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Barbabella. Il Comune di Orvieto ha 'ostacolato' il lavoro di Risorse per Orvieto

Conferenza stampa dell'ex presidente della società che doveva occuparsi della rifunzionalizzazione della ex caserma Piave. "Non abbiamo sperperato nulla, il Comune ha ripreso il 50% del capitale" e ha posto i membri del Consiglio di amministrazione nella "impossibilità di portare avanti i compiti ad esso affidati". La nota della spesa e il dossier sul rapporto tra RPO e Amministrazione Mocio

foto di copertina

Questo il testo letto da Franco Raimondo Barbabella in conferenza stampa stamattina, 24 settembre, per presentare  la posizione degli amministratori di RPO spa, attaccati duramente in questi anni e in questi giorni e in più occasioni accusati di aver sperperato un milione di euro di capitale.
Barbabella chiarisce i comportamenti di RPO e allega un dossier per documentare l'azione della società da lui diretta e i rapporti con il Comune di Orvieto, che l'"ha ostacolata (riteniamo caso unico nella storia dell'Occidente!) fino a costringere di fatto il CdA alle dimissioni per impossibilità di portare avanti i compiti ad esso affidati".
Fino ad ora Barbabella, per motivi di correttezza nei confronti del socio unico di RPO, il Comune di Orvieto, era sempre intervenuto in sede politica, come consigliere comunale. Ora, di fronte ad una campagna stampa che, si chiede Barbabella " non comprendiamo da chi e perché sia stata sollevata, a tre anni dalle nostre dimissioni", questa conferenza stampa, che non rimarrà certamente inosservata. Senza fare nomi, ma con precise considerazioni, Barbabella ed i suoi accusano il Comune di aver impedito la funzionalità della società. Inoltre ricordano, conti alla mano, che RPO ha restituito al Comune il 50% del capitale e che non è mai fallita. Concludono: "E' legittimo che ci chiediamo anche su questo punto con quale ragione c'è chi ci vuole mettere addosso l'etichetta di sperperatori di denaro pubblico?".
A noi sembra, e sono anni che lo scriviamo, che la vicenda RPO sia emblematica del comportamento di una classe politica che è stata più attenta agli interessi di parte che a quelli pubblici, a destra e a manca, ed ha prodotto danni straordinari. Ma poiché, come sottolinea Barbabella, quando si parla di persone è necessario distinguere le responsabilità, lasciamo il giudizio ai cittadini, gli unici a cui spetta.
Noi rigiriamo il dossier di Barbabella e del CdA di Risorse per Orvieto spa.

Documento fornito in conferenza stampa da Franco Raimondo Barbabella

"Abbiamo ritenuto necessario questo incontro con la stampa per una questione di chiarezza rispetto a notizie che riteniamo una plateale deformazione della realtà.

Abbiamo appreso che ci sarebbe stata o sarebbe ancora in corso un'indagine della Guardia di Finanza su "Risorse per Orvieto" per iniziativa della Corte dei Conti. Di questo non sappiamo nulla: abbiamo solo letto ciò che ha scritto qualche giornale. Però, se c'è, ci auguriamo che sia fatta presto, in modo completo e approfondito, e con una conclusione certa e chiara. Noi siamo convinti di aver fatto semplicemente il nostro dovere nelle condizioni oggettive in cui abbiamo dovuto operare. In tal senso ci dichiariamo di nuovo pronti a fornire tutti i chiarimenti che ci venissero richiesti. Dunque nulla quaestio sull'indagine.

Ciò che invece per noi non è accettabile è il modo in cui le notizie vengono date e l'uso strumentale che alcuni ne vogliono fare. E a dire il vero non da oggi. Solo per questo ci è sembrato necessario e doveroso mettere a disposizione dei documenti che riteniamo sufficienti per affermare l'evidenza dei fatti. Procediamo perciò con ordine sulle varie questioni.

1.      Da tempo alcuni soggetti e alcuni organi di comunicazione sostengono che sarebbe stato dilapidato un milione di euro. Se l'accusato è RPO l'accusa è del tutto infondata e chiaramente falsa. Basta leggere per questo le Relazioni ai bilanci 2004 e 2005 predisposti dal CdA di RPO Spa e regolarmente approvati dall'Assemblea dei soci (il bilancio 2006 è stato approvato dall'Assemblea di RPO Srl) per rendersi conto della mole e del tipo di lavoro fatto e dei risultati ottenuti in condizioni rese progressivamente difficili proprio dal socio unico Comune di Orvieto. Invece di chiedersi perché il socio unico non ha sostenuto la Società di sua proprietà - come sarebbe stato suo interesse e dovere fare - e al contrario l'ha ostacolata (riteniamo caso unico nella storia dell'Occidente!) fino a costringere di fatto il CdA alle dimissioni per impossibilità di portare avanti i compiti ad esso affidati, si preferisce lanciare accuse generiche e parlare di fallimento facendo intendere che la responsabilità sarebbe in capo ad RPO. Per quanto ci riguarda non c'è stato nessuno spreco di risorse pubbliche e nessun fallimento. Voce per voce tutto è documentato. Il risultato c'è, naturalmente quello che si è potuto raggiungere nelle condizioni date. Se è stato utilizzato o no e se bene o male dal socio unico non è cosa che possa costituire giudizio su RPO Spa!

2.      L'accusa più recente rivolta a noi sembra essere quella di essere stati "incapaci e passivi". Non sappiamo chi l'ha formulata. Sappiamo solo che è stata riportata tra virgolette da alcuni organi di comunicazione. Respingiamo nel modo più deciso tali parole, anzi, ne chiediamo ragione. Chiediamo: incapaci rispetto a che cosa? Né l'impianto, l'avvio e il funzionamento della Società, né l'espletamento dei compiti assegnati dal Comune con Convenzione, né i risultati formalmente e sostanzialmente raggiunti e consegnati al socio unico, possono giustificare in alcun modo un simile giudizio. Basta leggere appunto gli atti. Dai quali ci sembra emerga in modo chiaro sia il percorso di RPO sia quello del Comune di Orvieto. Insomma, il modo in cui il Comune di Orvieto ha agito, ciò che ha deciso o non ha deciso di fare o di non fare, sulla base di complesse dinamiche politiche e amministrative (che non è stato e non è compito nostro giudicare come componenti il CdA di RPO), non si vede come possa diventare un giudizio sull'operato del CdA di RPO Spa.  Il quale, vogliamo ricordarlo, era fatto di persone! Non solo per questo, ma anche per questo, in questa materia vale il principio di distinzione delle responsabilità, naturalmente se e in quanto di responsabilità si deve parlare. Sul termine "passivi" poi non c'è proprio bisogno di dire nulla, solo che si guardino le attività svolte, le continue iniziative, le sollecitazioni al socio unico ad ottemperare ai propri doveri, come testimoniano tutti gli atti, comprese le numerose lettere dirette al socio unico di cui si forniscono alcune indicazioni.

