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A destra e a manca

Con Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella. La scorsa settimana si è parlato del possibile, ipotetico "dopoconcina" prossimo venturo. Oggi il ragionamento è approfondito e allargato

foto di copertina

A destra e a manca. E' la nuova rubrica di Orvietosì  che è oggi alla seconda puntata. E' animata da Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella, la destra e la sinistra delle "cose", fatti orvietani o no visti da punti di vista diversi, certamente autorevoli.
I due sono amici fraterni da decenni e quindi le idee potranno risultare discordi ma il tono è quello amicale e piacevole che usano persone che vivono la "vita" con reciproco affetto.
Vorremmo attrarre i lettori nel ragionamento aperto da Leoni e Barbabella, non con i commenti, che in questa rubrica sono disattivi, ma con contributi firmati e spediti per e-mail a
dantefreddi@orvietosi.it , specificando nell'oggetto la rubrica "A destra e a manca".
La rubrica esce ogni lunedì.

Nella puntata precedente si è parlato di un possibile sindaco del dopoconcina e questa è la prosecuzione del ragionamento.

Il Vippotto

Caro Franco,

            tu confermi che qualcuno del centrosinistra (peraltro molto ciarliero, se la cosa mi era arrivata all'orecchio) è alla ricerca del Vippotto o della Vippotta per tentare a sinistra l' "effetto Concina". Non so se si rendono conto che cosa comporterebbe tale simmetria. Ricorda loro che Concina si è blindato dentro una sacra trimurti di altoborghesi (che poco o punto hanno avevano a che fare con Orvieto) formata da lui stesso, da un esperto eminente di finanza (perché solo uno veramente esperto, e completamente estraneo all'ambiente, poteva scoperchiare con lucidità e con freddezza il pozzo nero del disastro finanziario e misurarne la profondità) e da una ricca signora con esperienze di segreteria ad alto livello (per gestire un assessorato di seconda fila, ma, in realtà, per tenere sotto controllo il cuore politico dell'organizzazione comunale). Per contrappeso, il neosindaco ha applicato un criterio ultrademocratico nella scelta degli altri assessori. Ha pescato coloro che, nel centrodestra, avevano raccolto più voti personali. Tranne Stefano Olimpieri, che aveva già manifestato senza ipocrisie di aspirare ad altro, gli altri hanno accettato e hanno ricevuto gli assessorati ai quali potevano essere più adatti. Se "io sto con Toni", sto anche con la sua squadra. Tutti lavorano molto e bene e, prima di parlare, chiedono il permesso al cervello.

A un Vippotto (o a una Vippotta) di centrosinistra sarebbero concesse scelte così libere e spregiudicate, ma indispensabili? Il DNA contadino, recante il cromosoma dell'odio contro il ricco, rimarrebbe inattivo?

Quanto alla situazione del centrodestra, che consideri privo di strategia e di vista lunga, potresti darmi qualche suggerimento amichevole, che io girerei ai miei amici? Ti ricambierei con molti consigli utili per la tua parte.
Tuo Pier

Caro Pier,

            no, non confermo, faccio solo un'ipotesi, esprimo una convinzione, perché conosco il vizio della bestia: pur di non fare i conti con la realtà, analisi serie e scelte conseguenti, chissà che cosa qualcuno non si inventerebbe! La verità è che questa è una scorciatoia e a me non piacciono le scorciatoie. Mi auguro dunque che resti solo una fantasia, ma visti i precedenti, ad esempio la lunga fila di parlamentari catapultati qui da ogni parte d'Italia all'epoca dei collegi sicuri e la diffusa propensione, che mi pare anche tu apprezzi, ad affidarsi ai "nuovi venuti", non ritengo impossibile che essa possa materializzarsi in un qualche volto più o meno noto e dotato di appeal.

