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Patto con Roma. La maggioranza boccia la proposta della destra

Approvata dal centrosinistra una mozione che rimanda alla Giunta la definizione di nuovi contenuti dell'accordo di sviluppo con Roma. Duro scontro in Consiglio comunale. No della Segreteria dei comunisti italiani al Patto con Roma così come è stato proposto

ORVIETO - Duro scontro in consiglio comunale sulla pratica del protocollo Orvieto - Roma. La maggioranza ha bocciato la proposta della minoranza di Còncina ed ha approvato una risoluzione che affida alla Giunta il compito di organizzare una nuova stesura dei contenuti del protocollo. Un po' come preannunciato dal documento diffuso ieri da Germani, Gialletti, Tonelli, a cui si è aggiunto poi un netto no al protocollo dei comunisti italiani attraverso il suo segretario, Zeno Ciro. 
Il compatto "no" del centrosinistra sulla pratica è stato un fulmine a ciel sereno per il sindaco che ha detto di essersi sentito tradito rispetto all'accordo raggiunto in commissione. "Forse sarà il caso di abolirle le commissioni se in tre giorni di ribaltano così i giudizi" ha detto il sindaco, spazientito non poco di fronte alle polemiche che hanno tacciato il protocollo, anche esplicitamente, di essere foriero di speculazioni edilizie, presunte colonizzazioni e interessi di vario genere. "Non c'è alcuna speculazione edilizia - ha detto Concina accalorato - non ci sarà mai e rivendico il diritto agli amici di destra di alzare al voce. Qualcuno ha pensato che presento un protocollo per fare della città una specie di ghetto per ricevere gli sfollati di Roma. Ricordo che stiamo affogando per le condizioni della vecchia amministrazione. È una cosa incredibile, non so come vi possa venire in mente di fare questi distinguo, davanti a un progetto che mezza Italia vorrebbe realizzare. Sono esterrefatto da questo atteggiamento". Germani a nome del Pd (ma il documento contro il protocollo era stato firmato anche da Evasio Gialletti per Sinistra e Libertà e da Carlo Tonelli per i Comunisti italiani) ha detto chiaramente cosa non torna nel protocollo. "Discutiamo di concetti troppo generici che lascerebbero a sprovveduti o ad eventuali malintenzionati, spazi d'azione troppo ampi con effetti che potrebbero essere dannosi, devastanti per la città". Risultato il consiglio comunale a tarda sera è stato sospeso per oltre due ore in cerca di un accordo sul testo definitivo da approvare. Alle 20 di ieri era ancora del tutto incerto il destino della pratica, poi il voto.
In coda, ovviamente, è finita la quasi altrettanto spinosa approvazione della variante al piano regolatore parte operativa con gli undici sblocchi edilizi previsti.

Pubblicato il: 08/01/2010

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