3.      Vogliamo chiarire ora altri aspetti che ci sembrano rilevanti. Innanzitutto un aspetto tecnico di bilancio, che ad una prima lettura potrebbe indurre ad una valutazione deviante. Si tratta del fatto che ad un certo punto, come si evince dal bilancio 2005, le spese di avviamento della Società e quelle di elaborazione del Business Plan sono state consapevolmente passate dallo stato patrimoniale al conto economico, il che significa, in termini prettamente tecnici, aver appesantito in modo significativo l'aspetto perdite rispetto all'aspetto ammortamenti, che invece ovviamente perdite non sono in quanto appunto riferiti al patrimonio. Ed in effetti, in una situazione normale, di patrimonio si tratta e quel patrimonio era ed è rimasto nella disponibilità del socio unico. Ma ad un certo punto la situazione è apparsa chiaramente non più normale in quanto il socio unico, non dando alcuna risposta sulla possibilità di gestione corretta ed efficace della società come sollecitava a più riprese il CdA, induceva a pensare ad un potenziale pericolo di fallimento che era dovere dello stesso CdA scongiurare. In sostanza, il dubbio sull'utilità futura di quelle spese di investimento ha fatto scattare doverosamente il principio di prudenza. Il che comportava appunto un dovere di trasparenza che mettesse il socio unico di fronte alle sue dirette responsabilità. Ci auguriamo che nessuno voglia accusarci di essere stati trasparenti o che voglia scambiare un atto di trasparenza per un comportamento di incapacità!

4.      Un secondo aspetto riguarda l'ICI. Questa vicenda oggi come ieri ci appare incredibile. Il Comune si è ripreso sotto forma di ICI circa 280.000 euro, cioè più di un quarto del capitale sociale! E si badi bene a questi aspetti tra loro interconnessi: il Comune non ha mai permesso ad RPO di avere altre entrate, non ha voluto ripristinare il capitale sociale ovviamente impegnato per raggiungere l'obiettivo assegnato e però ha preteso il pagamento dell'ICI anche nel momento in cui un apposito parere legale del 20 aprile 2005 commissionato da RPO e tempestivamente trasmesso dimostrava che il Comune poteva appunto soprassedere almeno temporaneamente fino al riuso effettivo degli immobili, cioè al ritorno al loro stato di beni pubblici produttivi. Ciò che ha significato questo comportamento del Comune si può evincere da un passaggio significativo di tale parere legale che brevemente citiamo: " restituire a tale ente gran parte delle somme ricevute onde effettuare il pagamento dell'ICI significherebbe 'svuotare' di fatto RPO di un'ingente quantità di risorse finanziarie (conferite dallo stesso Comune di Orvieto), che ne penalizzerebbe fortemente lo svolgimento delle relative attività e il raggiungimento dei fini prefissati dalla stessa P.A., con l'intera operazione di riconversione funzionale e riqualificazione del complesso immobiliare". Parole più chiare e preveggenti non potevano esserci. Ora che questa questione chiami in causa, non si sa come, perché e da parte di chi, il CdA di RPO ci pare davvero incredibile!

5.      Un terzo aspetto riguarda i dati fondamentali.

A)    Le spese, considerate a livello macro per capirne il senso, e dunque non alla virgola (ciò che si può ovviamente fare consultando i bilanci che com'è noto sono atti pubblici): circa 180.000 euro per le diverse voci concernenti l'avvio e poi il funzionamento della Società e la gestione dei locali nei tre anni di attività di RPO Spa; circa 130.000 euro per il funzionamento degli organi societari, amministratori e sindaci, e tenuta della contabilità sempre nei tre anni dal 2004 al 2006; circa 140.000 euro per l'elaborazione del Piano Economico Finanziario e dei connessi Piano Architettonico di Massima e Stima dei Costi di Trasformazione, cioè gli studi di base per procedere poi alle gare per individuare i soggetti finali, trasformatori e utilizzatori; circa 280.000 euro di capitale sociale restituito al Comune sotto forma di ICI; circa 30.000 euro per spese varie di manutenzione degli immobili e delle alberature per evitare pericoli per la pubblica incolumità; il resto, circa 230.000 euro restati nel patrimonio della nuova società, la RPO srl, cioè del Comune. In sostanza il Comune si è ripreso oltre il 50% del capitale! Il tutto precisamente documentato. E' legittimo che ci chiediamo con quale ragione c'è chi ci vuole mettere addosso l'etichetta di sperperatori di denaro pubblico?

B)    I risultati, in termini di atti compiuti e di elaborati di base perché l'operazione di riuso dell'ex Piave fosse fatta in modo efficace secondo gli indirizzi forniti dall'Amministrazione Comunale e nell'unico interesse della città: da una parte gli elaborati sopra citati, che, nonostante le vicende politiche non abbiano consentito un loro sviluppo diretto e immediato - come RPO Spa avrebbe potuto fare se il socio unico lo avesse consentito - hanno costituito il riferimento costante dell'A.C. (si consultino sia le dichiarazioni ripetute sia gli atti effettivamente compiuti), oltre che l'unico reale patrimonio di idee e di proposte reali pubblicamente discusse ed approvate dal CC. Dopo infatti le proposte non sono state più di pertinenza della città attraverso il CC ma di soggetti privati, le cui intenzioni peraltro ad oggi non è dato conoscere anche perché le buste conseguenti al bando fatto dal Comune nel 2008 non sono state ancora aperte e rese pubbliche; dall'altra l'ampio lavoro fatto non solo per stimolare l'interesse di soggetti qualificati ma anche per acquisire notizie e pareri affinché l'impostazione dei bandi fosse rispondente il più possibile alle tendenze e ai bisogni reali cosicché l'operazione risultasse fattibile e del massimo livello qualitativo e produttivo, per la città e il territorio e ovviamente anche per le casse comunali. E' legittimo che ci chiediamo anche su questo punto con quale ragione c'è chi ci vuole mettere addosso l'etichetta di sperperatori di denaro pubblico?

C)    Il fatto che il patrimonio dell'ex Piave è ancora unito e nella disponibilità del Comune, cioè della città: il compito di RPO Spa era di operare perché gli indirizzi del Comune si traducessero in proposte ed elaborazioni realizzabili considerando unitariamente tutto il complesso. Rivendichiamo di aver operato in tal senso anche opponendoci, seppure all'interno delle nostre competenze e nei modi più corretti, al passaggio di tale patrimonio nell'immobiliare regionale RES Spa (che poi è stata sciolta) perché ciò avrebbe significato per la città perdere ogni controllo non solo sulla proprietà ma di fatto anche sulle destinazioni, con danno facilmente immaginabile. E' legittimo che rivendichiamo almeno questo merito?