L'ho chiamato(a) Vippotto(a) non per disprezzo, ma perché mi creava assonanza, oltre che con gippotto(one), anche con signorotto, termine sì desueto ma di nuovo attuale se appunto congiunto a vip e jeep (gip), perché i vip normalmente hanno il villotto - ecco un'altra parola con l'otto - nelle nostre belle campagne che raggiungono preferibilmente appunto con il gippone o gippotto.

Io, caro Pier, ti capisco: tu hai detto "io sto con Toni e ci ristarò ecc. ecc.", dunque non può non piacerti la "sacra trimurti di altoborghesi". Ma attento, mi sembra che ne parli già non tanto come una trimurti quanto piuttosto come una trinità! Scusa, ma per affetto sono costretto a dirti: un attimo! calma! Ora sarà anche vero che questi "nuovi venuti", oltre ad essere brave persone innamorate di Orvieto - cosa di cui certo non ho motivo di dubitare - sono anche straordinariamente competenti, e di sicuro il Sindaco è talmente democratico che si sceglie solo i più votati e i più adatti, ecc. ecc. ecc., e sarà poi anche indubitabile sia di fronte alla cronaca che alla storia che quelli del centrosinistra (però almeno distinguiamo e graduiamo!) hanno commesso errori di gestione che hanno inciso pesantemente sul bilancio, e anche qui ecc. ecc. ecc., ma a me non convince per niente questa martellante campagna sul "disastro finanziario". Non mi convince sia perché ormai le elezioni le avete vinte e non c'è bisogno di incitare al linciaggio di chi ha perso, sia perché le scelte che avete fatto portano nella sostanza lo stesso timbro della Giunta Mocio: un riequilibrio fondato esclusivamente su previsioni di vendita!

Io sono curioso non solo di sapere se metterete le mani nella spesa - e ne ho seri dubbi, visto che - se non ho capito male - avete previsto ben due milioni in più rispetto alle strette necessità, ma se e come metterete in atto strategie di entrata, strategie dico, non tattiche tipo "elemosine catanesi". Strategie che il centrosinistra cincischiante e fellone non ha né saputo né voluto fare, ben sapendo che avrebbe potuto farlo solo che si fosse avuto un po', solo un po', di coraggio. Insomma quali sono le vostre idee per affrontare lo sbilancio strutturale senza far diventare la nostra città un paesotto (e ridaje con l'otto!) della Tuscia viterbese? Non ti voglio suggerire nulla, ci mancherebbe! Soprattutto non credo, non posso credere, che i tuoi amici abbiano bisogno dei miei suggerimenti, visto che hanno a disposizione già tanti esperti esterni ed anche ben qualificati suggeritori locali. Ma ovviamente non voglio sfuggire al dibattito e perciò di sicuro ne parleremo meglio in altra occasione.

Ora mi preme concludere sul tuo accenno al "DNA contadino, recante il cromosoma dell'odio contro il ricco", secondo la tua nota chiave interpretativa della storia di Orvieto esemplificata nell'efficace espressione " la vendetta del villano". Anche qui però con un breve cenno, quasi per memoria. Ma davvero pensi che si possa spiegare tutto con questa chiave interpretativa? E davvero pensi che dalle tue parti aleggi solo lo spirito "parigino" e dalle mie solo quello "ottentotto" (e ridaje con l'otto!) secondo la celebre contrapposizione di Giovanni Berchet? Sono convinto che anche tu concordi che la questione va spostata sulla qualità delle persone, oltre che sugli orientamenti ideali e sugli interessi materiali che determinano le aggregazioni, le grandi scelte e le prospettive. In questo senso mi pare di poter sostenere che la libertà mentale e la capacità di fare scelte spregiudicate non sia né di destra né di sinistra, ma solo di gente competente e coraggiosa, capace di guardare all'interesse di tutti e non a quello proprio. E' appunto il tema della qualità delle classi dirigenti. Che ne pensi Pier? Ci riguarda?

Tuo Franco

Pubblicato il: 26/10/2009

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