Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Tempi difficili, ma un patto per Orvieto è necessario

A destra e a manca, dopo lo scossone subìto la settimana scorsa dalla giunta Còncina. Intervento di Fausto Cerulli

foto di copertina

Caro Pier,

sento e leggo che sono in molti tra i nostri lettori e amici a farci notare che discutiamo senza insultarci. E non capisco perché se ne meraviglino o addirittura se ne preoccupino: né tu né io ci siamo mai nascosti le nostre idee generali o le nostre valutazioni su problemi specifici, convergenti o divergenti che fossero; solo che ci ascoltiamo, cerchiamo di capire ciascuno il punto di vista dell'altro e poi, se troviamo che nella sostanza siamo d'accordo, proviamo la gioia che deriva dal dialogo privo di pregiudizi. Nel caso poi che non siamo comunque d'accordo, non ne facciamo un dramma, restiamo amici e guardiamo avanti. Ho tanto l'impressione che si stia diffondendo la tendenza a non distinguere più i diversi piani sia del discorso che dell'azione, con la conseguenza che con facilità si scambia il dialogo con l'inciucio. Di più: ho l'impressione che si sia ormai stabilizzato anche nelle menti più libere un modello di relazione tra idee, esperienze e punti di vista diversi, mutuato dalla politica massmediatica - quella dello scontro e dell'insulto permanenti - che non solo sostituisce quello a noi caro del dialogo socratico, ma allontana la soluzione dei problemi e semmai raggiunge il bel risultato di far guadagnare soldi e notorietà ad alcuni a danno di tutti. Ma tant'è, non credo che noi rinunceremo facilmente a noi stessi. Speriamo che si ravvedano gli altri. Sei d'accordo?

Allora, caro Pier, continuiamo la nostra ricerca di come uscire dalla difficile situazione della nostra amata città, anche in vista del secondo forum che il nostro amico Direttore intende organizzare per la fine di questo mese.

Se dovessi stare alla superficie di quello che in parte ho visto personalmente e in parte ho letto nei resoconti dei giornali telematici a proposito del Consiglio Comunale di giovedì pomeriggio (con al centro il Patto con Roma e la variante al PRGO), dovrei direi che gli amanti dello scontro verbale e delle barricate formali possono ritenersi finalmente soddisfatti e che la nostra speranza di trovare un'intesa onorevole tra le parti (in quanto entrambi non vincenti e non capaci di governare da sole) per evitare il commissariamento e la paralisi delle attività e invece affrontare subito i problemi più seri e urgenti, dovrebbe essere messa da parte. E invece io sono convinto che quanto è accaduto (da una parte il Patto con Roma respinto nella versione presentata dal Sindaco, ma da riscrivere secondo le indicazioni della risoluzione della maggioranza consiliare; dall'altra i provvedimenti sul sociale e sull'urbanistica ritirati dai rispettivi assessori), al di là dei toni e delle parole inopportune e/o insensate, crei, manco tanto paradossalmente, migliori condizioni di prima per un accordo significativo, che può partire proprio dai problemi discussi giovedì, ampliarsi ad una visione più forte e organica del ruolo della città nel contesto interregionale e tradursi in atti con il bilancio 2010 e il piano triennale. Hai dunque ragione a dire che la tua profezia si sta avverando. Ovviamente è una possibilità, non una certezza, e dunque conviene seguire attentamente le diverse dinamiche che si sono messe in movimento, anche se non tutto è visibile o comprensibile. Tu che sei stato presente in Consiglio da protagonista mi puoi aiutare a capire meglio.

Tuttavia io ne sono convinto più di prima: non solo non si deve rinunciare, ma si deve insistere sulla necessità di un accordo politico-programmatico serio, ovviamente temporaneo. L'alternativa, infatti, è la seguente: o ci si accorda per un mandato di governo, a termine sì ma di governo, su precise questioni che non possono attendere, oppure si va alla paralisi certa. In questo secondo caso le accuse e gli strilli ci terranno occupati per molto tempo, i progetti e i ragionamenti dovranno attendere, il degrado avrà un'accelerazione fortissima. E gioiranno solo coloro che, nascosti in tanti modi dietro paraventi diversi, se ne sono sempre fregati del bene comune. Credo che proprio di questo - di che cosa si possa e si debba intendere con questa espressione - sarebbe interessante parlare, oggi più di ieri, nel nostro secondo forum, in perfetta continuità con il primo dedicato alla classe dirigente.

Tuo Franco

Caro Franco,

"Il volgo ammira la confusione piuttosto che la complessità", scriveva Nicolás Gómez Dávila. Ma i nostri lettori residui non fanno parte del volgo. Perciò non ci lasceranno soli nei nostri dialoghi socratici. Soprattutto in questo momento che sembra di confusione, ma che è semplicemente complesso. Schematizzando un po', vi sono sia a destra che a sinistra consiglieri che vedono di buon occhio lo scioglimento del consiglio e nuove elezioni. Hanno le loro buone ragioni, sia a destra che a sinistra. A destra pensano: la situazione finanziaria del comune è catastrofica; la colpa è della sinistra; finiamo di sputtanarla con una bella campagna elettorale; se perdono ci sobbarchiamo il risanamento e distruggiamo per sempre il sessantennale sistema di potere rosso; se vincono si sobbarcano loro il risanamento e, privi di  risorse per finanziare il loro sistema clientelare, non potranno che fare una brutta fine. Si pensa a sinistra: la maggioranza del popolo orvietano è permeata storicamente da sentimenti di sinistra; chi, pur essendo di sinistra, ha votato Concina, è deluso e pentito perché non ne ha ricavato che denigrazione del proprio passato da parte della destra; l'orgoglio rosso s'imporrà.

