiste tuttora, altrimenti tu, io, Dante Freddi, Mario Tiberi, e altri che non voglio compromettere, non dialogheremmo fraternamente.

Sarei  tentato di tirar fuori ancora una volta il medioevo e la saggezza di quella antica politica che fece grande il piccolo comune di Orvieto. Ma la smetto qui e spero che tu non mi contraddica, ma aggiunga riferimenti che conosci meglio di me.

Tuo Pier

Caro Pier,

di sicuro non ti contraddirò: non posso e non voglio. Ma, come dirò dopo, non tutto mi sembra pacifico. In effetti c'è una lunga, importante storia, quando sotterranea, quando pubblica, di dialoghi e collaborazioni tra personaggi diversi, in epoche diverse, nel nome di un comune destino, sia delle persone singole, che soprattutto del bene comune della nostra città. Basterebbe citare alcuni episodi importanti del periodo fascista e del secondo conflitto mondiale o, in tempi più recenti, la collaborazione tra soggetti istituzionali e politici di sponde opposte, sia per l'approvazione della legge speciale Orvieto-Todi, sia per la sua prosecuzione e il suo rifinanziamento. Si trattava anche allora di emergenze. E  anche nel passato più lontano in realtà si era sempre trattato di emergenze. D'altronde come oggi. In questo c'è sempre del positivo, e anche stavolta sarà così, per quello che dici tu e, in particolare, per due punti.

Uno è certamente lo stile del sindaco Concina, che non è una novità in sé in quanto anche nel passato c'è stato lo sforzo di governare al di sopra delle fazioni, ma è di sicuro un fattore di cambiamento rilevante rispetto allo scontro particolaristico per il potere che era in atto da tempo e che probabilmente non si sarebbe potuto superare se non con una svolta come quella di un sindaco estraneo ai conflitti appestanti di lungo periodo ed espressione di uno schieramento diverso da quello che veniva dato per scontato dovesse governare quasi per diritto divino. Come si sa, la corruzione dei costumi, spesso deriva dall'eccesso di sicurezza e dalla mancanza di ricambio o dalla sensazione che il ricambio è impossibile.

L'altro punto è la convinzione diffusa che una lunga fase si è chiusa e che una nuova è da costruire. E' ben vero che non ci sono molte idee su come costruirla, ma è anche vero che sarà sempre più difficile a chi volesse ragionare con i paraocchi del passato o agisse nel presupposto che i paraocchi fanno sempre comodo, imporre soluzioni per interesse personale o per trasmissione di interessi di centri di potere esterni. Di tutto questo sono convinto anch'io. Il nostro dialogare, insieme agli amici (molti di più di quelli che appaiono), è per l'appunto non solo il tentativo di dare una mano a ragionare sulla necessità e sul come del risanamento del bilancio, ma nel contempo su come correlare l'operazione di risanamento alle idee per il rilancio, su basi ampiamente progettuali, della città e del territorio nella sua accezione più ampia e complessa. Sappiamo infatti che il superamento dell'anatra zoppa avrà un esito molto diverso a seconda che ci si fermi al contingente o che contestualmente si sposti decisamente lo sguardo sul futuro.

Però, caro Pier, non ti pare che è proprio su questo aspetto che si stenta a fare dei passi avanti significativi, a tal punto che gli accordi che tu citi possono dare l'impressione più di segnali di fumo che non di un vero e convinto cambio di mentalità? Insomma, dipenderà da me, ma io non vedo atti convincenti di un collegamento consapevole del contingente e dell'immediato con idee di prospettiva, sia di settore che di ordine generale. E' ancora presto? Non è ancora il momento? Non so, non saprei dare risposte precise o attendibili. Si possono fare molti esempi. Ad esempio, per stare agli ambiti, non posso non chiedermi perché si fanno scelte di edilizia scolastica molto impegnative senza aver maturato una visione del sistema utile al territorio nel contesto delle grandi trasformazioni in atto. E, per stare invece alle questioni di ordine generale, non posso parimenti non chiedermi se ci si sta occupando, ed eventualmente come, della costruzione di una politica urbanistica complessiva che faccia del patrimonio del centro storico il motore di un nuovo sviluppo, visto che scelte particolari si continuano a fare. Grandi temi, temi di fondo, sempre difficili, e più difficili ancora in una fase d ristrettezze come quella che attualmente viviamo. Ma non è vero che è proprio in queste fasi che bisogna combattere la cultura della rinuncia, allungare lo sguardo, appinzare l'ingegno e tirar fuori il coraggio?

Non sono sicuro che lo si faccia o che lo si faccia abbastanza. Non sono sicuro che prevarrà l'attenzione per il bene comune, come a noi sta a cuore. Soprattutto, non sono sicuro che i fomentatori della litigiosità strutturale siano pentiti, che i cultori dell'intrigo e dell'egoismo organizzato si siano messi a riposo, che gli utilizzatori dei beni pubblici a scopi privati siano emigrati, ecc. Sono sicuro però che non ne sei sicuro nemmeno tu.

Ed è proprio per queste ragioni, io credo, - il pericolo sempre incombente dei vizi privati che prendono il posto delle pubbliche virtù, i limiti di un percorso di cambiamento solo iniziale e comunque pieno di difficoltà e di contraddizioni, la necessità di mettere i punti fermi di una lungimirante politica progettuale - che noi continueremo a confrontarci, proponendo riflessioni e stimoli anche quando non richiesti da nessuno.

Tuo Franco


 A destra e a manca  è la rubrica di Orvietosì  oggi alla ventinovesima puntata. E' animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose".
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a
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La rubrica esce ogni lunedì.

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Pubblicato il: 03/05/2010

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