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NOTIZIE CORSIVI

IL PERCORSO

Da " A destra e a manca" qualche idea sulle difficolta che Concina e il suo Gruppo di lavoro politico (GPL) troveranno sul "percorso" su cui si sono avviati. Contributi di Fausto Cerulli e Massimo Gnagnarini...

foto di copertina

Caro Franco,

diceva Pitigrilli che la lingua la fa il garzone del trippaio. Perciò dobbiamo rassegnarci sia ai neologismi sia alle mode linguistiche. A Orvieto va di moda da alcuni giorni il sostantivo "percorso", che, per la dolce insistenza del dottor Carlo Tonelli, consigliere comunale, s'è imposto, come termine figurato, sui sinonimi "strada", "via", "cammino", "tragitto" ecc. Così Giuseppe Germani, capogruppo del PD, dichiara costruttivamente, a proposito del patto civico proposto dal sindaco, "noi siamo disponibili a iniziare questo 'percorso' ". Gli fa eco l'on. Trappolino che, dopo avere giudiziosamente invitato il sindaco a stringere i tempi,   dichiara saggiamente che "il PD è pronto a discutere e a riflettere ma nella certezza dei metodi, dei 'percorsi' e dei diversi ruoli che  competono a maggioranza e opposizione". Conclude, tirando un sospiro di sollievo, il buon Marco Frizza, presidente del consiglio comunale: "Si inizierà un 'percorso' ".

D'ora in poi, a garanzia del "percorso", abbiamo un nuovo organo, il GLP (gruppo di lavoro politico) di cui fanno parte il sindaco, due assessori e i cinque capigruppo consiliari. Non saremo noi, ma la cruda e complessa realtà, a dettargli l'ordine del giorno. Io mi permetto di porre al GLP una serie di domande che sono sulla bocca di tutti:

  1. Taglio delle spese di funzionamento. Dove, quanto e quando tagliare?
  2. Ambiente. Che si fa con la raccolta differenziata? Si rinvia ancora o si comincia?
  3. Ancora ambiente. Siamo in grado di fare proposte concrete alla SAO-ACEA di revisione dei contratti?
  4. Ancora ambiente. Apriamo o non apriamo il terzo calanco? Quanto ci costa (in termini ambientali) aprirlo e quanto ci costa (in termini finanziari) non aprirlo?
  5. Ancora ambiente. Come la mettiamo con le cave? Andiamo incontro ai "cavatori" (proprietari dei terreni, imprenditori, maestranze orvietane e straniere) o lasciamo in pace il basalto?
  6. Urbanistica. Lasciamo costruire altre case (con beneficio aleatorio per le imprese e sicuro per le finanze comunali) o decidiamo una moratoria in attesa dello smaltimento delle case invendute e del rilancio del centro storico?
  7. Ancora urbanistica. Diamo una destinazione precisa al Casermone (indispensabile per qualsiasi utilizzazione) e poi lo mettiamo in vendita, o lo diamo in affitto?
  8. Ancora urbanistica. Rilanciamo il centro storico e riqualifichiamo i sobborghi con adeguati programmi, interventi e incentivi,  o puntiamo tutto sul PUC, premendo perché la Regione scucia i soldi, o facciamo tutte e due le cose?
  9. Traffico. Che facciamo coi posti auto al coperto e magari anche all'aperto, ci tiriamo fuori un po' d'ossigeno per la cassa comunale o aspettiamo che lo faccia qualcun altro?
  10. Tariffe. Aumentiamo le tariffe della Tassa Rifiuti e dei servizi a domanda o decidiamo che quei soldi non servono?
  11. Derivati. Facciamo causa alla banche, contestiamo i contratti, denunciamo i responsabili, o decidiamo che non c'è niente da fare?
  12. Cultura e turismo. Diamo un bel taglio alle spese comunali per tanti bei servizi immateriali, e scateniamo la managerialità che tanto c'invidiano a cercare sponsorizzazioni e magari esportare il frutto dell'esperienza acquisita?
  13. Beni culturali. Decidiamo di farli rendere bene, come si usa nei comuni che pareggiano i bilanci, o tiriamo avanti così senza cercare la luna nel pozzo?
  14. Istruzione pubblica. Riesaminiamo le decisioni dell'infausta gestione trascorsa o decidiamo che va tutto bene?
  15. Giustizia. Istituiamo una bella commissione d'inchiesta per appurare le responsabilità politiche, gestionali, penali e contabili o decidiamo che lo sfracello sia dovuto al destino cinico e baro?
  16. Patto con Roma. Decidiamo qualcosa o facciamo finta che abbiamo scherzato?
  17. Rimpasto. Diamo ascolto a Gnagnarini e Tonelli (anche le pulci hanno la tosse) o non ne parliamo per niente?