Concludendo, ci sembra di poter sostenere fondatamente che non è lecito né confondere la realtà né scambiare ruoli e responsabilità. C'è un percorso che è stato fatto. Le tappe sinteticamente possono essere così indicate: una fase faticosa ma positiva di impianto e avvio della Società dalla primavera all'autunno del 2004; una fase successiva di elaborazione del Business Plan con ostacoli progressivi fino al tentativo di impedire la discussione di esso da parte del Consiglio Comunale, poi avvenuta comunque il 22 giugno 2005, ciò che avrebbe reso possibile, se il Comune lo avesse consentito, di espletare le gare già nell'inverno 2005-2006 ed ottenere la rifunzionalizzazione nei tre anni successivi, cioè entro il 2009; la fase seguente caratterizzata dal tentativo di concretizzare l'idea del passaggio del patrimonio costituito dall'ex Piave nella disponibilità di RES Spa (l'immobiliare regionale), tra giugno e ottobre 2005, mentre il CdA era fortemente impegnato a strutturare le procedure per gli appalti; la lunga fase, dall'autunno 2005 fino all'estate 2006, di rinvii ed attese del socio unico Comune di Orvieto rispetto alle sollecitazioni di operatività del CdA di RPO Spa, fino al passaggio della Società da Spa a Srl finalmente deciso dal Comune nel mese di luglio di quell'anno; infine, da luglio a novembre dello stesso 2006, la fase in cui si chiarisce progressivamente che il socio unico non ha alcuna intenzione di mantenere gli impegni assunti per cui il CdA all'unanimità decide le dimissioni irrevocabili. Le ragioni e il senso di tutto crediamo siano chiariti infine dalle tre lettere che connotano quest'ultima parte di una vicenda di cui abbiamo qui cercato di trattare gli aspetti che ci sembravano di più impellente interesse.

Questa il dossier allegato alla relazione di Franco Raimondo Barbabella.

Bilancio di RPO Spa al 31 dicembre 2004

 Estratto dalla Relazione

  

 1. Introduzione

Già nella relazione semestrale al 31 ottobre 2004 veniva indicata in estrema sintesi la sequenza temporale degli atti compiuti dall'A.C. propedeutici all'avvio effettivo delle attività della Società, al fine di inquadrare le fasi di attività svolte da RPO e scandite per lo più, almeno fino al mese di giugno 2004, dalle vicende politico-amministrative:

·    nell'ottobre 2003 il C.C. approva la costituzione di RPO con relative linee di indirizzo;

·    nel gennaio 2004 viene stipulato l'atto costitutivo di RPO Spa, Società con un capitale iniziale di 1.000.000,00 (un milione/00) di € e con partecipazione maggioritaria del Comune di Orvieto;

·    il 4 maggio 2004 viene stipulata la convenzione fra Comune di Orvieto ed RPO Spa per l'assegnazione in uso di parte dell'area e delle strutture della ex Caserma Piave;

·    in pari data l'A.C., attraverso un documento della Giunta, riassume i risultati del lavoro svolto e riformula gli indirizzi di intervento per "linee business".

Nella stessa relazione si dava atto che da tali atti scaturisce che:

1.      la mission di RPO va inquadrata in una mission più ampia, che è quella stessa della città e del territorio; RPO perciò si pone ed agisce come strumento della politica dell'A.C. di riqualificazione e rilancio dell'intero contesto urbano;

2.      il riuso dell'ex Piave persegue l'obiettivo fondamentale di imprimere una forte spinta ai processi di crescita e di sviluppo secondo una visione integrata delle risorse e con caratteristiche il più possibile di qualità e di durata, tenendo ovviamente conto delle logiche di mercato;

3.      conseguentemente il progetto complessivo non potrà non seguire una logica di coerenza sia interna che di contesto.

Nelle attività svolte nel periodo considerato, ed ovviamente anche successivamente, a tale impostazione ci si è rigorosamente attenuti.

 

2. Le attività svolte

·    Nel periodo da febbraio a metà maggio 2004: si è provveduto ad effettuare tutte le azioni  propedeutiche all'avvio dell'attività della società; si sono svolti molti incontri informali del CdA e del CdA con l'A.C. per studiare la documentazione e concordare le linee d'azione; il CdA si è occupato della proposta di incarico per l'Advisor finanziario, rivedendo in profondità, con la consulenza di uno studio legale di Orvieto, sia l'impostazione generale che gli importi richiesti; è stato anche affrontato il tema della manutenzione degli stabili e degli spazi esterni ed in particolare del ricco patrimonio arboreo, senza addivenire al momento ad una soluzione, anche per l'eccessiva onerosità delle proposte acquisite e per evitare la parzialità degli interventi derivante dalla natura della convenzione con il Comune.

·    Nel maggio 2004 si è provveduto all'assunzione di una segretaria amministrativo-contabile mediante prova selettiva su apposito bando e colloquio condotto da una commissione di esperti, che ha esaminato più di 60 candidati.

·    Il 5 giugno 2004, praticamente al termine dei lavori di ordinaria manutenzione effettuati dal Comune, è stato firmato il contratto di comodato gratuito fra lo stesso Comune ed RPO per l'uso di alcuni locali della Palazzina Comando.

·    Dopo la sospensione, dovuta a ragioni di opportunità, nel periodo precedente e susseguente le elezioni amministrative del 12 e 13 giugno 2004, le attività sono riprese e si sono compiuti i seguenti atti: allestimento della sede, attivazione dei contratti telefonici, collegamento Internet, contratto con azienda di pulizie, effettuazione dei piccoli lavori di manutenzione strettamente necessari; attivazione di una consulenza qualificata per lo start up della Società; esame delle proposte di utilizzazione della struttura già formalizzate e richiesta di incontri a CSCO ed al Consorzio CrescEndo per un confronto nel merito.

·         Il 30 agosto è stata aperta e resa operativa la sede della Società in Via Roma 3, al piano rialzato della Palazzina Comando, concesso in comodato dal Comune.

·         Il 2 settembre si è tenuto l'incontro con il Consorzio CrescEndo e con il Sindaco, che ha riconfermato le linee guida della precedente Amministrazione. Oltre a ciò, sono stati messi a fuoco i problemi fondamentali di prospettiva, oltre a quelli più immediati.

·         In tale fase sono state esaminate le proposte presentate da diversi soggetti per il logo e per il sito Internet della Società ed è stata scelta un'azienda specializzata di Orvieto.

·         E' stato poi approvato l'Action Plan, che è stato successivamente aggiornato anche alla luce della sottoscrizione del contratto di Advisor finanziario.

·         Il 28 ottobre è stato firmato il contratto di Advisor finanziario con Banca OPI Spa. Rispetto all'impostazione iniziale (operazione di advisory multiservice) si è preferita una prestazione di consulenza più circoscritta ed a prodotto più definito (e quindi anche con un livello di spesa molto più basso), concepito come base essenziale per le operazioni finali di scelta e di realizzazione dell'operazione.

·         Non appena avvenuto il rinnovo del CdA di CSCO si è provveduto a rinnovare la richiesta di confronto sui reciproci compiti.

·         Nel contempo è iniziato l'esame delle proposte di intervento presenti nel Piano per l'innovazione e lo sviluppo della Regione dell'Umbria concernenti le linee business indicate dall'A.C. direttamente o indirettamente connesse con l'operazione di rifunzionalizzazione affidata a RPO. E ciò al fine di strutturare gli strumenti idonei a consentire, in modo concertato fra tutti i soggetti interessati, di partecipare ai relativi bandi.

·         Dopo un apposito incontro con l'A.C. è stato ripreso il tema della manutenzione ordinaria sia degli edifici che del patrimonio arboreo e si è deciso, previa apposita indagine di mercato, di effettuare gli interventi più urgenti in ottemperanza di quanto previsto dalla convenzione.

