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Oltre il forum, verso il forum di gennaio

Orvieto città lagnosa e senza mission alla ricerca del ruolo perduto? Orvieto senza classe dirigente? Abbiamo un passato sufficiente per costruirci un futuro dignitoso. Noi siamo qui. Intervento di Fausto Cerulli

foto di copertina

Caro Franco,

il forum del 29 dicembre sulla classe dirigente ha visto spiegarsi un nutrito e appassionato dibattito. Ma più che di "dibbattito" nel senso classico, secondo il gergo sinistrese, si è trattato di una serie di monologhi. In quasi due ore e mezzo, tutti i numerosi intervenuti abbiamo dato sfogo alle nostre angosciate e angoscianti opinioni, come invitava a fare liberamente l'assoluta indipendenza dell'iniziativa.

Ne abbiamo sentite di tutte i colori. Abbiamo visto strapazzare almeno due ex sindaci di centrosinistra e dare un ultimatum al sindaco di centrodestra, che non avrebbe la "mìscion". Ma abbiamo anche sentito dire che Toni Concina è l'unico che ha vinto le elezioni poiché il centrosinistra ha perso il sindaco e il centrodestra non ha avanzato di un voto. Ergo dobbiamo tenercelo. Abbiamo sentito dire che Orvieto è un città incattivita, ma anche che è piena di iniziative di volontariato. Abbiamo sentito dire che è una città ignorante, ma anche piena di iniziative culturali. Abbiamo sentito dire che è una città economicamente in declino, ma anche piena di gente meritevole e capace.

L'impressione generale che ne ho ricavato è che Orvieto è un città lagnosa.

Poiché a te, a me e al nostro Direttore interessa renderci utili (soprattutto perché nessuno ce l'ha chiesto), penso che dobbiamo tener conto di questo stato  di depressione collettiva e dimostrare che è curabile.

La terapia, come si sa, richiede interventi psicoterapici e farmacologici. La psicoterapia consiste nell'invitare a pensare positivo, aiutando a riscoprire il passato illustre della città e a scoprire le ricchezze presenti. La cura farmacologica consiste in idee intelligenti da somministrare, nei casi urgenti, con efficaci punture o, nei casi meno gravi, mediante pillole dolcificate.

A te la palla.

Tuo Pier

                                                   

Caro Pier,

 

il fatto che ci hanno rimproverato di essere troppo lunghi rispetto alla durata media della pazienza del lettore che, avventuroso, si imbatte nel nostro amabile dialogare, non significa che, essendo tu molto bravo a sintetizzare pensieri complessi, ora mi devi per forza lasciare in braghe di tela e divertirti, immagino con un lieve benevolo ghigno, a vedere come me la cavo, sapendo che per me la sintesi è quasi una bruciatura dell'anima. Comunque raccolgo la palla e per questa volta - per le altre non prendo impegni - tenterò di stupire te e il nostro amico lettore amante della brevità. Stupire moderatamente, è ovvio.

Dunque parto anch'io con un commento al forum del 29 dicembre scorso. Nel giudizio complessivo sono d'accordo con te solo in parte: più che di città lagnosa parlerei di città smemorata e pigra, e pigra perché smemorata. Infatti, nella gran parte dei casi, sembra prevalere la preoccupazione di cercare protezione dentro il proprio recinto, in ragione del fatto, io credo, che ciascuno tende a mettere tra parentesi il passato a meno che non sia anche il proprio. Però novità si sono viste e sentite. Il solo fatto che il forum si è fatto è un buon dato di fatto, non ti pare? E quando mai, soprattutto negli anni più recenti, ad Orvieto (e in Italia no?) agli annunci sono seguiti i fatti effettuali? Certo la varietà dei partecipanti, delle storie e delle esperienze, non potevano che tradursi in una carrellata di narrazioni, di spunti e di ragioni, anche particolari. Ma che bello sentire tante voci che, anche quando dissonanti nelle premesse, tendevano poi a dare qualcosa di significativo sul terreno che noi avevamo proposto! E spero che se ne possa pubblicare il resoconto. Questo è il primo dato positivo, mi pare senza eccessive forzature. Il secondo è che è stata avviata un'analisi niente male sulla direzione della ricerca e sulle cose da fare. E qui concordo con te quando osservi che la sindrome depressiva è curabile, ovviamente se si sarà capaci di trovare metodi, medicine e medici all'altezza del compito.

Io accetto per intanto le seguenti idee: 1. Orvieto non solo ha una storia e un patrimonio culturale ragguardevoli, ma ha nel presente energie umane di prim'ordine, oggi disperse, alle quali attingere; 2. non si tratta di partire di nuovo da zero, sia perché questo è uno schema quasi sempre perdente, sia perché è falso che ad Orvieto, almeno nel corso degli ultimi trent'anni, non si sia fatto nulla sul terreno della modernizzazione, dello sviluppo di qualità e della proiezione nazionale e internazionale; si tratta invece di riprendere una cammino che, come ha detto Massimo Gnagnarini, deve avere alla base una 'visione' e perciò deve tradursi in una esplicita 'missione'; 3. per me, come ho sempre detto e cercato di fare, la visione ha il suo punto focale nel ruolo interregionale della città e del territorio, e la missione è la sua traduzione in realtà dentro un coraggioso e necessario rinnovamento dell'Umbria; 4. per questo c'è bisogno di una discussione ampia, che coinvolga le forze politiche e la società nella sua più ampia accezione, se possibile espellendo le parole di peggior conio, ad esempio "ridensificazione"; 5. il luogo privilegiato e naturale di questa discussione dovrebbe essere l'agorà, la piazza, e la nuova agorà di questa fase, in mancanza di una più adeguata, può essere proprio il nostro forum; 6. c'è però anche bisogno di stringere su alcuni punti essenziali, che nell'immediato sono: uscire dalla crisi del Comune e preparare le elezioni regionali per riconquistare una rappresentanza, se possibile non purchessia, e affermare una solida autonomia del nostro territorio. Qui si vedrà se esiste e da chi è composto quel nucleo di classe dirigente che può dar luogo ad un cambiamento che contenga in sé anche il suo stesso ampliamento e rinnovamento.