Queste sono la maggior parte delle pietre, anzi dei macigni, che il GLP si troverà sul "percorso". Macigni da affrontare con metodo e nel rispetto dei diversi ruoli di maggioranza e di opposizione, come raccomanda l'on. Trappolino. Ma da affrontare al più presto e senza poterli aggirare.

Ci vorrà forza e coraggio. Se difetteranno gli attributi, ci si impantanerà nel gioco di cercare di scaricare sull'avversario la colpa di aver chiamato il commissario e provocato la conseguente macelleria sociale.

Caro Franco, non dirmi che non ti ho dato materiale per commentare, replicare, affinare, contestare e proporre.

Tuo Pier

 

Caro Pier,

me ne hai dato di materiale, hai voglia se me ne hai dato! Questa volta discuterò con te assumendo a riferimento la visione panglossiana del mondo, per la quale, essendo il nostro "il migliore dei mondi possibili" ed essendo tutto creato per un fine, "tutto è necessariamente per il migliore dei fini".

Dunque cominciamo dalla tua apertura, diciamo di "linguistica generale". Ciò che sta accadendo alla nostra lingua non è affatto un impoverimento e una decadenza, ma esattamente il contrario: è il rispecchiamento di una vivacità e dinamicità economico-sociale-culturale davvero invidiabile. Che senso avrebbero altrimenti le infinite esercitazioni verbali dei talk-show tv, l'esaltazione delle espressioni insultanti della nientologia ufficiale e di quella privata che apposta viene fatta diventare pubblica, la bestemmia praticata nei reality, l'uso sistematico del gossip nella lotta politica? Non possiamo forse trarre un vantaggio democratico dal superamento delle regole dell'ortografia e della sintassi, e soprattutto dalla cancellazione del congiuntivo e del gerundio? E poi vorresti sostenere che non arricchisce l'uso "grillino" del "vaffa", o la presenza di tutti i nomi che indicano gli organi genitali, preferibilmente maschili, nel linguaggio comune e massmediatico, soprattutto in bocca a illustri e meno illustri rappresentanti del gentil sesso? Inoltre non mi si venga a dire che è un problema "la generazione delle 20 parole". Per favore!

Allora, caro Pier, perché meravigliarsi se, quando a destra s'ode lo squillo di tromba del sindaco per il "patto civico", a manca si risponde con lo squillo vigoroso, originale, diffuso, unanime, del termine "percorso", quasi che ci fosse stato il passaparola? Non è forse vero che esso indica riflessione, metodo, chiarezza di idee, lungimiranza strategica? Vedrai, vedrai, se non è vero che la sinistra saprà cogliere questa come un'occasione preziosa per dimostrare che non solo sa quali sono le scelte da fare, ma anche come costruire intorno ad esse il massimo consenso!

Tu sottolinei, mi pare con una punta di scetticismo, il ruolo che assume nelle attuali contingenze il GLP (gruppo di lavoro politico), acronimo di nuovo conio, almeno nel nostro territorio. A parte il fatto che si tratta di un indubbio arricchimento linguistico, anche se forse non lo troveremo inserito nella nuova edizione dello Zingarelli, dobbiamo ammettere che senza questo nuovo organismo sarebbe stato difficilmente immaginabile un modo rapido ed efficace di uscita dalle difficoltà dell'anatra zoppa. Non mi dire che anche tu ormai sei così antiquato da pensare che i cerimoniali della politica sono diventati  non solo orpelli, ma lacci e laccioli da buttare alle ortiche!