·         Il 9 novembre è stata approvata, e subito dopo trasmessa, la relazione semestrale per gli azionisti prevista dalla convenzione. Tale atto ha consentito di fare il punto sia rispetto alla gestione finanziaria che ai problemi emersi ed alle soluzioni da adottare, ed anche di delineare le azioni future con precise indicazioni delle responsabilità dei diversi soggetti protagonisti. L'assemblea totalitaria svoltasi il 16 novembre 2004 ha approvato la relazione ed in tale occasione il Sindaco ha riconfermato non solo la sua valutazione positiva sull'attività di RPO ma anche la volontà sua e dell'A.C. di collaborare attivamente per il successo dell'operazione.

·         Fra il mese di novembre e quello di dicembre si sono poi svolti molti incontri con la Giunta, il Sindaco, il Vice Sindaco, i tecnici del Comune, sui vari problemi aperti ed in particolare si è lavorato al coordinamento delle attività per rispettare i termini e le scadenze dei bandi del DOCUP Umbria per la presentazione dei progetti. Si è chiarito in particolare su quali azioni puntare ed il fatto che il soggetto presentatore non poteva essere che il Comune.

·         Nello stesso periodo à iniziata la stesura del quadro sinottico delle destinazioni con riferimento sia alle linee business fornite dall'A.C. che alle verifiche nel frattempo effettuate da RPO. Tale quadro, che costituisce la prima formulazione da sottoporre a verifica architettonica per la stesura del business plan, è stato approvato dal CdA in data 11 gennaio 2005 e ufficialmente trasmesso al Sindaco in data 12 gennaio 2005.

·         Il 22 dicembre, con un certo ritardo non imputabile ad RPO rispetto alla richiesta di Banca OPI Spa, si è proceduto ad affidare l'incarico per il PAM (Piano Architettonico di Massima)

·         Infine, in tutto questo periodo, sono stati fatti molti incontri con soggetti potenzialmente interessati al riuso funzionale del complesso della ex Caserma (operatori e/o utilizzatori finali), con ciò anche mettendo di fatto a verifica la validità delle ipotesi fin qui formulate sulla base delle linee guida dell'Amministrazione.

Il riscontro è stato positivo, nel senso che ci sono state significative conferme, e però, come sempre avviene in questi casi, si sono registrate anche nuove opportunità, che sono state attentamente vagliare per verificarne fino in fondo la fattibilità  e la coerenza sotto i diversi profili. A tal proposito si può dire che, pur nella loro provvisorietà e varietà, le proposte e le opzioni riscontrate sono tutte riconducibili alle scelte di indirizzo dell'A.C. Esse rendono anche chiaro che una visione unitaria e coordinata delle operazioni, peraltro strettamente aderente alla mission della Società sopra richiamata, costituisce non solo un valore aggiunto ma anche una via obbligata di semplificazione per ottenere il massimo risultato nel tempo più breve.

Proprio sulla base di tali verifiche ci si è poi confrontati con l'A.C. ed è stata, come già detto sopra, formulata e formalmente trasmessa la prima ipotesi di destinazione del complesso.

 3. I problemi

Le attività sopra descritte hanno fatto emergere alcuni problemi dalla cui risoluzione dipenderà l'esito stesso dell'operazione:

1.      lo statuto e la convenzione presentano contraddizioni e carenze che sono state puntualmente esaminate dal CdA e sono diventate oggetto di una apposita nota trasmessa all'A.C. in data 20 gennaio 2005; in particolare - ed è l'aspetto indubbiamente più rilevante - non si vede come si possa elaborare un business plan unitario ed assicurare una gestione coerente con la mission della Società senza che venga formalmente stabilita la competenza di RPO sull'intera area;

2.      l'interrelazione delle scelte e delle attività di RPO con quelle dell'A.C. è tale che si impone un costante ed elevato livello di coordinamento, certamente non semplice ma assolutamente necessario sia rispetto ai tempi che all'efficacia delle decisioni e delle azioni, come peraltro reso evidente dall'Action Plan trasmesso in allegato alla relazione semestrale al 31 ottobre 2004: ad es. il ritardo nella fornitura delle planimetrie degli edifici in formato digitale ha prodotto uno slittamento di tutte le operazioni connesse all'elaborazione del Piano Architettonico di Massima (PAM) e conseguentemente del Business Plan, seppure alla fine il ritardo sarà contenuto in pochissime settimane per l'impegno di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti; più in generale la natura di RPO in quanto SpA pubblica, con le responsabilità dirette che essa mette in capo ai suoi amministratori, comporta per tutti anche un preciso rispetto di procedure, tempi e risultati;

3.      per quanto concerne poi in senso più stretto le questioni di bilancio, è vero che la convenzione è formalmente strutturata in modo da tener conto che almeno nei primi due anni di attività la Società sarà necessariamente in perdita, dato che non vengono previste entrate - ciò che sarebbe potuto avvenire solo nel caso in cui fosse stato previsto di affidare ad essa gestioni remunerative, ipotesi peraltro inizialmente prospettata, seppure in modo informale -, ma è anche vero che per legge le perdite non debbono superare un determinato limite, ed è invece evidente che se si vuole operare all'altezza del compito si deve mettere nel conto che tale limite potrebbe ben presto essere superato, il che comporterà per l'azionista la necessità di ripristino del capitale; ciò è sottolineato da una parte dalla iscrizione a bilancio dell'ICI - seppure siano in corso approfondimenti legali e tecnici sia sulla legittimità dell'imposta nel caso specifico sia sul suo stesso ammontare - e dall'altra dalla mancata attivazione ad oggi della procedura di ingresso nel CdA di nuovi soggetti non soci capaci di garantire interventi finanziari tali da alleggerire le esposizioni.

Tutti questi problemi possono senz'altro essere visti come propri di un periodo di necessario rodaggio. Tuttavia si ritiene di metterli in evidenza non solo per un doveroso compito di trasparenza ma perché per la loro stessa natura essi vanno affrontati con tempestività ed in modo risolutivo.

 

4. I risultati
I risultati della Società rispetto alle sue finalità ed ai suoi compiti sono senz'altro positivi. Tale giudizio fa riferimento a precisi elementi, non solo quelli espressi dalle azioni di impianto e di start up della Società, ma quelli stessi indicati nella relazione semestrale dell'ottobre 2004 come previsione delle attività dei successivi sei mesi - e va detto che il fatto che alle previsioni siano corrisposte le relative realizzazioni testimonia che la Società è in grado di lavorare efficacemente per il successo dell'operazione che ad essa è stata affidata -:

·         definizione degli interventi per la gestione e la manutenzione del patrimonio in ottemperanza agli obblighi derivanti dalla convenzione;

·         definizione dello scenario iniziale su cui far lavorare Banca OPI per la stesura del primo piano economico-finanziario (documento inviato al Comune in data 12 gennaio 2005);

·         scelta delle linee strategiche e del soggetto idoneo per la progettazione architettonico-funzionale di massima (PAM);

·         scelta del soggetto idoneo per il computo metrico estimativo collegato al PAM;

·         soluzione del problema della disponibilità dei rilievi in formato digitale;

·         sviluppo delle attività preliminari utili per valutare l'interesse di operatori e/o utilizzatori ad intervenire nell'operazione.

