Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

La Maestà restituita al Duomo

Una folla ieri mattina, per oltre un'ora, ha atteso sotto un sole cocente che venisse liberata dal drappo che la schermava la "Maestà con gli angeli reggicortina" (una copia dell'originale) Il ritorno della Maestà: guarda le foto

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Per gli orvietani poche cose contano davvero: tra queste la Palombella, il Corpus Domini. E il Duomo. A testimoniarlo, ieri mattina, la folla che, per oltre un'ora, ha atteso sotto un sole cocente che venisse liberata dal drappo che la schermava, la "Maestà con gli angeli reggicortina" (una copia dell'originale), restituita alla lunetta che sovrasta il portale maggiore della Cattedrale. Mancava da ventisei anni, da quando nel 1983, il gruppo scultoreo trecentesco venne rimosso dalla facciata per non comprometterne la conservazione.

Per issare la copia fin lassù ci è voluta una settimana di lavori e, ieri mattina, alla vigilia del Corpus Domini, grazie all'intervento dei vigili del fuoco, agli orvietani è stato svelato il "nuovo" volto della Cattedrale. "Da oggi sarà ancora più evidente a tutti gli orvietani e al mondo intero il grande dono che ci ha fatto la Madonna. È quello - ha detto il vescovo indicando la statua - il Bambino che adoriamo nel Corpus Domini".

Alla cerimonia erano presenti le maggiori autorità cittadine e non mancava nessuno dei tre aspiranti sindaci che si sono confrontati alle urne il 6 e 7 giugno. Presente anche l'onorevole Francesco Maria Giro, sottosegretario del ministero per i Beni e le Attività Culturali.

La riproduzione dell'opera è frutto di un lavoro di diversi anni. Mentre, tra il 1983 e il 1990, si procedeva, infatti, al restauro dell'originale, cominciò a nascere l'idea di realizzare una copia da inserire nella lunetta rimasta spoglia.

Negli ultimi anni il progetto è stato portato a termine, grazie alla collaborazione della Sopraintendenza, dell'Istituto centrale per la conservazione e il restauro e dell'Enea. Ma soprattutto grazie ai generosi contributi di Fondazione Cro e Cassa di Risparmio di Firenze. La riproduzione fisica del gruppo è stata realizzata dal maestro fonditore Alessandro Fagioli di Roma e montata su telaio metallico eseguito dalla ditta Chiarapini-Ricci di Orvieto.

La polemica però, a quanto pare, è già in agguato. Il responsabile di Italia Nostra, Lucio Riccetti ha già scritto, infatti, al ministro Bondi per scongiurare quella che ritiene essere "l'ennesima aggressione al Duomo di Orvieto".

Secondo Riccetti, gli organizzatori sarebbero informati del fatto che "entro un anno dovranno rimuovere le copie". Motivo: "un successivo intervento teso a migliorare le copie decisamente non rispondenti all'originale". "Quindi, a che scopo tutta la messa in scena?" si chiede Riccetti, secondo il quale le opere sarebbero state realizzate con tecniche sorpassate.

"Le copie sono autorizzate da tutti gli enti preposti - ribatte il presidente dell'Opsm, Francesco Venturi - e l'aderenza all'originale è verificabile da chiunque a occhio nudo, dato che l'opera è conservata a 30 metri dalla Cattedrale, nel museo dell'Opera del Duomo".  

(qui sopra, il particolare dell'originale conservato al Modo)

(qui, il particolare della copia collocata ieri nella lunetta del portale maggiore del Duomo)

 

Pubblicato il: 14/06/2009

Torna alle notizie...