Caro Pier, davvero mi meravigli se pensi che lì, in quel nuovo luogo dell'elaborazione strategica per la città, non si saprà rispondere con nettezza e lucida determinazione - e, voglio aggiungere, con chiarezza linguistica - alle abbondanti domande che tu sciorini senza alcun pudore sicuramente per terrorizzare chi per caso e senza averne alcuna colpa si è trovato a dover far parte del detto organismo. Non voglio cadere nel tuo gioco, e per questo non aggiungo altre domande, per esempio: che si pensa di fare per l'ammodernamento della viabilità vista come sistema essenziale per le comunicazioni, la mobilità e lo sviluppo; come si vuole organizzare il sistema scolastico e formativo in conseguenza del riordino della secondaria di secondo grado che partirà il prossimo primo settembre; come si pensa di uscire dalla nuova marginalità in cui siamo piombati; quale si ritiene debba essere il ruolo della città e del territorio nella fase di costruzione delle nuove politiche regionali nel quadro di un assetto federale che non tarderà a diventare realtà.

No, ne sono convinto, non ci saranno giochi e trucchi, tutto filerà liscio. D'altronde la sinistra ha capito quello che è successo, ha riflettuto, ha ricostituito su basi più solide l'alleanza tra le forze che la compongono e si accinge a dar vita ad una nuova stagione di autonoma elaborazione rispetto alle timidezze e rinunce del passato lontano e recente. E la destra non è da meno, perché anch'essa ha le idee chiare come e più della sinistra, ha emarginato i tifosi delle elezioni ad ogni costo, non fa più l'occhietto agli scontenti della parte avversa, ha deciso di rinunciare a fornire argomenti a quelli che, se non buttano addosso agli avversari un po' di fango, rischiano di sentirsi male.

Caro Pier, ho scherzato. In verità sono convinto che siamo sulla strada, meglio, sul percorso, migliore. Ora decidi tu se ero sincero quando facevo il verso al Pangloss del Candido di Voltaire o adesso.

Tuo Franco



da Fausto Cerulli

Cari Pierluigi e Franco, sono felice che siate così spesso d'accordo quasi su tutto, anche se ciò mi fa sentire nostalgia di quando ci si scannava come cani idrofobi. Uno dice, ma allora vuoi sempre la guerra. Ed io dico che no, che mi sta bene anche una pace patteggiata, ma ogni tanto frammentaria. Voi, da linguisti eccelsi, discettate sui termini, oltre che sui sistemi, massimi o minimi che siano. Ed io mi permetto un consiglio: non cercate di suggerire ai politici politicanti una terminologia che dica qualcosa di concreto: smetterebbero di essere politici, e diventerebbero statisti: ma non si può spremere l'olio dai sassi. Sono d'accordo con voi sul fatto che la sinistra abbia capito quasi tutto quello che poteva capire; ma non credo che ciò sia accaduto per un sussulto di coscienza del bene pubblico: ciò è accaduto soltanto per un sussulto di paura personale. Vorrei che nelle vostre analisi, teneste conto di due elementi nuovi: la posizione del PC di'Italia e di Tonelli, che torna a farsi sentire in battaglie civili, e cito il caso delle cave, che mi scava la mente da quando il Consiglio di Stato, su consiglio del superstato Confindustria, ha rovesciato una stupenda sentenza del Tar: che ha saputo addolcire il linguaggio burocratico con una sorta di poesia in favore dell'ambiente e del paesaggio: ma il Consiglio di Stato ha fatto capire subito che non esiste spazio per i sogni, nella logica economicogiudiziaria: ed ha rimesso subito i piedi per terra. Un altro elemento: la vedova di Luca Coscioni si candida a governatore dell'Umbria; non credo che possa turbare i sonni dei potentati politici: ma dimostra che si può comunque provare a dire che in Italia non esistono soltanto Bersani e Berlusconi, con il codazzo dipietrino e casinaro. Carissimi, mi piacerebbe che litigaste un poco tra di voi: altrimenti, se m'incazzo, litigo io: della serie che tra due
finti nemici, il terzo gode; anche se è amico di tutti e due.