Ma soprattutto si ritiene di poter affermare ad oggi che si sarà in grado - forse con qualche lieve ritardo rispetto alla scadenza prevista dalla convenzione, come detto sopra per ragioni non dipendenti da RPO - di consegnare nel mese di maggio il Business Plan, base per tutte le operazioni successive.

Infine la stessa situazione di bilancio è testimonianza di grande attenzione sia per i problemi dell'immediato funzionamento che per il lavoro di prospettiva. I primi segni di pesantezza del conto economico derivano, com'è evidente, da una parte dall'aver svolto in modo deciso e puntuale i compiti affidatici e dall'altra da contraddizioni non risolte all'origine, come evidenziato dalla vicenda ICI ed anche da altre che però ci si augura vengano molto presto chiarite in via definitiva al fine di poter agire in un quadro di certezze consone al necessario dinamismo di una Società della natura di RPO.

Le parti che seguono chiariscono ulteriormente tale necessità di certezze.

 

5. Gli avvenimenti più rilevanti dei primi mesi del 2005

·         Innanzitutto, come si è accennato sopra al punto 2, a seguito di un approfondito confronto con l'A.C., l'11 gennaio 2005 è stata formalizzata da parte del CdA la definizione dello scenario iniziale su cui far lavorare Banca OPI SpA per la stesura del primo piano economico-finanziario. Il relativo prospetto sinottico e la relazione sono stati inviati poi sia al Comune che a Banca OPI SpA. L'organizzazione delle previsioni d'uso su 4 poli, mentre rispetta le linee business stabilite dall'A.C., fa anche intravedere con chiarezza in quali termini si porranno le questioni economico-finanziarie del piano di rifunzionalizzazione: se il rendimento ipotetico risulterà al di sotto di certi livelli talché l'operazione complessiva risultasse difficilmente compatibile con corrette logiche di mercato, si potrà rendere necessaria una revisione delle possibili potenziali destinazioni; è comunque evidente che se le destinazioni finali dovessero essere, seppure in linea di massima, quelle attualmente formulate, si deve sapere che il piano finanziario si reggerà solo se la parte pubblica definirà in modo chiaro e puntuale la parte che intende svolgere e se e come intende far fronte agli impegni economici e gestionali che ne derivano.

·         Sono stati analizzati a fondo i problemi di gestione derivanti sia dalla convenzione che dallo statuto, oltre che da decisioni spettanti all'A.C. Come si è già detto, uno specifico documento in 8 punti è stato approvato dal CdA il 19 gennaio ed inviato il giorno successivo al Sindaco e alla GM. Su di esso si attende risposta e si ritiene che dalla natura di essa possa dipendere l'efficacia dell'attività di RPO e la stessa riuscita dell'operazione che le è affidata.

·         Nei mesi di gennaio e febbraio sono stati effettuati incontri sia con l'A.C. che con gli altri soggetti interessati alla definizione dei progetti da presentare alla Regione dell'Umbria per partecipare ai bandi del DOCUP. Risulta che il Comune poi abbia presentato entro i termini previsti il progetto relativo al polo della memoria, da realizzare in una parte degli edifici affidati ad RPO (la possibile insorgenza di problemi gestionali al momento non è stata analizzata).

·         Il 3 febbraio sono state presentate al CdA la bozza di format del Business Plan e l'impostazione dello studio del PAM.

L'architetto incaricato ha potuto iniziare in modo pieno il lavoro per l'elaborazione dello stesso PAM solo alla fine di febbraio quando i rilievi degli edifici, trasmessi dal Comune sotto forma di raster,  sono stati trasformati in prodotti vettorializzati con l'incarico ad un service specializzato.

La presentazione degli esiti del lavoro al CdA, inizialmente prevista per il 7 aprile, è stata poi spostata, per cause di forza maggiore, al 13 aprile.

·         Il 16 marzo è stata affidata, a seguito di formale indagine esplorativa di mercato, la redazione del computo metrico estimativo da coordinare con il PAM, a sua volta base per la redazione del Business Plan.

·         Nei primi 3 mesi del 2005 si sono inoltre affrontati diversi problemi di gestione ordinaria, dalla manutenzione delle alberature e degli edifici alle questioni attinenti le assicurazioni, alle iniziative di pubblicità e promozione. Come s'è detto anche per questo aspetto, è stata affrontata la delicata questione dell'ICI.

·         Sono infine continuate le attività di acquisizione di pareri sulle prospettive di riuso e sono state acquisite diverse richieste formali sia di soggetti pubblici che di privati.

Da quanto detto sopra emerge che il CdA si è mosso nei primi mesi del 2005 non solo in continuità e coerenza con tutta l'impostazione precedente, ma ha posto tutte le premesse di sua spettanza perché i suoi compiti abbiano nei tempi stabiliti un esito positivo: da una parte il chiarimento ulteriore della natura e dei compiti della Società nei suoi rapporti con le politiche dell'A.C. alla luce dell'esperienza del primo anno di attività, e dall'altra le scelte per giungere nel modo migliore e nel rispetto sostanziale dei tempi ad approvare il B.P.

 

6. La previsione di attività dei prossimi mesi
Le attività sopra descritte indicano anche le azioni che ci si attende di poter sviluppare lungo l'arco del 2005 e che per le linee essenziali vengono di seguito indicate:
·         conclusa la sessione di bilancio, saranno esaminati i risultati del PAM e del CME;
·         entro il termine del 20 maggio si ritiene di poter approvare il Business Plan per presentarlo subito dopo all'A.C.;

·         qualora il BP fosse approvato con celerità, si potrebbe procedere già prima dell'estate alla definizione delle linee strategiche sia per la scelta del o degli operatori e degli utilizzatori sia per le soluzioni finanziarie più consone e, su tali basi, alle necessarie operazioni di marketing; così come si potrebbe procedere al bando per l'alienazione di quote di capitale sociale e l'ingresso di nuovi soci;

·         nel contempo possono essere organizzate alcune efficaci iniziative di pubblicizzazione della società, di approfondimento circa le scelte maturate e di informazione sui risultati delle attività svolte con particolare riferimento al BP;

·         se tutto questo potrà essere fatto con il rispetto da parte di tutti i soggetti dei tempi e dei compiti connessi con le responsabilità di ciascuno, non è impossibile pensare che nella seconda parte dell'anno si possa giungere al risultato dell'affidamento in sub concessione dei primi lotti di riuso.

 
7. Considerazioni sul budget previsionale 2005 e pluriennale

Allo stato attuale delle cose si ritiene più corretto soprassedere ad una previsione, anche solo di larga massima, degli impegni di spesa per il 2005 e pluriennali, che sarà invece possibile definire in una fase successiva con riferimento all'evoluzione dei fatti reali e in particolare agli esiti del BP.

Si possono invece indicare fin d'ora le esigenze e le responsabilità che pone una linea di necessario dinamismo della Società.

