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CONCINA: 'QUELL'USCITA DI GERMANI MI E' DISPIACIUTA

di Dante Freddi Il sindaco fa il punto sul lavoro di quadratura del bilancio e bacchetta il capogruppo del PD. Ma Còncina è stato buono e garbato.  Ha infine invocato san Pietro Parenzo e io, insieme a lui, ho pregato il santo orvietano perché vegli sulla città e paralizzi (momentaneamente) le mani a tutti quelli che tirano la giacchetta di chi sta davanti

foto di copertina

Conferenza stampa stamattina al Comune di Orvieto.
Còncina fa il punto degli ultimi mesi e si appresta con fiducia ad affrontare i giorni del bilancio. Quelli in cui bisogna chiudere i conti, farli quadrare e, come ha puntualizzato il sindaco, passare dall'iniziale sbilancio tra i 21 milioni in entrata e i 29 in uscita fino a 23,5milioni, pari sia sulla posta delle spese che su quella dei proventi, così come vuole il patto di stabilità.
Impegno arduo, che con difficoltà e tensione le commissioni politiche e tecniche del "Progetto Orvieto nel futuro" stanno tentando di quagliare. Ci sarà bisogno di scelte "forti e coraggiose", ha ricordato il sindaco, che si è appellato al buonsenso  ed ha evidenziato il clima più sereno e responsabile.
Insomma, nessuna notizia  nuova, diversa da quelle trapelate e conosciute, se non la evidentissima volontà del primo cittadino di andare avanti, sostenuto anche dal prefetto di Terni, che, ha informato Còncina, "mi ha esortato a tentare qualsiasi cosa pur di evitare il commissariamento".

Ma il sindaco ha chiamato la stampa anche per esternare il suo disappunto, per la verità garbato, nei confronti dell'"uscita  intempestiva" di Giuseppe Germani, capogruppo del PD, che nei giorni scorsi aveva accusato la Giunta di lentezza e scarsa capacità di trovare soluzioni adeguate.
"Non possiamo accettare l'accusa di immobilismo e di lentezze", "Spero che quello di Germani sia un incidente di percorso" e qualche altra battuta, ma non convinta, senza la voglia di ferire, più per assolvere ad un rito obbligatorio in questo gioco infinito del rimpallo che, ha ragione il sindaco, "non porta a niente".
Còncina ha invocato san Pietro Parenzo e io, insieme a lui, ho pregato il santo orvietano perché vegli sulla città e paralizzi (momentaneamente) le mani a tutti quelli che tirano la giacchetta di chi sta davanti.

Pubblicato il: 19/04/2010

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