da Massimo Gnagnarini

Caro Pier,
questa volta , per salvarmi dalla tua sagacia, mi tocca fare, pure, "l'elogio della pulce" avendomi associato, nel tuo pezzo di questa settimana, a questo scomodo compagno di viaggio dell'uomo.
Ebbene sappi che questo animaletto può essere anche individuato come padrone dei destini del suo ospite, decimatore di eserciti e di popoli e invisibile strumento della storia.
Basta che tu pensi alla peste trasmessa dalle pulci e al tifo petecchiale trasmesso dai pidocchi e su come questi abbiano deciso la sorte di molte più battaglie che Cesare, Annibale e Napoleone.
Il discorso, a questo punto, potrebbe riservare altri  sviluppi se appena l'attenzione si spostasse dal quel niente che è la pulce alla grossa mole dell'elefante.
In termini di consistenza fisica il confronto non sarebbe neanche possibile: vorrebbe dire comparare il tutto e il nulla, la dismisura del peso e la leggerezza.
Ma perché l'elefante si preoccupa di un essere così piccolo?
Perché la leggerezza delle pulci è pari a quella delle idee, pur non disponendo di alcun peso o potere hanno la forza di inquietare i pachidermi più intelligenti e perfino di impaurire quelli meno intelligenti.
Un abbraccio.


da Franco Raimondo Barbabella a Fausto Cerulli

Caro Fausto, sei 'franco' con me e io sarò 'fausto' con te. Lo sai già, ma è piacevole per me dirtelo come se tu non lo sapessi: il dialogo tra Pier Luigi e me è appunto un dialogo, la forma di comunicazione che più di altre permette di argomentare in modo libero e costruttivo. Una forma peraltro aperta al contributo di altri, che possono dire la loro con pari libertà quando abbiano opinioni da manifestare o critiche da fare o suggerimenti da dare. Ciò che anche tu fai, sono convinto con piacere dei lettori, comunque di sicuro con piacere nostro. Dunque non possiamo soddisfare il tuo amichevole invito ad adoperarci perché scorra il sangue, quello figurato degli scontri verbali. Anzi, sono proprio questi che non servono: ce ne sono stati e ce ne sono in giro fin troppi! Sai anche tu che si può dialogare in modo amichevole senza nascondere ciò che si pensa, si possono avere idee diverse e vedere come costruire qualcosa che le renda conciliabili o almeno compatibili, si può, anzi si deve, evitare di trasformare le proprie posizioni, le proprie aspirazioni, perfino i propri interessi, in occasioni per brandire la spada contro gli altri, addirittura trasformando l'avversario in nemico. Sai che questa distorsione, anzi perversione, è avvenuta tante volte, non solo nella storia lontana da noi, ma anche in quella a noi molto vicina, dico rispetto sia al tempo che al luogo. Noi siamo convinti che la città, e ovviamente non solo la nostra città, abbia bisogno di un nuovo clima, positivo, trasparente nella nettezza delle posizioni, senza pregiudizi, cioè profondamente e sensatamente costruttivo. Con ciò non saranno certo eliminate né le diversità di impostazione né quelle degli interessi e delle prospettive, sia delle persone che delle forze organizzate. Tantomeno spariranno cattiveria, invidia, mascalzonaggine e quanto di peggio possa esprimere chi non può fare a meno di dir male o di fare del male. Non vogliamo rendere buono il mondo, non difendiamo ideologie, non vogliamo salvare nessuno. Vorremmo solo che con buona volontà di tutti la nostra città uscisse dalla pessima condizione in cui oggi si trova. Noi ci adoperiamo per questo, discutiamo di questo. Di sicuro anche tu, insieme a tanti altri amici, sei della partita.



 

 

A destra e a manca  è la rubrica di Orvietosì  oggi alla qsedicesima puntata. E' animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose", fatti orvietani o no visti da punti di vista diversi, certamente autorevoli.
I due sono amici fraterni da decenni e quindi le idee potranno risultare discordi ma il tono è quello amicale e piacevole che usano persone che vivono la "vita" con reciproco affetto.
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a
dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.

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Pubblicato il: 01/02/2010

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