Per ciò che concerne lo stato patrimoniale, si può prevedere che nel 2005 e nel 2006 cresceranno in modo significativo le immobilizzazioni immateriali, articolate nelle voci che di seguito si possono indicare:

A. Costi di ricerca, sviluppo e pubblicità

·         ideazione del materiale pubblicitario

·         costi di pubblicità ad utilità pluriennale

·         promozioni di start-up delle diverse attività

B Altri costi pluriennali

·         spese di consulenza finanziaria per definizione del PEF (Piano Economico-Finanziario), della redditività dell'iniziativa e successiva negoziazione con il/I Promotore/i

·         spese legali per definizione della/e concessione/i e negoziazioni contrattuali

·         spese tecniche per eventuali studi progettuali, acquisizione di analisi digitalizzate degli immobili e degli impianti dell'area

·         redazione del Regolamento interno di gestione dei conduttori dell'area;

·         spese notarili

Per ciò che concerne il conto economico, nello stesso periodo potranno parimenti crescere i costi per servizi articolati ad es. nelle seguenti voci:

·         spese promozionali

·         spese per seminari di approfondimento e convegni

·         spese per un eventuale concorso di progettazione architettonica di uno o più elementi che fossero ritenuti di particolare rilevanza sia ai fini dell'assetto complessivo dell'area sia della funzionalità delle soluzioni sia della pubblicizzazione dell'iniziativa stessa.

Seppure in questa fase non si ritenga opportuno indicare precise cifre di previsione, allo stato delle cose si può tuttavia sostenere fondatamente che mentre per il 2005 i livelli di spesa ipotizzabili saranno ancora compatibili con le disponibilità, eccetto il caso in cui si dovesse procedere al pagamento dell'ICI 2004 e 2005, invece per il 2006 essi si scontreranno certamente con le effettive disponibilità anche nel caso in cui non si dovesse versare tale imposta, qualora nel frattempo non vi siano state le condizioni per generare entrate sufficienti a ripianare almeno in parte le spese.

Per quanto detto ora, e in aggiunta a quanto già detto in precedenza, si ritiene perciò indispensabile che si attivino da subito le procedure per l'allargamento del CdA ai soggetti che ne hanno fatto richiesta, nella convinzione che ciò può determinare una compartecipazione alle spese nelle forme e nella quantità che con tali soggetti sarà possibile e utile concordare.

In ogni caso, qualora nella gestione del bilancio della Società si determinassero le condizioni critiche ipotizzate in relazione all'assolvimento dei propri compiti istitutivi, spetterà al socio o ai soci scegliere le soluzioni ritenute più idonee per garantire ad essa la piena operatività.

 

 

Bilancio di RPO Spa al 31 dicembre 2005

 

Estratto dalla Relazione

 

 

1. Introduzione

La relazione al bilancio al 31.12.2004 partiva dall'evidenziazione di ciò che scaturiva dagli atti iniziali compiuti dall'Amministrazione Comunale per dare avvio alle attività di RPO Spa (delibera di CC e relative linee di indirizzo, atto costitutivo, statuto, convenzione e linee business): la mission di RPO va inquadrata in una mission più ampia, che è quella stessa della città e del territorio; il riuso dell'ex Piave persegue l'obiettivo fondamentale di imprimere una forte spinta ai processi di crescita e di sviluppo secondo una visione integrata delle risorse; conseguentemente il progetto complessivo non potrà non seguire una logica di coerenza sia interna che di contesto. A tale impostazione ci si è rigorosamente attenuti sia nel 2004 che nel 2005 nella preparazione, nella stesura e nell'approvazione del business plan ed in tutte le attività in seguito svolte nella convinzione di poter giungere ad un risultato coerente e positivo.

Se a questo non si è ancora giunti è perché le vicende ed i condizionamenti esterni non lo hanno permesso, come potrà meglio evincersi da quando descritto in seguito.

Nella stessa relazione si mettevano in luce i problemi essenziali da risolvere da parte del Comune per mettere in condizione RPO di perseguire gli obiettivi statutari ed attuare la convenzione. Di fatto, nel corso del 2005, a parte la modifica dello statuto e della stessa convenzione, i problemi principali e determinanti non solo non sono stati risolti, ché anzi sono stati aggravati. Anche questo emergerà dal prosieguo della relazione.

 

2. Le attività svolte

Di seguito vengono sinteticamente indicati in modo distinto i fatti più rilevanti dei primi e dei secondi sei mesi del 2005.

A. I primi sei mesi

·         Innanzitutto, a seguito di un approfondito confronto con l'A.C., l'11 gennaio è stata formalizzata da parte del CdA la definizione dello scenario iniziale su cui far lavorare Banca OPI SpA per la stesura del primo piano economico-finanziario. Il relativo prospetto sinottico e la relazione sono stati inviati il 12 gennaio sia al Comune che a Banca OPI SpA.

·         Nello stesso periodo sono stati analizzati a fondo i problemi di gestione derivanti sia dalla convenzione che dallo statuto, oltre che da decisioni spettanti all'A.C. A seguito di ciò, uno specifico documento in 8 punti è stato approvato dal CdA il 19 gennaio ed inviato il giorno successivo al Sindaco e alla GM. Su di esso è stato possibile effettuare un confronto tra CdA e GM solo il 26 aprile. La conseguenza positiva più rilevante è stata la modifica della convenzione approvata dal Consiglio Comunale l'11 maggio, mentre su altri aspetti di gestione non si è ancora addivenuti ad una soluzione. Ci si riferisce in particolare a 3 questioni: la definizione dello stato di consistenza dei luoghi, la regolamentazione dell'uso degli spazi esterni ed interni da parte di soggetti terzi e, soprattutto, il problema dell'ICI di cui si dirà in seguito. A tali questioni si aggiunge la necessità di formalizzare da una parte la decadenza di fatto del contratto di comodato per l'uso di alcuni locali della palazzina comando per la sede della società e dall'altra l'attivazione di un analogo contratto per l'uso di alcuni locali della stessa palazzina quale sede provvisoria del corteo storico.

·         Nei mesi di gennaio e febbraio sono stati poi effettuati incontri sia con l'A.C. che con gli altri soggetti interessati alla definizione dei progetti da presentare alla Regione dell'Umbria per partecipare ai bandi del DOCUP. Risulta che il Comune abbia poi presentato entro i termini previsti un progetto relativo al polo della memoria, da realizzare in una parte degli edifici affidati ad RPO. A quanto è dato sapere l'esito non è stato positivo.

·         Nello stesso periodo è stato definito il quadro sinottico delle destinazioni con riferimento sia alle linee business fornite dall'A.C. che alle verifiche nel frattempo effettuate da RPO. Tale quadro è stato approvato dal CdA in data 11 gennaio 2005 e ufficialmente trasmesso al Sindaco in data 12 gennaio 2005.

·         Dopo che il 22 dicembre 2004 era stato conferito l'incarico per la stesura del PAM, l'impostazione di tale Piano è stata presentata il 3 febbraio al C.d.A.. Contestualmente Banca OPI SpA ha presentato la bozza di format del Business Plan.

·         Alla fine di febbraio è iniziata la discussione sul bilancio 2004, che si è sviluppata secondo una precisa sequenza di atti compiuti secondo le procedure di legge. Il CdA ha approvato il bilancio il 25 marzo e l'Assemblea dei soci il 28 aprile. Per quanto concerne i problemi di bilancio si rinvia agli atti già trasmessi ed approvati ed a quanto si dirà in seguito.