Ma vi sono consiglieri, sia  a destra che a sinistra, che preferiscono un accordo tra le parti per gestire il risanamento. Un accordo alla luce del sole che darebbe alla sinistra il tempo di riorganizzarsi e di ammodernarsi, eliminando i cascami di un sistema di potere troppo lungo e ormai screditato, liberandosi dei colpevoli  e valorizzando nuove energie. E darebbe alla destra il tempo di fare pratica di governo  e liberarsi da sessant'anni di frustrazioni.

Quanto a me, caro Franco, sto tra i consiglieri che preferiscono un accordo, anche se sono abituato allo scontro e so stare sia all'opposizione che a casa. Mi sembra che sia anche la soluzione più rispettosa del voto degli elettori.  Non nascondo che un sindaco come Toni Concina mi sembra una fortuna per Orvieto.  E non ti nascondo che non sono interessato a una campagna elettorale nella quale Toni Concina non fosse nuovamente candidato. Possiedo una casetta a Colonnetta di Prodo, priva di barriere architettoniche, nella quale coloro che  hanno rivolto la loro benevola attenzione ai terreni fino a san Giorgio non riusciranno a prendermi vivo. Stando al mio indice d'invecchiamento  e nonostante la loro velocità di cementificazione, morirò prima che siano arrivati alla Capretta.

Intanto pensiamo al prossimo forum.

Tuo Pier


da Fausto Cerulli

Carissimi Pierluigi e Franco,scusatemi se metto sempre il becco nelle vostre discussioni, ma, relegato come sono a Porano, mi torna sempre più rara l'occasione succulenta di parlarvi come vorrei. Pierluigi potrebbe invitarmi alla Colonnetta, per uno di quei pranzi favolosi con Flavio, Anna, Carla. E Franco potrebbe magari organizzarmi un corso sul processo penale riformato. Messe da parte queste voglie personali, mi permetto di farvi osservare che tra voi si sta creando un vero e proprio inciucio. Un inciucio che non mi dispiace, beninteso. Fui io ad inventare la parola "inciucio" quando scrivevo libero su Libero prima di litigare con Feltri. Del resto,da quando Concina è stato eletto sindaco, ho cercato da questo giornale on line di sostenere più o meno quello che sento sostenere da voi. E mi sono fatto la fama di servo del padrone Concina, solo perché continuo a scrivere che Concina è una persona che sta bene sulla poltrona di Sindaco, anche se ogni tanto mi chiedo chi glielo ha fatto fare. Essere Sindaco nella situazione disastrosa ereditata dalla passata amministrazione ed aggravata da una crisi che non è solo locale, costituisce una impresa improba. In questo stato di cose, sono convinto, come mi sembra lo siate anche voi, che occorra lasciare da parte la politica spoliticata ( e lo dice uno che crede veramente alla Politica con la p maiuscola), rimboccarsi le maniche tutti, comprese le mezze maniche, e cercare di collaborare nell'interesse di Orvieto e non di questo o quello schieramento partitico. Una sorta di tregua, se vogliamo: come si usa nei momenti di emergenza, quando, faccio per dire, anche Fidel lascia sorvolare il cielo di Cuba dagli aerei Usa che portano aiuti ad Haiti. Certo non siamo nella situazione di Haiti, anche se l'acqua potabile è un sogno ( a proposito, i dirigenti della Sii, detti i Signori dell'Acqua, hanno sempre giustificato gli aumenti tariffari con il pretesto dei costi della manutenzione degli acquedotti: e ci dovranno spiegare che cavolo di manutenzione hanno fatto), e se i pendolari soffrono come cani. Ma non credo sia colpa di Concina. Il fatto è che navighiamo tutti in cattive acque, e che occorre salvare il salvabile prima di naufragare. Per questo, da comunista come sono sempre stato e come resto, credo che in questo momento occorra lasciare da parte le beghe personali, le ambizioni di poltrona, i chiacchiericci. Anche Lenin, del resto, non si vergognava a dire che occorre fare due passi indietro ed uno in avanti, se si vuole combinare qualcosa. La maggioranza consiliare, che non sa fare opposizione come non ha saputo fare governo, si trova di fronte ad una scelta obbligata: o decide di dare una mano al Sindaco, senza trucchi e senza improvvisi ripensamenti suggeriti dal centro, o si rischia di sfasciare tutto. E viene il commissario di governo, e poi si rifanno le elezioni. E questa pseudo sinistra che rimane rischia una volta per tutte di sparire. Non me lo auguro: mi auguro che sappia fare opposizione costruttiva, instaurare una sana dialettica- operativa- con il Sindaco. Per il bene di tutti, o comunque per evitare il male di tutti. Mala tempora currunt:  apriamo l'ombrello della tregua costruttiva. E dicano pure che sono conciniano. Voi due lo sapete, che sono comunista e tale voglio restare: ma so essere realista, anche se a tempo perso scrivo poesie per NON arrotondare la pensione.


A destra e a manca  è la rubrica di Orvietosì  oggi alla tredicesima puntata. E' animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose", fatti orvietani o no visti da punti di vista diversi, certamente autorevoli.
I due sono amici fraterni da decenni e quindi le idee potranno risultare discordi ma il tono è quello amicale e piacevole che usano persone che vivono la "vita" con reciproco affetto.
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a
dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.

Per leggere le precedenti puntate di 'A destra e a manca' clicca qui



 

Pubblicato il: 11/01/2010

Torna alle notizie...