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'Vogliamo definire l'identità della città'. L'assessore Sciarra su 'Orvieto e l'oboe'

Marco Sciarra interviene e fa il punto sull'attività di questi primi mesi. Dice di 'Shopping sotto le stelle' e di 'Orvieto con Gusto'. E rilancia l'idea del Forum sul Turismo

foto di copertina

Caro Direttore,

il suo editoriale di oggi è di sicuro ben congegnato e non può non stimolare a fare delle osservazioni e invitare tutti a chiamare le cose col giusto nome.

Mi spiego meglio: sebbene le deleghe riportino allo stesso assessore, è ovvio che "Shopping sotto le Stelle" sia una iniziativa squisitamente commerciale e non certo turistica, sebbene siano numerosi i turisti che abbiano cercato la stessa vitalità sulla rupe nelle serate al di fuori dell'evento.

Pur con tutti i problemi delle edizioni di prova (i regolamenti da rifare, alcune competenze comunali a uffici fin troppo differenti, la volontà di essere direttori artistici di se stessi per una notte, la voglia di vitalità finora rinchiusa che può tracimare nello sfogo, qualche impianto di amplificazione semidomestico non ben regolabile), i primi due appuntamenti hanno dimostrato che, con la buona volontà degli operatori, Orvieto può davvero essere quel "centro commerciale naturale" che finora è stato soltanto a parole, divenendo, anche solo per un dopocena al mese, il polo di attrazione per il territorio circostante, tra l'altro costando alla collettività molto meno di altri eventi a puro uso e consumo del pubblico locale.

Posso rassicurare i più attenti che si sta già lavorando perché l'iniziativa rientri in un piano generale di rilancio dell'identità cittadina e l'esperienza della biblioteca comunale, fortemente voluta dalla direttrice, che ringrazio, è stata un buon segnale in questa direzione. Lo stesso dicasi degli enormi sforzi del coordinamento dei commercianti del centro storico per adeguare la loro offerta al contesto cittadino.

Proprio perché, come Amministrazione, vogliamo, più o meno rapidamente, non disperdere il lavoro del Forum sul Turismo e andare diritti verso un piano reale di individuazione, rilancio e promozione dell'identità di città e territorio, abbiamo ritenuto utile saltare per un anno la passeggiata di "Orvieto con Gusto". Il problema di bilancio non era che uno dei motivi che ci ha spinto a ripensare l'appuntamento per rilanciarne contenuti e indotto. Gli altri, più importanti, sono da una parte il poco tempo a disposizione per l'organizzazione e la promozione di un evento di qualità reale e non solo a parole, dall'altra la totale indecisione da parte della Provincia di Terni sul destino del Palazzo del Gusto (pare che a fine ottobre si saprà di che morte si debba morire).

Così come vorremmo riportare "Shopping sotto le stelle" all'interno di un piano di valorizzazione del centro storico e del territorio, ci piacerebbe ricondurre "Orvieto con Gusto" nel solco della qualità e della filosofia di Slow Food, da cui era uscito oramai da troppi anni, nonostante la confusione dei nomi che regna sovrana, ahinoi, anche in seno al Consiglio Provinciale.

Purtroppo, però, caro Direttore, la vicenda della passeggiata ottobrina ha assunto toni ben diversi, sia politici che imprenditoriali: a chi propone sterili strumentalizzazioni su una paventata «Caccia a ottobre rosso» non posso non rispondere con il timore di chi, subissato da tanti interessamenti a più livelli, più o meno spontanei, più o meno imperativi, più o meno personali, teme invece che si tratti dell'ultimo accorato tentativo di mettere in scena la versione casereccia e disperata di «Salvate il soldato Ryan».

Sul lato imprenditoriale, invece, dopo un accoglimento entusiastico di progetti e proposte da parte dei ristoratori di tutto il territorio (felici di aver visto superare i confini tra centro storico e frazioni), qualcosa è sembrato andare storto. Il mio auspicio è che eventuali screzi interni alla categoria siano da imputare solo alla poca abitudine al confronto e non agli steccati tra associazioni di categoria, tanto cari alla politica del "divide et impera". Se così fosse, i fallimenti di consorzi in cui gli sforzi di tutti servivano solo al bene di pochi, sarebbero stati del tutto inutili.

Perciò, caro Direttore, come vede, la situazione è tutt'altro che sfuggita di mano o di senno. Si tratta solo di ristabilire alcuni ruoli, sia internamente all'amministrazione che nel rapporto con i cittadini e le realtà produttive. Troppa confusione e qualche volontà di ritornare ad una insana commistione di ruoli contagia ancora alcuni operatori, e non solo nel turismo o nel commercio. È il male peggiore di Orvieto, come dissi al Forum sul Turismo che organizzammo insieme, e di cui non mi sono certo dimenticato.

Un caro saluto.

Pubblicato il: 25/08/2009

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