·         All'inizio di marzo, contestualmente alla discussione sul bilancio ed al fine di una sua corretta impostazione, è iniziata anche quella sul problema dell'ICI, emerso peraltro a seguito di una nota trasmessa dal Ragioniere capo del Comune di Orvieto, circa l'imposta dovuta per gli anni 2004 e 2005. Essa si è conclusa, anche in ragione della sua pesante incidenza sulla situazione di bilancio della Società, con la richiesta di un parere legale sulla legittimità di chiedere ed eventualmente ottenere dal Comune la rinuncia alla riscossione di tale imposta almeno per i primi due anni in analogia a quanto previsto dalla convenzione per il canone di concessione e fondamentalmente per le stesse ragioni. Tale parere una volta acquisito ed esaminato dal CdA è stato trasmesso al Comune all'inizio di maggio a corredo della richiesta formulata come specificato sopra. La richiesta ad oggi non risulta aver avuto riscontro.

·         Nello stesso periodo è stata formalmente approvata dal CdA la proposta di realizzare in parte dei locali sede della Società la mostra fotografica "Luoghi contemporanei", fotografie di Gianni Galassi, che è stata inaugurata con successo il 22 maggio 2005 e si è protratta fino al mese di settembre.

·         Il 16 marzo è stata affidata la redazione della stima di massima dei costi di trasformazione da formulare sulla base delle destinazioni previste nel PAM, e a sua volta base per la redazione del Piano Economico Finanziario.

·         Il 13 aprile è stato presentato al CdA il PAM. Tale documento è stato poi ulteriormente discusso nella successiva riunione del 20 aprile ed approvato nella sua stesura definitiva il 6 maggio.

·         All'inizio di maggio il CdA ha poi esaminato formalmente, anche a seguito dell'incontro già citato con il Sindaco e la GM, le proposte di modifica dello statuto della Società al fine di un suo adeguamento alle nuove norme del diritto societario e quelle di modifica della convenzione al fine precipuo di una gestione unitaria dell'area da parte di RPO. Tali modifiche sono state successivamente approvate dal Consiglio Comunale l'11 maggio per quanto riguarda la convenzione e dall'assemblea dei soci lo scorso 7 luglio per quanto riguarda lo statuto.

·         L'intiero mese di maggio è stato anche dedicato al percorso finale per l'approvazione del business plan: il 12 maggio è stata formalmente consegnata la stima dei costi, che è stata esaminata dal CdA nella riunione del 17 maggio; nella stessa riunione è stata esaminata anche la bozza del PEF, che è stata poi approvata nella sua stesura finale il 31 maggio.

·         Il 15 giugno il PEF è stato presentato alla GM ed il 22 giugno è stato prima discusso dal CC in seduta pubblica aperta e poi discusso ed approvato con presa d'atto da parte dello stesso Consiglio riunito in seduta ordinaria.

·         Il 16 giugno il CdA ha preso atto del decreto sindacale con cui sono stati nominati due nuovi membri, ciò che è stato poi formalmente approvato dall'assemblea straordinaria dei soci il successivo 7 luglio. Così il CdA è diventato di 7 membri sui 9 previsti come numero massimo dallo statuto.

·         Il 30 giugno il CdA ha iniziato la discussione sul programma di attività da sviluppare dopo l'esito positivo della discussione del business plan in CC.

·         Nei primi sei mesi del 2005 si sono inoltre affrontati i diversi problemi di gestione ordinaria, dalla manutenzione delle alberature e degli edifici alle questioni attinenti le assicurazioni, alle iniziative di pubblicità e promozione.

·         Sono infine continuate le attività di acquisizione di pareri e proposte sulle prospettive di riuso e sono state assunte agli atti diverse richieste formali sia di soggetti pubblici che di privati.

Gli aspetti principali delle attività svolte nei primi sei mesi del 2005 possono dunque essere così riassunti: approvazione del Bilancio 2004; approvazione del Business Plan; modifica della Convenzione e dello Statuto; ingresso di nuovi membri nel CdA; impostazione del lavoro della seconda fase.

 

B. I secondi sei mesi

·         Il 7 luglio con l'assemblea straordinaria dei soci è terminata la fase di modifica formale dello statuto.

·         Il Consiglio, poi, constatato che dalla semestrale al 30 giugno emergeva che il capitale si era ridotto di oltre un terzo per effetto delle perdite rilevate, ha convocato, ai sensi dell'art. 2446 del Codice Civile, l'Assemblea degli azionisti che si è tenuta, in data concordata con il socio unico, il 21 settembre 2005. In sede assembleare il socio unico ha chiesto il rinvio dell'esame dell'argomento ad una successiva assemblea che si è poi tenuta in data 13 ottobre.

·         In tale occasione il socio unico, nel prendere atto della riduzione intervenuta nel capitale sociale, ha autorizzato la Società a proseguire nella sua attività, in linea con la possibilità concessa dal suddetto articolo del c.c., e, nel contempo, ritenendo necessario coinvolgere nel progetto l'intera amministrazione comunale, ha annunciato che per fornire "indirizzi di programmazione e politici aggiornati" riteneva necessario avvalersi "di tecnici di alta qualità, competenti nei vari settori di interesse".

·         La volontà manifestata dal socio unico ha logicamente influenzato la gestione della Società nella restante parte dell'esercizio in quanto si è ritenuto che la definizione delle azioni da intraprendere avrebbe dovuto attenersi ai nuovi, e pertanto diversi, indirizzi che sarebbero stati, secondo quanto detto dal socio unico, successivamente formalizzati.

·         In attesa di questi, ci si è attivati per assicurare la gestione ordinaria attraverso incontri informali al fine di limitare allo stretto necessario le riunioni consiliari in un'ottica di contenimento dei costi, aspetto questo sul quale si è sempre prestata massima attenzione visto il permanere della impossibilità di poter conseguire ricavi. Tale impossibilità deriva non solo dal fatto che in tal modo è stata impostata la convenzione e che si è ancora in fase progettuale, ma anche perché, allo stato, non è chiaro se il complesso immobiliare sia agibile seppure parzialmente.

·         Il problema dell'agibilità è peraltro strettamente collegato alla determinazione dell'Imposta Comunale sugli Immobili. Nel corso dell'esercizio, dopo un articolato scambio epistolare con l'Amministrazione Comunale, la Società ha effettuato il versamento per il 50% dell'ICI relativa all'anno 2004, con sanzioni ed interessi, e dell'ICI relativa all'anno 2005. Per correttezza di redazione del bilancio ed in attesa che venga definito l'aspetto dell'agibilità dei locali si è però continuato ad imputare al c/to economico l'intera imposta, con pesanti effetti sul risultato d'esercizio. L'ICI 2005, il cui importo è pari ad €  145.017, rappresenta il 38,8% dei costi complessivi dell'esercizio.

