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Italia Nostra. Via la brutta copia della Maestà dal Duomo

Il presidente di Italia nostra scrive al ministro Bondi

Pubblichiamo la nota diffusa dal presidente orvietano di Itralia Nostra.

 

Italia Nostra, in data 9 giugno 2009, si è rivolta al ministro per i beni e le attività culturali, on. Sandro Bondi, al fine di scongiurare l'ennesima aggressione al duomo di Orvieto ed a quanto rappresenta, sia per la fede, sia per l'arte.

Ciò che si sta tentando di far passare per un'operazione culturale e per un grande evento è soltanto uno scoop per fini non chiari.

Gli organizzatori sono informati che entro un anno dovranno rimuovere le copie del gruppo polimaterico della maestà, baldacchino e angeli reggicortina, che hanno posto sulla facciata del Duomo. Il motivo della rimozione è dovuto ad un successivo intervento che teso a migliorare le copie, decisamente non rispondenti all'originale. Quindi, a che scopo tutta la messa in scena? soprattutto in un momento di grave crisi economica che la nazione e la città stanno vivendo.

La copia che è stata posta in facciata è inadeguata all'originale ed è stata realizzata su prototipi in gesso vecchi di venti anni, ottenuti con tecnica ormai superata.

Non bastano quasi otto metri di altezza per mascherare la totale non corrispondenza fra copia e originale; le copie come avranno modo di vedere i cittadini e il mondo intero sono semplicemente brutte.

Italia nostra invita l'Opera del Duomo a pubblicare, per una corretta lettura, il particolare del volto della madonna e quello del bambino, sia dell'originale sia della copia.

Chiede, inoltre, alle autorità competenti in materia di salvaguardia e tutela del patrimonio culturale italiano, una maggiore attenzione e vigilanza. Italia nostra ritiene che la copia, se necessaria, avrebbe dovuto essere realizzata con la tecnica del laser tridimensionale.

Lucio riccetti (presidente)

(segue lettera al Ministro)

 

S.E. On. Sandro Bondi

Ministro per i Beni e le Attività Culturali

Oggetto: Orvieto (TR). Interventi sulla facciata del Duomo

Signor Ministro,

Facciamo riferimento alla sua autorevolezza affinché intervenga in una questione delicata a difesa del patrimonio culturale, storico e artistico della nostra Nazione; nello specifico, della facciata del Duomo di Orvieto, una delle immagini più conosciute e internazionalmente famose d'Italia.

Fra qualche giorno, si vorrebbe inaugurare in facciata, nella lunetta sopra il portale centrale, ovvero

nel punto focale dell'intero disegno architettonico e teologico che questo motiva, una discutibilissima copia di uno dei capolavori, sia per la qualità artistica, sia per la tecnica, del nostro Trecento: la Maestà, in marmo, e baldacchino e angeli reggicortina, in bronzo. Gruppo rimosso, per restauri, nel 1983. Dopo ventisei anni si provvede in tutta fretta al collocamento di una copia inadeguata, sia all'originale che le si chiede di rimpiazzare, sia al luogo di destinazione.

Le nuove generazioni, quelle nate negli anni Ottanta del Novecento, non hanno mai avuto il privilegio, il piacere, la magnifica esperienza di vedere la facciata del Duomo di Orvieto nella sua completezza formale, iconografica e soprattutto teologica. Dalla prossima settimana, le stesse generazioni, e le nuove che verranno, vedranno la facciata modificata da una approssimativa copia che la confonde e che, nello stesso tempo, distoglierà le loro menti, di giovani in piena formazione, da una corretta lettura dell'opera d'arte, e del rispetto ad essa dovuto.

Ciò che colpisce in questa ennesima vicenda è la totale leggerezza di alcuni funzionari, che non hanno capito, o non vogliono capire, che un intervento inadeguato è, e resta, una ferita, specie se è posto in bella vista, come nel nostro caso, sia pure a sette o otto metri di altezza. Sbalorditivo che abbiamo deciso in piena autonomia senza peritarsi di sentire il Ministero. Signor Ministro, Le chiediamo di impedire che l'azione approssimativa di tali funzionari porti questo nuovo danno al Duomo di Orvieto e alla cultura del restauro, di cui l'Italia vanta teorizzatori e tecnici

invidiati nel resto del mondo.

Signor Ministro, blocchi questo vero e proprio insulto, per il bene della Cultura.

Lucio Riccetti  (presidente)

Pubblicato il: 13/06/2009

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