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Per un governo di unità cittadina

di Roberto A. Basili Sarà mai possibile raddrizzare un legno storto?Proponiamo ai lettori di orvietosi.it questo editoriale di Roberto Basili, direttore del mensile La CITTA', in edicola da ieri. Raccogliamo volentieri il suo invito ad aprire un dibattito, ancor più perché è in sintonia con noi, almeno nelle aspirazioni
Antonella Annuli, consigliere comunale del PD. La nostra 'melina' si chiama maturità politica, primo passo della ricostruzione'

foto di copertina

Proponiamo ai lettori di orvietosi.it questo editoriale di Roberto Basili, direttore del mensile La CITTA', in edicola da ieri. E' un contributo al dibattito sul futuro di Orvieto e dell'Orvietano che ha voluto lanciare anche dalle pagine del nostro giornale. Raccogliamo volentieri il suo invito, ancor più perché è in sintonia con noi, almeno nelle aspirazioni.  Come realizzare concretamente un governo della città per i prossimi durissimi anni, quali sono "i giusti concetti" e dov'è la "grande esperienza" a cui attingere è la sfida, il tema del su cui confrontarsi nei prossimi giorni. Più in là potrebbe divenire tardi.

di Roberto A. Basili

Il filosofo Kant era dubbioso che "da un legno storto, come quello di cui è fatto l'uomo potesse uscire qualche cosa di interamente diritto". Ma lo stesso Kant credeva nella lenta approssimazione all'ideale del raddrizzamento attraverso  "giusti concetti", "grande esperienza" e soprattutto "una buona volontà". Che Orvieto sia da raddrizzare, non c'è dubbio alcuno. La città, da tempo in crisi, è alla ricerca di una nuova identità. L'edilizia - che è stata locomotiva dello sviluppo - è quasi ferma; le poche aziende esistenti sono in sofferenza o chiudono; il turismo aspetta Umbria jazz per una boccata di ossigeno, i giovani migliori emigrano in cerca di lavoro; le finanze del Comune sono "disastrate": con il peso di 60 milioni di mutui, ogni tentativo di programmazione è strozzato in culla.

 Che fare? Il Comune, con qualche "magia" finanziaria, può tirare a campare un anno ancora, o da subito arrendersi al dissesto. Ma il resto della città? La situazione sembra allarmante. E la risposta non può che venire dalla politica. Non quella però di questi ultimi tempi, immeschinita in calcoli di bottega, giochi di potere e convenienze personali.

"La politica è un'arte a se stante", diceva Benedetto Croce. Essa richiede qualità specifiche, rifugge da dilettantismi, ha un forte senso della missione e dello spirito di servizio prima e al di là di ogni legittima aspirazione personale. E per raddrizzare il "legno storto" di Orvieto serve quest'arte: una politica alta, capace di pensare in grande.

 Il primo impegno allora è adoperarsi per riguadagnare una moralità alla politica. Che essa debba essere interdetta a mafiosi, approfittatori, molestatori sessuali, incapaci mi sembra fin troppo ovvio. Per moralità intendo il senso della nobiltà della politica, del suo ruolo alto e insostituibile nella dedizione all'interesse generale.

Ma qual è l'interesse generale di Orvieto? Innanzitutto è definire una nuova idea di città e misurare una nuova classe dirigente di uomini e di donne capaci e disponibili a mettersi in gioco, fino a "bruciarsi le penne". In grado di contaminare con il proprio esempio la cultura diffusa di una società intera. Cioè - ricordando Kant - "giusti concetti, grande esperienza e una buona volontà". L'esperienza e la buona volontà servono per giocare in modo trasparente in un corretto e fecondo confronto tra le componenti di una comunità, senza inciuci tra questo e quel personaggio in piccoli e grandi affari; per essere disponibili alle discontinuità, senza inseguire congetture, ma fermandosi ai fatti, alle cose concrete; per superare le divisioni e le contrapposizioni, perché "l'odio" guarda indietro, ci trattiene nel passato; per seguire invece lealtà dei comportamenti e unità di intenti, perché è "l'amore" che ci spinge verso il futuro. E il futuro conta sempre più del passato.

 I "giusti concetti", invece, sono un'idea di città nuova, laddove diritti, lavoro, eguali opportunità, qualità di vita, tutela della salute e dell'ambiente siano coniugati in modo tale da meritare la fiducia e riaccendere la speranza. Siamo entrati in una fase della storia cittadina dove è necessario saper dialogare con tutte le culture disponibili, per unire; per costruire una trasformazione profonda che si misuri sulle richieste di cambiamento. Ad oggi i politici di  centrosinistra e quelli di centrodestra fanno "melina" per sopravvivere: è una tattica facile per chi è opposizione, comoda per chi governa. Ma improduttiva, anzi dannosa, per la comunità: mancanza di idee e di programmi, torrenti di parole per coprire il nulla.

Occorre invece ripensare la  città, per capire i ritmi della modernità e rispondere ai nuovi bisogni, muovendosi oltre le secche di un'economia locale che sopravvive di microrendita. Aprire in modo visibile percorsi nuovi per rimettere in movimento una comunità. Servono scelte coraggiose e condivise: sul bilancio, vendendo tutti i beni non strumentali per abbattere il debito enorme dei mutui; sull'ex- Piave, per costruire "la città moderna nella città antica" con i grandi nomi dell'architettura mondiale; sulle grandi infrastrutture (casello nord, "superstrada degli Etruschi", internet e banda larga); su nuove politiche d'impresa, anche nei settori del turismo e della cultura. Alle classi dirigenti è richiesta una capacità inedita di promuovere il protagonismo del territorio in rottura con il passato. Alla politica spetta di lavorare con grande maturità, sospinta dall'intelligenza delle cose, alla definizione rapida di un governo di unità cittadina. Ecco la sfida che centrosinistra e centrodestra devono saper cogliere: chiamare in campo tutte le forze vive di questa comunità, da quelle organizzate al semplice cittadino, per il bene comune: nuova governance, "Stati generali" della città. Del resto la politica non è esercizio solitario di pochi. E' invece impresa comune, e va quindi condivisa. Perché le città sono soprattutto gli uomini e le donne, con i loro sogni e i loro desideri.

Pubblicato il: 03/12/2009

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