 
3. I problemi

Nel corso del 2005 a più riprese ed in diverse occasioni sono stati fatti presenti al socio azionista unico i problemi di gestione che spetta al Comune di Orvieto chiarire e risolvere: dalla questione della sicurezza dell'area alla relazione sullo stato di consistenza dei luoghi consegnati ad RPO a termini di convenzione, dall'agibilità o meno di edifici o di parti di essi, anche come già detto in relazione all'applicazione dell'ICI, fino alla regolamentazione della concessione temporanea a terzi per diverse tipologie di attività. Soprattutto, è stata fatta presente, sia con la citata relazione semestrale sia in occasione di vari incontri, la situazione economica della società in relazione ai compiti istituzionali affidati ad essa dallo stesso socio.

 

4. I risultati

I risultati della Società, rispetto alle sue finalità ed ai suoi compiti, anche nel 2005 sono stati senz'altro positivi se si considerano le condizioni in cui ha dovuto operare. E questo giudizio fa riferimento non solo al fatto di aver onorato il primo appuntamento operativo fondamentale, la presentazione e l'approvazione del business plan, ma anche al dato che comunque la Società non si è fermata, pur avendo dovuto per le ragioni dette sopra limitare all'essenziale le sue attività.

In proposito si ricordano i molteplici incontri organizzati subito dopo il 22 giugno 2005 con soggetti istituzionali, con associazioni e con privati, per spiegare il business plan, ricevendo un consenso diffuso e convinto, e la convenzione con il consorzio CrescEndo per l'installazione di impianti di telecomunicazione finalizzati a fornire le zone industriali di Fontanelle di Bardano e di Baschi del collegamento internet a banda larga.

Inoltre nel corso dell'anno la società ha continuato a ricevere proposte formali ed informali di interesse per l'uso degli immobili gestiti.

In definitiva, il CdA ritiene di poter affermare che la Società anche nel 2005, come nel 2004, ha rispettato rigorosamente, oltre che la sua mission, la convenzione con il Comune sia rispetto ai contenuti che ai termini in essa stabiliti.

 
5. Gli avvenimenti più rilevanti dei primi mesi del 2006
Per gli avvenimenti più rilevanti del 2006, da gennaio ad oggi, si può evidenziare quanto segue: mentre la richiesta di incontro con la terza commissione non ha mai avuto riscontro nonostante diversi solleciti, con la Giunta Municipale vi sono stati due incontri informali, uno il 10 gennaio 2006 ed uno il successivo 7 febbraio, e solo in questo secondo incontro li Sindaco e la GM hanno anticipato per linee generali ciò che il Sindaco nella sua veste di socio unico avrebbe poi ufficialmente comunicato al CdA nell'assemblea dei soci che si sarebbe tenuta, come poi è effettivamente avvenuto, il 23 febbraio 2006.

 

6. La previsione di attività

Per quanto detto, essendo ancora in attesa di conoscere i nuovi indirizzi del Socio Unico, non è possibile al momento ipotizzare delle linee strategiche in funzione delle quali programmare le attività future.

Certo è che le manifestazioni di interesse ricevute inducono a ritenere che, una volta che fosse superata la fase di incertezza attuale, sarebbe possibile riprendere con vigore le azioni tese a consentire il riutilizzo del complesso immobiliare della ex caserma Piave ed a svolgere quindi i compiti assegnati per il perseguimento dell'oggetto sociale.

 

  

 

 

Corrispondenza con il socio unico Comune di Orvieto

Contenuto sommario di alcune lettere

 

Lettera del 13 maggio 2005                                                                                     

Al Sindaco del Comune di Orvieto e all'Assessore al Bilancio

Con questa nota si trasmette in copia il parere legale sull'obbligo o meno di corrispondere l'ICI e si chiede formalmente al Comune di soprassedere almeno fin tanto che l'operazione di riconversione non avrà consentito di rendere di nuovo produttivi gli edifici e l'intera area.

Nel parere legale, oltre ad un'approfondita disamina della complessità e dell'incertezza della materia, era indicata la possibilità per il Comune di decidere legittimamente di soprassedere alla riscossione e tra l'altro si sosteneva che restituire a tale ente gran parte delle somme ricevute onde effettuare il pagamento dell'ICI significherebbe 'svuotare' di fatto RPO di un'ingente quantità di risorse finanziarie (conferite dallo stesso Comune di Orvieto), che ne penalizzerebbe fortemente lo svolgimento delle relative attività e il raggiungimento dei fini prefissati dalla stessa P.A., con l'intera operazione di riconversione funzionale e riqualificazione del complesso immobiliare.

 

Lettera del 31 agosto 2005                                                                                      

Al Sindaco del Comune di Orvieto e all'Assessore al Bilancio

Non avendo avuto risposta alla lettera 13 maggio si chiede una risposta sollecita e comunque non oltre il 30 settembre 2005 onde permettere alla Società di adempiere ai propri obblighi.

La risposa arriva poi negativa con il calcolo dell'ICI e quindi scatta l'obbligo di pagare.

 

Lettera del 26 ottobre 2005                                                                                     

Al Sindaco del Comune di Orvieto

Con riferimento all'atto deliberativo del Consiglio Comunale del 22 giugno 2005 (approvazione del Business Plan) e alle comunicazioni del Sindaco in qualità di socio unico rese nell'assemblea ordinaria dei soci del successivo 13 ottobre si chiede di sapere se le destinazioni pubbliche previste dal business plan siano da mantenere così come previste sia in termini di funzioni che di spazi, oppure siano da modificare in tutto o in parte. Nel caso esse siano da mantenere si afferma che è necessario conoscere l'impegno formale per la loro realizzazione essendo evidente per questa parte la necessità dell'intervento finanziario pubblico. Tutto ciò per dar corso alle azioni finali per la rifunzionalizzazione. La risposta, evidentemente essenziale per capire se il socio unico voleva o no che si andasse avanti, non arriverà

 

Lettera del 17 novembre 2005                                                                                            

Al Sindaco del Comune di Orvieto

Si chiede un incontro urgente con il Sindaco e la Giunta per far presenti le conseguenze dello stato di incertezza determinato dal Comune per la piena operatività di RPO, stato che si protraeva ormai da mesi con riferimento a diverse questioni ed in particolare alla carenza delle risorse finanziarie che rischiava di bloccare le attività e di vanificare le ragioni stesse dell'istituzione di questa Società. L'incontro non sarebbe avvenuto con l'urgenza richiesta e il Comune si sarebbe poi orientato nei mesi successivi in altro modo.

 

Lettere del 16 settembre 2006, 6 novembre 2006 e 20 novembre 2006

Al Sindaco di Orvieto, Socio unico di RPO

p. c.     Ai membri della Giunta Municipale

p. c.     Al Presidente del Consiglio Comunale

Sono le tre lettere con le quali il CdA prima chiede che se il socio unico vuole che la Società, dopo la sua trasformazione da Spa a Srl, continui ad operare deve fornire gli indirizzi di lavoro compiendo anche tutti gli atti formali che ne consentano l'effettiva attuazione, e poi, vista la prolungata assenza di risposta, decide all'unanimità di procedere alle dimissioni. Da queste lettere si comprende il comportamento del socio unico rispetto alla sua Società.

 

 

Pubblicato il: 24/09/2009

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