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RPO, una bomba che non fa rumore

Le precisazioni dell'ex presidente Barbabella, che dà al Comune la responsabilità di aver bloccato l'attività della società e lo ducomenta con la cronologia dei fatti e le pezze a sostegno di quanto dice, non smuovono Mocio e Capoccia, capo e vice della precedente Amministrazione

foto di copertina

ORVIETO - La bomba lanciata ieri dall'ex presidente di Risorse per Orvieto, Franco Raimondo Barbabella, che ha reagito alle polemiche innescate dall'indagine delle fiamme gialle sulla gestione della società scaricando tutte le colpe sul Comune, fa grande rumore sulla Rupe. Ma dalla vecchia amministrazione, da chi all'epoca aveva in mano le redini della città, non giunge alcun commento. Il telefono dell'ex sindaco, Stefano Mocio, squilla a vuoto. L'ex vicesindaco Marino Capoccia, dal canto suo, si trincera per questioni di "rispetto" dietro l'ex sindaco, evitando dichiarazioni ufficiali se non un generico: "l'amministrazione ha fatto quello che ha ritenuto opportuno fare in quella fase".

Entrambi, eppure, sono nel mirino delle accuse di Barbabella, avendo gestito, in una delicata fase politica e amministrativa, la deludente partita della ex Piave. Sono nel mirino quando Barbabella parla degli ostacoli frapposti dal Comune, socio unico in Rpo, al lavoro della società stessa, quando fa riferimento al tentativo di vendita della palazzina comando o quando ricorda l'ipotesi di far confluire l'immobile nel fondo regionale di Res spa. Silenzio. Intanto prosegue ed è alla battute finali l'indagine che la corte dei Conti ha demandato alle fiamme gialle per far chiarezza sull'erosione del capitale sociale di Rpo (un milione di euro, cifra contestata da Barbabella). È chiaro che l'obiettivo della magistratura contabile sia quello di verificare se ci sia stato o meno sperpero di denaro pubblico.

Da questo punto di vista l'ex presidente di Risorse per Orvieto è stato chiaro. Il Comune, tra Ici (il cui pagamento secondo un parere legale poteva essere sospeso fino al termine dell'operazione) e capitale rimasto, si sarebbe ripreso indietro metà del capitale complessivo della Spa. In più, Rpo , pur in mezzo a tutte le difficoltà frapposte dal Comune, aveva redatto un business plan e aveva tracciato il percorso per poter espletare le gare per la rifunzionalizzazione della caserma già nell'inverno 2005 - 2006.

Vicende amministrative e politiche avrebbero determinato un progressivo cambio di rotta, rispetto al quale Barbabella si sente completamente estraneo. "Il modo in cui il Comune di Orvieto ha agito, ciò che ha deciso o non ha deciso di fare o di non fare, sulla base di complesse dinamiche politiche e amministrative (che non è stato e non è compito nostro giudicare come componenti il cda di Rpo) - ha detto Barbabella - non si vede come possa diventare un giudizio sull'operato del cda di Rpo Spa". 

 

 

Pubblicato il: 26/09/2009

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