Ora chiudo, caro Pier, per l'impegno dichiarato all'inizio. Se sei d'accordo e se il nostro Direttore vorrà, possiamo camminare su un terreno più solido di quello che vedevamo solo poco più di due mesi fa. Non credi?

PS. Avevo finito di scrivere il mio pezzo con un chiaro taglio ottimistico quando ho letto il corsivo con cui dai "un consiglio non richiesto al centrosinistra". Credo che tu abbia fatto centro, anche se lo stallo nella prospettiva di un accordo alla luce del sole, che vedo anch'io, ritengo che abbia anche altre e consistenti ragioni. Dobbiamo allora attendere che nel centrosinistra ci si svegli? E parimenti dobbiamo attendere che nel centrodestra finisca il tatticismo attendista che fa il paio con quello dei "furbi" del centrosinistra? O dobbiamo gettare la spugna perché il nostro dialogare o sta sul terreno delle illusioni o non sta da nessuna parte? No, io non ho nessuna voglia di mollare, anzi, al contrario, ho voglia di gridare ai decisori dei due schieramenti: "fate subito il vostro dovere: anteponete il bene comune alle tattiche depressive!". Sei d'accordo, vero, Pier?

Tuo Franco



da Fausto Cerulli

Cari Pierluigi e Franco, motivi vari mi hanno impedito di partecipare alla vostra discussione, sempre precisa  e puntuale, come non sono i nostri treni. Per questo spesso, troppo spesso, ci troviamo a perdere i treni che passano accanto alla stazione della nostra vita civile. Vedo che parlate di depressione, espressione che mi è cara e funesta. Orvieto città lagnosa? Magari, se Orvieto si lagnasse potrebbe sostituire, almeno in parte, i guai con i lai. Orvieto, per me che di Orvieto non sono, non è città lagnosa, è purtroppo città indifferente, che finge di incazzarsi come si fa al bar quando si guarda una partita di calcio alla tv, ma che non sa fare dell'incazzatura non dico una visione del mondo ma neppure uno sfogo salutare. In qualche tempo ho pensato che Orvieto fosse una città tutto sommato saggia, disposta a tutto tollerare con la filosofia di accada quel che accada, basta che resti il Duomo, il Comune su cui  dirigere le proprie piccole rabbie paesane; tanto il Sindaco non è che ti stia a sentire, lui sente solo il Consiglio Comunale. E dico dei Sindaci vecchi e di quello nuovo; almeno quest'ultimo ogni tanto si ricorda di essere Sindaco di una città e non soltanto Sindaco per se stesso. Vedo che voi due state facendo un inciucio che neppure D'Alema e Berlusconi: se questo significa che occorre trovare soluzioni condivise, come suol dirsi orrendamente, ben venga l'inciucio vostro. Ma se significa che volete scambiarvi carezze affettuose non ci sto. Vi avverto, e consideratela una minaccia da codice penale, che vi romperò le scatole, fino a quando potrò. Voglio che vi prendiate a male parole in nome dei buoni pensieri; altrimenti vi insulto, e vi sfido ad insultarmi. Chiudo con un consiglio sulla cura delle depressione: una scossa violenta, tipo elettrochoc o una tazza di cioccolato tre volte al giorno. Abbiamo bisogno di serotonina, anzi di serio tonina. Un abbraccio. Fausto Cerulli



Per Fausto Cerulli

Caro Fausto,

Franco Barbabella e il sottoscritto non ha hanno mai frequentato la stessa classe scolastica, né la stessa facoltà universitaria, né lo stesso partito. Non sono stati mai colleghi di lavoro. Eppure sono  amici. Un'amicizia nata durante il pendolarismo per la frequenza dell'Università di Roma e consolidatasi quando si sono trovati a sedere su banchi opposti  nel consiglio comunale di Orvieto. Alle ultime elezioni comunali si sono collocati ancora su schieramenti opposti. Nessuno ha mai votato per l'altro. Eppure sono amici. Non so se tutto ciò dia fastidio a qualcuno. Senz'altro non dà fastidio al comune amico Dante Freddi.  E non deve dare fastidio nemmeno a te, che sei dolce con gli amici, compreso il sottoscritto, anche quando sono anticomunisti quanto tu sei comunista. Perciò  i tuoi incitamenti non possono essere altro che un invito a non annoiare i lettori. Cercheremo di fare del nostro meglio, anche grazie alle tue preziose provocazioni. Ma tieni conto che apparteniamo alla stessa razza di gente che rispetta fino a un certo punto il giudizio del pubblico. Non siamo pagati da nessuno, quindi, se il pubblico ci applaude, noi lo ringraziamo, se ci fischia, anche noi lo fischiamo e, soprattutto, ce ne infischiamo.

Pier Luigi Leoni


A destra e a manca  è la rubrica di Orvietosì  oggi alla dodocesima puntata. E' animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose", fatti orvietani o no visti da punti di vista diversi, certamente autorevoli.
I due sono amici fraterni da decenni e quindi le idee potranno risultare discordi ma il tono è quello amicale e piacevole che usano persone che vivono la "vita" con reciproco affetto.
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a
dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.

Per leggere le precedenti puntate di 'A destra e a manca' clicca qui


Pubblicato il: 04/01/2010

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